Cento anni di Leica
Roma – In questi giorni presso il Complesso del Vittoriano è possibile vedere la prima mostra organizzata in Italia esclusivamente dedicata alla Leica ed ai grandi maestri fotografi che ne hanno fatto uso.
I Grandi Maestri. 100 anni di fotografia Leica, questo il titolo della mostra curata da Hans-Michael Koetzle, che si concluderà il 18 Febbraio 2018 e che vede protagonista una delle più usate e storiche macchine fotografiche; questa esposizione ci regala un percorso storico per sezioni che raccoglie scatti che hanno fatto la storia del fotogiornalismo, ma offre sopratutto la possibilità di ripercorrere la storia della Leica nel tempo e come questa abbia influenzato o meno la qualità degli scatti.
Le sezioni predisposte sono 16, si inizia con quella dedicata alla sua creazione dal titolo Oskar Barnack fotografo, fu lui infatti nel lontano 1914 ad avere l’intuizione di creare per uso personale una macchina compatta, essenziale e leggerissima che agevolasse il fotografo nel suo uso. Dopo la sua comparsa alla Fiera di Primavera di Lipsia del 1925, divenne subito famosa e acclamata dalla critica come “un gioiellino”, anche se la sua ascesa presso i fotografi era ancora lontana.
Questo modello fu subito appoggiato e sostenuto dalla Leitz società produttrice di microspopi di Wetzlar in Assia, che vi dedicó uno stabilimento con tecnici specializzati che lavorarono alla produzione dei successivi modelli, che fecero la storia della famosa macchina fotografica, e ritroviamo nella sezione dal titolo Leica e la nuova visione (“neues sehen”).
Grazie al nuomo modo di concepire la macchina fotografica, compatta leggera e sempre a portata di mano i fotografi iniziarono ad avvicinarsi a questo nuovo modello, anche i dilettanti appassionati di fotografia cominciarono a portarla con se ovunque immortalando momenti importanti della vita sociale, dando vita ad un nuovo modo di fare fotogiornalismo cosi mome si vede nella sezione dal titolo Fotogiornalismo 1925–1935.
Nella sezione Fotografia e propaganda vengono esaminati gli anni di conquista del mercato fotografico da parte della Leica, molti personaggi del mondo dell’arte scelsero di sperimentare l’uso della macchina fotografica, fra tutti l’indimenticabile Henri Cartier Bresson che, abbandonati tele e pennelli, si dedicò completamente alla fotografia dando vita alla fotografia artistica. Ma la macchina fotografica non fu un’esclusiva maschile, a questo strumento si avvicinarono numerose donne, che con la loro Leica realizzarono numerosi documentari, famosi in tutto il mondo, per questo motivo la Leitz scelse di inserire proprio le donne nelle sue campagne pubblicitarie.
Con gli anni la Leica subì numerose migliorie sopratutto sul mirino e sullo zoom, queste modifiche permisero a numerosi artisti e studiosi di realizzare reportage senza essere visti e senza interferire nella scena come esposto le sezioni: Fotografia umanista, Gli anni di macerie, La fotografia soggettiva.
La morte di Oskar Barnack non fermò lo sviluppo del prototipo da egli realizzato e le modifiche portate raggiunsero quasi la perfezione con il modello Leica M3 presentato nel 1954 alla Photokina, la fiera di Colonia, una macchina talmente discreta che divenne la protagonista del fotogiornalismo così come esposto nella sezione Fotogiornalismo 1945–1970. L’ascesa della Leica non si arresta, così come le varie modifiche, avvicinando sempre più persone a questo nuovo modo di concepire e fare fotografia, il passaggio dal bianco e nero al colore e così via fino a giungere ai nostri giorni, come descritto nelle sezioni Fotografia d’autore; La “new color photography”; Leica e la fotografia di moda; Leica in Giappone; Leica in Spagna; Leica in Portogallo; Fotografia d’autore: anni ‘70; Fotografia d’autore: dagli anni ‘80 a oggi.
Dunque una mostra unica che celebra l’arte e la passione della fotografia in ogni sua forma a partire da un piccolo prototipo fino alle più complesse e raffinate strutture odierne.
La mostra, prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Contrasto, é sostenuta da Generali Italia con il benestare dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale ed il patrocinio della Regione Lazio.
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