Parlamento UE, meno vincoli all’informazione online
In un momento storico in cui viviamo quotidianamente un sempre maggiore allargamento delle frontiere e abbattimento dei confini nazionali e gli strumenti di comunicazione online e digitali prendono sempre più piede, era naturale che arrivasse, anche per le trasmissioni d’informazione e di attualità nell’Unione, una spinta ulteriore all’apertura dei confini e per la semplificazione della fruibilità dei contenuti trasmessi tra i diversi Paesi membri, maggiore di quella che si è avuta fino ad oggi
Stiamo parlando del Progetto di Risoluzione Legislativa del Parlamento Europeo sulla proposta di “Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che stabilisce norme relative all’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili a talune trasmissioni online degli organismi di diffusione radiotelevisiva e ritrasmissioni di programmi televisivi e radiofonici” (COM-2016-0594_C8-0384/2016- 2016/0284- COD) e della collegata Relazione presentata dal Parlamento Europeo a fine anno.
Lo scopo non è solo garantire la libertà d’informazione per tutti e che tutti possano avervi accesso, a parità di condizioni, la diffusione online di notiziari e programmi d’attualità anche in Stati membri diversi da quelli nei quali sono stati prodotti ma, anche, di perfezionare e accelerare la realizzazione del Mercato Unico digitale nella UE (ricordiamo che è dello scorso ottobre la definizione da parte del Consiglio delle priorità per “un’Europa digitale di successo” e il rimarcare da parte sua una volta in più, se mai ce ne fosse stato bisogno, che “è pronto a fare tutto quanto in sua facoltà per la transizione dell’Europa al digitale”, individuando nel fatto di portare a termine antro la fine del 2018 la Strategia per il Mercato Unico digitale e nella creazione di un’infrastruttura e di una Rete di Comunicazioni di prima qualità due tra le principali priorità da realizzare per affrontare in modo adeguato le sfide poste dalla digitalizzazione, all’indomani dell’ultimo Vertice di Tallin).
E, collegata al Progetto di Risoluzione Legislativa del Parlamento Europeo, il Consiglio dell’Unione Europea adotta, dopo poco la pubblicazione della Relazione del Parlamento sulla proposta del Parlamento e del Consiglio, la sua posizione negoziale sulla questione delle trasmissioni radiotelevisive transfrontaliere online nel Mercato interno dell’Unione. Posizione negoziale che costituisce, in sostanza, il mandato del Consiglio per l’avvio dei negoziati con il Parlamento Europeo.
Il modo in cui si pensa di realizzare tutto questo è la semplificazione della procedura per la concessione dell’uso in tutta la UE di materiale protetto dal diritto d’autore. Attualmente, infatti, le emittenti radiotelevisive devono attendere la liberatoria dai diritti d’autore, per ogni Paese in cui intendono trasmettere online notiziari e programmi di attualità, in tempi brevissimi. Con le nuove norme l’autorizzazione la si potrebbe ottenere nel proprio Paese e poi mandare in onda il programma d’informazione in tutti i Paesi membri della UE.
Resta, tuttavia, ribadito il “principio di territorialità” affinché siano sempre tutelati e garantiti gli investimenti in prodotti nazionali, sostenendo, contemporaneamente, così, la diversità culturale di ciascun componente dell’Unione. Il più ampio accesso possibile ai programmi televisivi d’informazione online per i consumatori nell’Unione è visto, dal Legislatore in sede comunitaria, come uno strumento fondamentale di promozione delle diversità culturali, al loro rispetto e garanzia unite alla valorizzazione, all’interno della UE, ed è uno degli obiettivi chiave da salvaguardare e perseguire nella Strategia per il Mercato Unico digitale.
Si tratta, sostanzialmente, di un compromesso tra quanto ha voluto l’Unione con la Commissione nel senso di abbattimento dei “confini nazionali” nella gestione del diritto d’autore e nei diritti collegati all’audiovisivo e quelli che invece vogliono la salvaguardia delle singole legislazioni nazionali con la difesa di tutto quanto ad esse collegato. Il risultato è che il “principio del Paese d’origine” si applica solo alle “news and current affairs programmes”. Restano, comunque, chiuse le frontiere per i prodotti dell’audiovisivo e la musica online.
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