Il Patto del Quirinale
Quasi al termine del suo mandato, il Premier Gentiloni ha fatto una cosa straordinariamente giusta e intelligente: un accordo per rafforzare e strutturare le relazioni, già intense, tra Italia e Francia, consacrato nel c.d. “Patto del Quirinale” in occasione della visita di Macron a Roma.
Italia e Francia sono Paesi non solo vicini ma uniti da vincoli storici millenari e da una forte affinità culturale. Li uniscono anche speciali legami economici: un intercambio superiore a 80 miliardi di euro, investimenti reciproci di grande importanza, turismo fiorente dai due lati. Ma li unisce soprattutto, o dovrebbe unirli, una comune visione dell’Europa: la casa comune, che va rafforzata e protetta, e al tempo stesso resa più umana, più vicina alla gente: un luogo di solidarietà e progresso, non uno studio contabile.
Il Governo Gentiloni ha già dimostrato l’importanza delle relazioni con Parigi, destinandovi come ambasciatrice una delle “stelle” della nostra diplomazia, Teresa Castaldo, che ha fatto un lavoro straordinario a Buenos Aires e avrà il suo daffare per portare i rapporti italo-francesi a un livello anche maggiore. Col Patto del Quirinale, il Governo completa l’opera e la affida al futuro.
Nelle sue dichiarazioni alla stampa, Gentiloni ha ricordato, giustamente, che l’intesa franco-tedesca è l’asse e il motore dell’Europa, ma che il vincolo italo-francese non si pone in contrapposizione ad esso, piuttosto lo completa, considerando anche il legame che, a dispetto di certe stoltezze, deve unirci a Berlino. Italia, Francia e Germania sono i tre più importanti membri fondatori dell’Europa unita e ne devono restare i pilastri portanti. La Spagna può e deve svolgere un ruolo importante e così Paesi come la Polonia, ma il nucleo duro resta quello originario.
Macron è stato molto generoso negli elogi all’Italia per la sua politica migratoria e ha avuto per Gentiloni parole di considerazione che vanno al di là della cortesia d’obbligo in incontri del genere. Gentiloni lo meritava e penso che per lui le parole di Macron siano state fonte di intima soddisfazione
Il Presidente francese, notiamolo, ha assunto un rischio politico nel venire a Roma e manifestare il suo appoggio a un Governo che è a poche settimane dalla sua probabile uscita di scena. Questo gioverà a Gentiloni in termini di immagine, non so quanto al PD in termini elettorali. Gentiloni a sua volta deve sapere che rischia di firmare qualcosa di caduco. Ma gli statisti pensano sul lungo termine – come De Gaulle ha insegnato ai francesi – e Macron e Gentiloni hanno dimostrato di essere politici di razza. Che peccato per l’Italia che Gentiloni sia agli sgoccioli! Quanto è al disopra dei vari Salvini, Berlusconi, Grillo e dello stesso Renzi!
Speriamo che il Patto del Quirinale non sia un evento effimero che il prossimo Governo lasci cadere nel dimenticatoio come tanti altri atti o accordi benintenzionati (nel mio lungo servizio, ne ho visti e in parte vissuti a decine!). Speriamo che non finisca ostaggio delle nostre quotidiane risse partitiche, che nessun nanerottolo della Lega o grillino, o magari la patriottica Giorgia Meloni, lo critichi e lo denunci. Speriamo che, posto in qualche modo sotto l’egida e la tutela del Capo dello Stato, sia da questi difeso. E che soprattutto sia applicato. Non avesse fatto altro, basterebbe questo per assicurare il legato di Gentiloni al Paese.
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