Italia delle Regioni
Il settore “attività culturali e sport” della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha analizzato le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2018. Un lavoro che ha portato all’elaborazione di un quadro sinottico delle norme che in diversa misura incidono su tali settori. La tabella identifica i diversi passaggi del dispositivo della manovra, indicando il riferimento di legge , articolo e comma, e l’oggetto della norma, proponendo poi una sintesi esplicativa del suo contenuto.
Per quanto riguarda i beni e le attività culturali si va dal credito d’imposta per le imprese culturali e creative al riconoscimento di tale qualifica per le aziende del settore, dall’aumento del numero dei carabinieri impegnati nel servizio di sorveglianza nei musei alle assunzioni previste presso il ministero dei beni e delle attività culturali (fino ad un massimo di 200 unità), dalle aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, alle spese per il piano per l’arte contemporanea, dal fondo per la promozione del libro e della lettura, all’anno europeo del patrimonio culturale, dalle misure previste per ridurre il debito delle fondazioni lirico-sinfoniche ai diversi interventi, fra cui quelli previsti per Matera capitale europea della cultura.
Per quanto concerne invece lo sport si va dal credito d’imposta per l’ammodernamento degli impianti calcistici alle misure per attività e società dilettantistiche, dal fondo “sport e periferie” a quello per il “sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano”, dalle norme per il comitato italiano paraolimpico al registro nazionale degli agenti sportivi e alle norme per le Universiadi di Napoli 2019.
Destinare agli interventi anti sismici e alla messa in sicurezza delle scuole almeno la metà del fondo previsto nella legge di bilancio. Al contempo, avviare “procedure di intervento straordinarie”, per ovviare ai “tempi ancora lunghi nell’assegnazione delle risorse”.
E’ con questa istanza che il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e il presidente dell’Unione Province Italiane, Achille Variati, hanno chiesto un incontro urgente al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. “La sicurezza nelle scuole rappresenta per Comuni e Province un tema prioritario e ineludibile, a tutela innanzitutto degli studenti e del personale”, aggiungono.
La richiesta arriva anche alla luce del dibattito scaturito dalla recente e restrittiva sentenza della Cassazione sulla possibilità di mantenere aperti gli edifici scolastici a rischio sismico, anche se lieve. Da qui l’urgenza della richiesta, pur in considerazione del fatto che “quello della sicurezza degli edifici scolastici è stato negli ultimi anni un tema al centro dell’agenda di Governo”, con uno sforzo “che ha consentito, grazie anche agli investimenti di Comuni, Città metropolitane e Province, di avviare un’importante programmazione per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’intero patrimonio scolastico”.
E’ però “indispensabile continuare a sostenere gli interventi di edilizia scolastica”, scrivono Decaro e Variati nella missiva a Fedeli, anche alla luce del fatto che all’impegno economico “non ha corrisposto un effettivo impegno di snellimento e semplificazione delle procedure, con tempi ancora lunghi nell’assegnazione delle risorse ed eccessivi passaggi tra le diverse amministrazioni centrali e regionali”.
La sicurezza delle scuole è insieme prioritaria e fondamentale per i sindaci e per gli amministratori locali in genere, naturalmente vicini alle famiglie, ai ragazzi e al personale. “La sicurezza – prosegue la lettera di Decaro e Variati – è al centro delle politiche quotidiane di sindaci e presidenti di Provincia, che devono poter contare su una stretta collaborazione istituzionale sia centrale che regionale, a cui è assegnata la funzione di programmazione”.
Per questo motivo è necessario accompagnare allo stanziamento di risorse anche “procedure straordinarie e una rapida ricognizione del fabbisogno, di cui Anci e Upi possono farsi parte diligente, con l’assegnazione diretta delle risorse per consentire un rapido avvio degli interventi necessari”. Decaro e Variati chiedono infine di conoscere “l’effettivo stato del patrimonio scolastico, attraverso i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, che sono nella disponibilità delle Regioni e del Ministero dell’Istruzione”.
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