Cittadinanza
La legge sullo jus soli è naufragata al Senato per la ragione più ovvia: è mancato il numero legale. Lo hanno fatto mancare soprattutto i grillini, sempre attenti a non prendere posizioni impopolari. Gli assenti del PD, se anche presenti, non sarebbero bastati. Se però il numero legale ci fosse stato, egualmente la legge sarebbe stata bocciata. Grasso, penosamente, ne ha rimandata la discussione a metà gennaio ma, in un clima che sarà già preelettorale, non ha nessuna possibilità di passare.
Meglio così. I piagnistei della Boldrini, Fratoianni e così via, le accuse di tradimento, le proteste di UNICEF, i rilievi del Papa, sono francamente irrilevanti. Il pianto sui poveri ottocentomila bambini in attesa di cittadinanza non può commuoverci. Quei bambini hanno la buona sorte di vivere in un Paese avanzato e civile, al riparo da guerre e massacri, godono di tutti i diritti dei loro coetanei italiani, dalla scuola alla protezione sociale. Credo proprio che la loro proclamata disperazione per non essere italiani di passaporto sia una grande impostura.
Ho più volte scritto, in controtendenza, che la concessione della cittadinanza in modo automatico, jure soli, non soltanto è contraria alla nostra tradizione giuridica, ma costituisce un grave errore e, arrivo a dire, un attentato alla nostra civilizzazione.
Chi è nato in Italia deve poter conseguire la cittadinanza, ma solo quando sia legalmente in grado di chiederla, dopo un periodo serio di apprendimento di lingua, costumi, valori e dimostrando di averli sposati e fatti propri.
In una sola frase, la cittadinanza non si regala, si deve desiderare, maturare, meritare. La frase è di Matteo Salvini e per una volta sono d’accordo con lui, anche se non condivido nulla dei suoi valori e del suo spirito.
Speriamo che per un pezzo non se ne parli più.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione
0 Comments
E invece se ne parla. Leggo oggi che il serafico Cuperlo chiede a Mattarella di prolungare di due settimane perché il Parlamento possa votarla. A parte il ridicolo della cosa, ci spiega Cuperlo come cambierebbe in un mese la maggioranza che ora non c’è? Mi ricorda un famoso sketch dei Fratelli De Rege, in cui uno dei due diceva all’altro: “vieni avanti, cretino”.