Acquis Communautaire
E’ questa una espressione francese che significa, sostanzialmente, “l’Ue così com’è”. L’acquis comunitario è quel complesso di diritti ed obblighi che fanno parte integrante e fondante del diritto comunitario riconosciuti da tutti gli stati membri dell’Ue e che come tali devono essere accettati senza riserve dai paesi che fanno parte della Comunità o che presentano domanda di adesione. Nel dettaglio è costituito da: i principi, gli obiettivi politici e le norme dei trattati comunitari; la legislazione adottata in applicazione dei trattati e la giurisprudenza della Corte europea di giustizia; le dichiarazioni e le risoluzioni adottate nell’ambito dell’Unione; gli atti che rientrano nella politica estera e di sicurezza comune; gli atti presi nel settore della giustizia e degli affari interni; gli accordi internazionali conclusi dalla Comunità e quelli conclusi dagli Stati membri tra essi nei settori di competenza dell’Unione.
I paesi candidati ad entrare nell’Ue devono accettare l’acquis per poter aderire all’Unione europea. Le deroghe all’acquis comunitario sono eccezionali e di portata limitata e risalgono all’opposizione inglese su alcuni punti in materia sociale ai tempi del Trattato di Maastricht del 1992. Il precedente inglese ha dato il via ad una serie di deroghe in alcuni specifici ambiti che sono note sotto la dicitura opt-out (opting-out o clausola di esenzione). Attualmente le clausole opt-out comprendono: accordo di Schengen: Irlanda e Regno Unito; unione economica e monetaria: Danimarca e Regno Unito; difesa: Danimarca; Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: Polonia e Regno Unito; spazio di libertà, sicurezza e giustizia: Danimarca, Irlanda e Regno Unito (questi ultimi due paesi possono scegliere determinate iniziative, se lo desiderano). Regno Unito, Danimarca e Svezia non hanno adottato l’euro, riservandosi di farlo eventualmente in seguito; la probabile esecuzione della brexit modificherà ovviamente questo elenco. Esiste d’altronde una clausola opposta di opt-in (opzione di ingresso) per permettere ad uno Stato membro che abbia scelto un opt-out, di poter tornare sui suoi passi in qualsiasi momento.
Oltre che dal diritto comunitario propriamente detto, l’acquis comunitario è costituito dunque da tutti gli atti adottati a titolo del 2° e del 3° del Trattato dell’Unione Europea, nonché dagli obiettivi comuni fissati dai trattati. L’acquis deve essere recepito dai singoli stati nei rispettivi ordinamenti nazionali, e quindi applicarlo con decorrenza dalla data di effettiva adesione. La UE persegue l’obiettivo di mantenere e sviluppare il più possibile l’acquis, così come dichiarato nell’art. 2 del Trattato, ribadito e rafforzato nell’art. 3, ove si stabilisce che la UE ha un unico quadro normativo con efficacia pari a tutti gli stati membi.
Nell’acquis normativo sono comprese le disposizioni dei trattati istitutivi della CECA, della CE e della CEEA e le loro modificazioni ed integrazioni, come pure la legislazione adottata in applicazione a questi trattati, compresi gli atti che non sono sottoposti al controllo giurisdizionale della Corte di Giustizia. Vanno comprese nel complesso dell’acquis anche le sentenze della Corte di Giustizia afferenti le basi del sistema comunitario. Nel complesso del patrimonio comunitario che costituisce l’acquis rientrano tutti gli accordi internazionali conclusi fra la Comunità e gli Stati terzi, ad esempio con i paesi ACP, EFTA e via via tutti gli altri stipulati. Ricordiamo che, come già trattato precedentemente in un articolo specifico, quello che viene comunemente chiamato accordo di Schengen è in realtà un acquis, (Acquis di Schengen).
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