L’intelligenza artificiale esplora il Clima
Il clima peggiora a velocità vorticosa: tempeste tropicali di violenza mai vista prima ad ora, uragani sempre più numerosi e sempre più distruttivi, tornadi infiniti nel Sud degli USA e non solo, alluvioni, disastri ambientali, valanghe in Italia e in Europa, temperatura degli Oceani che a settembre dello scorso anno ha battuto il record da oltre 100 anni toccando i +17,8° sono solo alcuni possibili esempi di una situazione sempre meno gestibile e comprensibile a livello ambientale se non si risale alle cause che l’hanno prodotta come inquinamento, riscaldamento globale e quant’altro.
In questo contesto il CNR sviluppa un’applicazione in grado di studiare i cambiamenti climatici. Frutto di una Ricerca condotta dall’Iia-CNR (Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche) e pubblicata sulla rivista “Scientific Reports” del gruppo Nature, in collaborazione con l’Università di Torino e l’Università di Roma Tre, dimostra che “reti di neuroni artificiali” (le “reti neuronali”) sono in grado di apprendere il funzionamento del sistema climatico, studiando i dati acquisiti e osservati nel passato e conferma che l’uomo con la sua azioni sul Pianeta è la causa principale del riscaldamento globale a cui stiamo assistendo, consentendoci, allo stesso modo, di fare nuove scoperte sui cambiamenti climatici che si osservano.
Questo cervello artificiale, di cui il primo prototipo nazionale è del CNR (di intelligenza artificiale applicata al Climate Change e al surriscaldamento globale), che mima un cervello umano, si propone di esplorare le molteplici “teleconnessioni” che si instaurano tra diversi elementi che compongono il clima della Terra.
Si tratta di una scoperta di straordinaria importanza perché dimostra come i modelli di reti di neuroni artificiali siano in grado di “comprendere” i rapporti tra gli influssi dell’uomo sul cosmo, la natura, l’ambiente e il “comportamento climatico” e le stesse influenze della natura sul clima, aiutandoci ad evitare questo genere di disastri prima che si verifichino con conseguenze sull’ambiente, economiche, sul piano umano e sociale.
Per spiegare che genere di influenza e interazione si determina Antonello Pasini, ricercatore dell’Iia-CNR e primo autore della ricerca, ricorre a un semplice esempio: “…il cervello di un bambino che cresce aggiusta pian piano i propri circuiti neuronali e impara infine semplici regole e relazioni causa-effetto che regolano l’ambiente in cui vive, per esempio muoversi correttamente all’interno di esso… – e continua Pasini – …come questo bimbo, il modello di cervello artificiale che abbiamo sviluppato ha studiato i cambiamenti climatici disponibili e ha trovato le relazioni tra i fattori naturali o umani e cambiamenti del clima, in particolare quelli della temperatura globale”.
Sostanzialmente si tratta di un meccanismo che imita il comportamento di una sinapsi del nostro cervello: elabora gli stimoli che gli provengono dall’ambiente esterno, in cui l’applicazione è posta, in conseguenza del cambiamento delle condizioni ambientali in cui è inserita.
Lo Studio del CNR, attraverso una ricerca scientifica, in ossequio, quindi, dei criteri propri del metodo scientifico, che si propone di arrivare a risultati oggettivi e inattaccabili, raggiunti mediante un processo empirico, obiettivo, incontrovertibile, non falsificabile e condivisibile, fedele a quello che viene definito: il “Metodo scientifico sperimentale”, introdotto da Galileo nel ‘600, di studio di dati empirici collegati tra loro, idonei a successive elaborazioni, sottoposti a un processo di analisi razionale, affinché i risultati raggiunti non siano più suscettibili della “dinamica dei sottosistemi” che caratterizzavano i modelli climatici classici in passato.
E solo brevemente ricordiamo che la “questione del Metodo” è un’eredità platonica, che avuto il suo trionfo con il “Discorso sul metodo” di Cartesio (1637). Prima più che di un “metodo generale della scienza (vale a dire del “retto cammino da percorrere per giungere alla verità”) si parlava come Bacone teorizzava di un “Nuovo Organo”, cioè di una nuova logica, di una serie di procedure, come le galileiane “sensate esperienze” o “dimostrazioni” destinate a supportare un sapere scientifico veramente degno di essere definito tale.
Semplificando: i sottoinsiemi di un modello climatico non sono altro che l’atmosfera, gli oceani, i ghiacci, le terre, la biosfera. Su questi sottoinsiemi agiscono gli influssi esterni: quelli naturali come ad esempio la radiazione solare e le polveri vulcaniche e quelli di origine umana come l’aumento di gas ad effetto serra, come l’anidride carbonica, gli altri fattori inquinanti, la deforestazione, etc etc.
Inserendo le informazioni nel “cervello artificiale” che di fatto è privo di contenuti, ovvero i “diversi elementi perturbativi ambientali esterni” osservati, il cervello gradualmente “impara” accelerando la nascita di nuove sinapsi oltra a consolidare quelle esistenti, fino a fissarsi definitivamente con la scoperta delle “leggi di funzionamento del sistema”. In questo modo la Ricerca ha individuato le cause dei cambiamenti climatici e sono riusciti, al CNR, utilizzando le informazioni e i dati in loro possesso a risalire alle cause delle variazioni ambientali anomale, a ritroso, fino al 1910.
La Ricerca ha dimostrato che, senza dubbio, l’aumento di concentrazione dei gas serra a causa principalmente della deforestazione e alle combustioni fossili è il motivo dei disastro climatico che stiamo vivendo.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione