UE-Armenia, accordo di partenariato
In occasione del quinto Vertice del Partenariato Orientale tenutosi a Bruxelles lo scorso 24 di novembre, è stato firmato il Trattato di partenariato globale e rafforzato (CEPA) tra l’Armenia e l’Unione. L’accordo è il primo firmato dall’UE con un paese membro EAEU (Unione Economica Eurasiatica), ed è stato preceduto da un accordo UE – Armenia Aviation, che ha creato i presupposti per una concreta realizzazione di connessioni aeree tra le grandi città UE e l’Armenia. Firmato dal ministro degli Esteri armeno Edward Nalbandian e dall’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri Federica Mogherini, il CEPA va a sostituire il vecchio Accordo di partnership e cooperazione sottoscritto nel 1999, e stabilisce una forte cooperazione tra l’Armenia e l’Unione europea nell’economia, l’energia, i trasporti, l’ambiente e il commercio. La recente entrata del paese asiatico nella UEE ha impedito la creazione di una Area di Libero Scambio con la UE,
Un percorso periglioso e sempre sul filo dell’equilibrio tra Mosca e Bruxelles quello che ha seguito Yerevan, già nel 2013 pareva si fosse addivenuti alla firma dell’Accordo di Associazione (AA) con la UE, livello ben superiore a quello di partenariato, quando alla vigilia del Vertice di Vilnius, a seguito di forti pressioni da parte di Mosca, il presidente Sargsyan annunciò la rinuncia alla firma dell’accordo e l’intenzione di aderire all’Unione Doganale (poi evolutasi in Unione Economica Eurasiatica, UEE) proposta dal Cremlino. Da allora si è iniziato a valutare un nuovo quadro legislativo per le relazioni tra UE e Armenia che sostituisse l’obsoleto Accordo di Partenariato e Associazione del 1996, ma compatibile con la membership armena nell’UEE. Nel caso del CEPA la Russia non ha posto ostacoli, Putin persegue il desiderio di accordi tra UE e UEE, e questo tipo di trattato rientra nel quadro generale che hai n mente. Accordi come il CEPA o l’EPCA firmato tre anni fa col Kazakhstan vengono visti come passi nella giusta direzione da parte di Mosca e dalla parte di Bruxelles si tratta di una evoluzione della Politica Europea di Vicinato del 2015.
Un complesso sistema tariffario regolerà il commercio in entrambi i sensi stante l’inesistenza di un’Area di libero scambio, le importazioni verso la UE rientreranno nel Sistema Generalizzato delle Preferenze (GSP+). Il monopolio garantito a Gazprom sui gasdotti armeni fino al 2043 ha reso problematiche o quasi nulli gli accordi in campo energetico. Viene invece reso operativo l’acquis comunitario nei trasporti grazie ai Fondi Comunitari per la Politica di Vicinato (Neighbourhood Investment Facility). L’Armenia farà da tramite per il corridoio Europa-Iran che comprenderà anche i porti georgiani. Grande impulso dovrebbe avere anche il settore dei servizi, mentre nel campo dei diritti si è rimasti sul vago, cosa abbastanza ovvia stante la posizione di Yerevan in precario equilibrio tra Asia ed Europa e la politica di Mosca riguardo i conflitti caucasici ad iniziare dal Nagorno Karabakh, tutti fatti che creano una situazione di non facile decifrazione.
“Questa è una giornata storica per le relazioni UE-Armenia, che segna un nuovo inizio per l’approfondimento e il rafforzamento delle relazioni tra i partner. Questo accordo moderno, ambizioso e completo apre la strada a una nuova era di prosperità, partnership e riforme e gli Amici europei dell’Armenia sono pronti a garantirne il successo. Il CEPA non è un fine, ma piuttosto l’inizio di una nuova, ancora più impegnativa fase. L’Armenia ha ora nuovi strumenti, è meglio equipaggiata per continuare le riforme che garantiranno che lo stato e la società armeni diventino ancora migliori, più giusti, più ricchi e più democratici. Il CEPA non è un fine, ma piuttosto l’inizio di una nuova, ancora più impegnativa fase. L’Armenia ha ora nuovi strumenti, è meglio equipaggiata per continuare le riforme che garantiranno che lo stato e la società armeni diventino ancora migliori, più giusti, più ricchi e più democratici. “, ha affermato il direttore di EuFoA, Diogo Pinto.
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