Tremila cristiani uccisi in un anno
Nel mondo, un cristiano su dodici viene perseguitato e, secondo l’Ong di matrice evangelica Open Doors, i due terzi degli assassinii di cristiani nell’ultimo anno sono avvenuti in Nigeria.
Tra il Novembre del 2016 e l’Ottobre del 2017, più di tremila cristiani, di cui i due terzi in Nigeria, sono stati uccisi “per motivi legati al loro credo”, un numero in netta crescita afferma l’Ong Open Doors (Porte Aperte). Questa organizzazione con base a Ermelo, nei Paesi Bassi, da anni pubblica a Gennaio un “indice” dei 50 Paesi dove i cristiani sono maggiormente oppressi. Dalle analisi di quest’ultimo anno è emerso che “215 milioni” di persone sono vittime di un livello di persecuzione che va da “forte a estremo”, una cifra pari a un fedele a Cristo su dodici. La Corea del Nord è per la diciassettesima volta consecutiva in testa all’indice annuale costruito in base ad indicatori che misurano non solo le violenze esercitata e subite, ma anche un’oppressione quotidiana più discreta. Subito dopo la Corea del Nord vengono Afghanistan e Somalia.
Dal 1° Novembre 2016 al 31 Ottobre 2017, almeno 3066 cristiani sono stati uccisi per motivi legati al loro credo. E’ un numero nettamente inferiore a quello rivelato nell’indice nel 2016 (7106 morti), ma molto superiore (+154%) alla classifica del 2017 (1207 morti). La “tregua” constatata nel rapporto del 2017 è derivata dalla diminuzione dell’attività di Boko Haram, il tristemente noto gruppo jihadista nigeriano. Tuttavia gli assassinii sono ripresi in Nigeria per via degli attacchi perpetrati dai Peul, pesantemente armati contro i cristiani presenti nella striscia di territorio posta al centro del Paese, scrive Porte Aperte nel suo rendiconto, che parla di 2000 morti solo sul suolo nigeriano.
Il numero di chiese prese di mira (chiuse, attaccate, danneggiate, incendiate) pare essere in flessione: 739 luoghi di culto lo sono stati tra Novembre 2016 e Ottobre 2017, contro 1329 l’anno prima. “Questa flessione è una buona notizia, che si spiega in parte per il fatto che le chiese sono maggiormente difese dalla polizia, come per esempio in Pakistan”, spiega all’Agenzia France Presse Michel Varton, direttore di Porte Aperte Francia. Questa evoluzione non ha però impedito il sanguinario attacco jihadista commesso lo scorso Dicembre contro una chiesa metodista di Quetta (sudovest del Pakistan), avvenuto dopo il periodo analizzato dal rapporto pubblicato in questo inizio di 2018.
Open Doors avvisa che queste cifre, che tengono conto unicamente degli assassinii di cristiani “che sono provati con certezza” in base a testimonianze raccolte sul territorio, che provengono dalla stampa locale e da Internet, sono “sottodimensionate”. E così, la Corea del Nord non appare nella computa dei morti, per mancanza di “dati affidabili” provenienti dal “Paese più chiuso del pianeta”.
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L’articolo è stato ripreso e pubblicato su “Osservatorio sulla Cristianofobia”.
L’articolo è stato ripreso e pubblicato su “Osservatorio sulla Cristianofobia”.