Le maioliche dello speziale e i loro segreti
Palermo – Ogni città possiede una farmacia antica dove capita di vedere esposti, all’interno di possenti librerie, dei bellissimi e coloratissimi contenitori in ceramica che un tempo ospitavano le erbe officinali e le pregiate e rare spezie. Tutto ciò fa parte della cultura del passato ma se vi capita di imbattervi in ambienti simili sappiate che siete in una farmacia storica; oggi questi contenitori, diventati ormai rari, possono essere ammirati a Palermo nel Palazzo Branciforte, all’interno della mostra Maiolica, i corredi dello speziale XVII-XVIII secolo.
Cilindri, bocce, bottiglie, bricchi ed albarelli fanno parte dell’antica tradizione ceramista, lunga quattro secoli di storia, per cui è nota la Sicilia e che ruotava intorno alle città di Caltagirone, Burgio, Sciacca, Collesano, Trapani e la stessa Palermo; laboratori che rifornivano tutto il Mediterraneo entro i cui confini si commercializzavano le spezie provenienti dall’oriente.
Questa interessante mostra comprende 170 pezzi provenienti dalle collezioni private dell’isola ed, a causa della loro fragilità, un numero ristretto di persone potrà ammirarle a turno all’interno di visite guidate, ma solo fino al 18 Febbraio prossimo chiusura della mostra.
L’esposizione, ideata da Emanuela Tortorici dell’associazione BALAT (Beni artistici per un lavoro attivo sul territorio), ruota intorno al fascino artistico di queste ceramiche, alla storia che rappresentano, infatti le maioliche degli speziali e dei farmacisti si distinguevano da quelle in possesso delle chiese anche per le immagini profane, sarà interessante attraversare gli spazi che le ospitano ripercorrendo la storia di questi antichi scrigni.
Come descrivono Rosario Daidone e Michele Tortorici del comitato scientifico della mostra, la cultura che si cela dietro queste ceramiche pone importanti riflessioni non soltanto sulla diffusione dell’aromaterapia per quell’epoca, ma anche al significato associato al possesso di queste ceramiche che garantiva fama e prestigio, insomma dei simboli facilmente riconoscibili che conferivano anche garanzia di affidabilità.
Questa esposizione, allestita da Carola Arrivas Bajardi, è occasione per visitare una città ricca di storia che quest’anno è stata eletta capitale della cultura, grazie al ricco patrimonio artistico, in parte poco conosciuto e che merita di essere scoperto. Palermo con i suoi edifici storici fonde diverse culture insieme, quella araba che si intravede nell’architettura di alcuni edifici, quella normanna che si osserva in alcune chiese e quella spagnola come i Quattro Canti di Palermo del 1608 o la Porta Spagnola del 1681; per non parlare del valore artistico della sede stessa della mostra, riaperta nel 2012 dopo un’importante restauro affidato all’architetto Gae Aulenti.
Insomma questa mostra, promossa dalla Fondazione Sicilia, si inserisce in un contesto privilegiato che promuove un patrimonio estremamente ricco di cultura e bellezza sempre a disposizione, anche di chi non riuscirà a visitare la mostra, questi potranno però contare sulle fotografie di Rori Palazzo e i testi di Rosario Daidone inseriti nel catalogo della mostra, che contribuirà a dare la massima diffusione alla tradizione della maiolica siciliana.
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