Presidenza italiana OSCE
Con la Conferenza “Diritti umani e sicurezza nel Mediterraneo e nei Balcani. L’Agenda della Presidenza italiana dell’OSCE”, organizzata dall’Istituto Affari Internazionali e dal Centro Studi di politica Internazionale, possiamo dire che ha avuto inizio ufficialmente la Presidenza italiana OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) che, come lo stesso OSCE si definisce, è la più grande “organizzazione di sicurezza regionale al mondo”. Principalmente le sue finalità sono l’assicurazione della stabilità, della pace, della democrazia nel mondo attraverso il “dialogo politico su valori condivisi e attività pratiche” che si propongono effetti di lungo periodo.
Un “concetto di sicurezza globale” di cui fanno parte la dimensione politico-militare, economica, ambientale e umana e d’impostazione inclusiva, che consente alla sua azione politico/diplomatica di superare le divergenze e rafforzare la fiducia tra gli Stati per mezzo, come dicevamo, del dialogo e della cooperazione per la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e della ricostruzione post-conflittuale.
Il periodo di Presidenza esercitato dall’Italia durerà un anno, protraendosi per tutto il 2018, ed è esercitata dal Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale del Paese eletto, nel nostro caso Alfano. Alfano che si troverà a coordinare, in un momento particolarmente delicato, decisioni strategiche di ampio respiro, sì a 360 gradi, che definiscono le nuove priorità dell’attività dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ma che vogliono riservare un occhio di riguardo alla salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, alla promozione della sicurezza nei Balcani e nel Mediterraneo, due “bacini” che racchiudono in sé grandi potenzialità, ma, anche, tantissime fragilità strutturali e sistemiche, ma non solo: istituzionali, tensioni interetniche e “antagonismi interstatali”.
Alfano, dicevamo, per il quale “…la dimensione mediterranea è complementare e non un’alternativa alla dimensione euroasiatica dell’OSCE” in riferimento alla crisi migratoria. Sul cui tema di dilunga, proseguendo: “… intendiamo affrontare questa sfida non solo da un punto di vista della sicurezza, ma anche attraverso la lotta contro l’intolleranza e la discriminazione, promuovendo il pluralismo, l’inclusione e il dialogo interculturale e interreligioso, che sono le basi vere della pace e della sicurezza”. Funzioni di Presidenza in cui l’Italia sarà coadiuvata, com’è prassi, dalla presidenza uscente – Austria – e da quella entrante nel 2019, la Slovacchia. Tre presidenze che opereranno in modo coordinato in quella che è chiamata “Troika OSCE”.
Presidenza in corso del 2018 dell’OSCE che fa seguito a quella che l’Italia ha avuto nel 2017 di Presidenza del “Gruppo di Contatto” con i sei Paesi partner mediterranei dell’OSCE e precede quella che avrà nel 2019 di Presidenza del “Gruppo di Contatto” con i cinque Paesi partner asiatici dell’Organizzazione. Dallo scorso 1 ottobre l’Italia presiede anche l’Advisory Committee on Management and Finance dell’OSCE, funzione che gli spetta in quanto tocca d’abitudine al Paese che esercita la “Presidenza entrante”.
La presidenza a guida Alfano vuole concentrarsi, stando alle sue stesse affermazioni, a superare le divisioni all’interno della coalizione tra gli Stati che ne fanno parte: “…l’OSCE è un’Organizzazione che ha sempre raggiunto risultati concreti quando tutti i suoi Stati hanno collaborato costruttivamente e con un autentico spirito di responsabilità condivisa – sottolinea il nostro Ministro degli Esteri, proseguendo…- l’Italia continuerà a sostenere tutti gli sforzi per una risoluzione pacifica del conflitto, sollecitando la piena attuazione degli Accordi di Minsk”.
Per Alfano, in linea con le finalità dell’OSCE, quello che occorre nella strategie di geopolitica internazionale, per garantire l’equilibrio politico e la garanzia dei diritti umani, è perseguire strategie di “sicurezza globale” “…che dovrebbero scongiurare le minacce transnazionali, proteggendo nel contempo i diritti umani e le libertà fondamentali, investendo nell’istruzione e nella cultura, ma anche rafforzando il ruolo delle donne e dei giovani. Sotto il profilo economico la priorità sarà quella di colmare “la disparità di uguaglianza” attraverso una “leadership responsabile”. Ricercare la “sicurezza e il progresso economico anche attraverso l’innovazione”, e la tutela dei diritti umani, per Alfano sono come “la tutela delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto aspetti legati in maniera imprescindibile alla nostra sicurezza”. Quello che può essere considerato ilo “filo d’Arianna” della Presidenza Alfano OSCE è: “…l’universalità e l’indivisibilità di tutti i diritti fondamentali e il contrasto a ogni forma di discriminazione, di intolleranza e alla tratta di esseri umani”.
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