Gentiloni, un signore

Ho sempre espresso stima, personale e politica, per il Premier Gentiloni. Se dovessi dare un voto al suo operato a Palazzo Chigi mi terrei attorno ad otto. La sua Conferenza stampa di fine d’anno, ultimo atto politico della sua gestione, ha pienamente confermato questa valutazione.

Gentiloni è persona forse non trascinante (per fortuna non è un demagogo), non si afferra a posizioni estreme, non rincorre le mode del momento e i falsi maestri. È equilibrato, efficiente, concreto. E poi, scusatemi se lo dico, è un “signore” in tutta l’accezione del termine. Signore, dico, non per l’origine famigliare, che per sé sola non conta o non  basta, ma per la cortesia, la correttezza, il rispetto delle opinioni altrui, l’eleganza del comportamento. In questo anno di governo ha subito attacchi (per la verità non violenti), ma ha sempre evitato la polemica e gli insulti. Da lui è venuta al Paese una lezione di compostezza e di garbo: un antidoto benvenuto alla sguaiataggine diffusa.

E lascerà il Paese migliore di come lo ha trovato. Qualcuno ha scritto che è una buona “riserva della Repubblica”. Io mi auguro, e auguro al Paese, che sia lui a restare alla testa dell’esecutivo nei prossimi anni, anche se mi rendo conto che, nel clima attuale, è solo un sogno.

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