Orecchie (Film, 2016)
Un film uscito nei cinema a maggio 2017, presentato a molti Festival, vincitore di premi importanti, originale, interpretato benissimo, innovativo ma partendo da lontano, addirittura da Buster Keaton e le comiche del muto, passando per Francesco Nuti. Era logico che le sale di provincia lo rifiutassero e che i tristi multisala non lo accogliessero, sommersi come sono da cascate di pop-corn, fiumi di Coca Cola e cinema spazzatura. Per fortuna, ci dice l’attore protagonista, che a Roma è stato in cartellone per ben tre mesi. Meno male, aggiunge il povero recensore, che esistono i cineclub di provincia. Il mio ormai lo sapete che si chiama Piccolo Cineclub Tirreno e che si trova a Follonica, poco distante da casa mia. Che cosa sono venti chilometri di auto per vedere un piccolo gioiello su grande schermo? Proprio niente, considerato che a Piombino sta per andare in scena l’ultimo capitolo della saga di Thor, di cui faccio volentieri a meno, visto che non piace neppure a mia figlia.
In breve la trama di Orecchie per la regia di Alessandro Aronadio, che si sviluppa pedinando (Zavattini docet) il protagonista in una giornata della sua vita, sembra di essere finiti in una trama neorealista corretta ai temi surreali di Gogol per via del fischio alle orecchie che tormenta il ragazzo e di un post-it sul frigorifero che annuncia la morte di un amico. La fidanzata è uscita per andare al lavoro, ha preso l’auto, il ragazzo deve andare da un medico per curare il fischio, recarsi a un colloquio di lavoro, infine al fantomatico funerale di un amico che non ricorda.
Il film si sviluppa in maniera originale partendo da un formato quadrato (1:1) per allargarsi fino al classico rettangolare (1,85:1), sequenza dopo sequenza, in maniera impercettibile. La scelta di un’ottima fotografia in bianco e nero per raccontare la vita quotidiana è condivisibile perché conferisce realismo e drammaticità. Daniele Parisi è perfetto nei panni del protagonista, recita alla Nuti – lo dice lui stesso – ma anche alla Troisi, per sottrazione, usando i silenzi e gli sguardi stralunati, all’occorrenza lanciandosi in convincenti monologhi. Tutto il film è molto teatrale, si avvale di partecipazioni di lusso, da Pamela Villoresi (madre un po’ folle) a Milena Vukotic (moglie di un professore dissociato dalla realtà), passando per Andrea Purgatori e Massimo Wertmuller, cinici e incapaci medici, uno dei due in vena di scherzi.
Il ragazzo non ha un nome, compie un viaggio iniziatico alla scoperta di sé stesso, superando ostacoli di buffi personaggi pescati dalla realtà, tra i quali citiamo un giovane rapper e la giornalista interessata solo al gossip (Degli Esposti), ma anche addetti infingardi del Pronto Soccorso e ragazzi del Mc Donald incapaci di gestire gli ordini. Rocco Papaleo è straordinario nei panni di un prete alcolizzato non troppo convinto della sua fede ma che esercita la funzione per dare speranza e aiutare il prossimo. Il funerale è l’ultima sequenza di un film risolto e convincente, raduna sulla scena la maggior parte del cast per un riuscito colpo di scena, che vede il ragazzo accettare la realtà e lasciar morire la parte di sé stesso che rifiuta la follia del mondo. Il viaggio compiuto lungo le strade di Roma, in un’intera giornata, finisce per convincerlo che il solo modo per guarire dal fischio nelle orecchie – che rappresenta la sua frizione con la realtà – è vivere, provare ad accettare il mondo, sposare la sua ragazza, pensare ad avere un figlio. Finale né ottimista né rassicurante, ma realista, che fotografa la situazione contemporanea, evitando soluzioni didascaliche che avrebbero tolto realismo e credibilità a un lavoro ben confezionato.
. . .
Regia: Alessandro Aronadio. Soggetto: Alessandro Aronadio, Astutillo Smeriglia. Sceneggiatura: Alessandro Aronadio, Valerio Cilio. Fotografia: Francesco Di Giacomo. Montaggio: Roberto Di Tanna. Musiche: Santi Pulvirenti. Scenografia. Daniele Frabetti. Costumi: Ginevra De Carolis. Produttore: Costanza Coldagelli. Casa di Produzione: Matrioska, Biennale College Cinema. Distribuzione: 102 Distribution. Durata: 90’. Colore: B/N. Rapporto: 1:1 – 1,85:1. Genere: Commedia Grottesca. Interpreti: Daniele Parisi (Lui), Pamela Viloresi (Rosanna), Silvia D’Amico (Alice), Ivan Franek (Nikolaj), Rocco Papaleo (Giancarlo), Piera Degli Esposti (direttrice del giornale), Milena Vukotic (signora Marinetti), Adrea Purgatori (otorino), Massimo Wertmüller (gastroenterologo). Premi: Premio Arca Giovani come miglior film italiano e Premio Nuovoimaie Talent Award a Daniele Parisi, miglior attore esordiente (Festival di Venezia, 2016); Premio del Pubblico come miglior commedia e miglior attore (Festival de la Comédie, Montecarlo, 2016).
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]