Yemen, Sanaa devastata da tre anni di guerra
I dati dei radar satellitari dell’Agenzia Spaziale Europea mostrano l’ampiezza delle distruzioni di Sanaa. La capitale dello Yemen, di cui una parte è patrimonio dell’Unesco, è preda di una guerra che devasta il Paese da tre anni.
Lo Yemen è in pieno caos da ben tre anni. Travolto da una guerra che ha causato la morte di più di 9000 persone dal Marzo 2015, data dell’offensiva portata avanti dalla coalizione araba contro i ribelli Huthi, che si sono impossessati della capitale Sanaa nel Settembre del 2014, e hanno posto sotto il loro controllo parti del territorio a nord del Paese. I dati provenienti dai radar satellitari (Radar ad Apertura Sintetica, SAR) che appartengono all’ESA,analizzati e catalogati dalla Masae Analytics, una società privata specializzata nella raccolta e analisi dei dati, permettono di misurare l’ampiezza delle distruzioni nella capitale nel periodo che va da Febbraio-Marzo 2015 a Maggio 2017.
Dalla sua entrata nel conflitto, la coalizione militare araba diretta dall’Arabia Saudita è l’unica a compiere raid aerei sullo Yemen, in sostegno delle forze filogovernative. “La vastità delle devastazioni a Sanaa è considerevole, visto che tutta la città ne è stata colpita, dichiara a France 24 Emmanuel de Dinechin, direttore associato della Masae Analytics. Ci sono zone visibili sulla mappa che sono state prese di mira sin dall’inizio, e che sono state bombardate a tappeto ripetutamente e in modo ricorrente durante il periodo analizzato”. Per via del vuoto di sicurezza e del blocco aereo, navale e terrestre imposto dalla coalizione, gli operatori umanitaria non possono lavorare nello Yemen condizioni decenti, ora questo tipo di immagini satellitari permette di farsi un’idea sull’ampiezza delle distruzioni, di collocarle geograficamente e datarle. “Si tratta di dati accessibili a tutti, registrati ad intervalli di sei giorni l’una dall’altra, che permettono di rivelare, quando la geografia del territorio preso in considerazione lo permette, infinitesimali cambiamenti altimetrici”, precisa Emmanuel de Dinechin.
Cambiamenti, definiti come incongruenze che possono spiegarsi (la vegetazione, igli specchi d’acqua, le strade,i parcheggi sono per loro natura delle fonti di incongruenza) come non avere spiegazione. “Solitamente, quando non c’è spiegazione, si tratta di edifici che sono potuti essere lesionati da distruzioni volontarie o involontarie, soprattutto nel quadro di un conflitto”, sottolinea de Dinechin. In passato, i dati derivati dai radar satellitari sono stati utilizzati in caso di catastrofi naturali e terremoti, perché permettono di analizzare in modo immediato i dati provenienti da città intere. Per maggiore attendibilità, vengono utilizzati come complemento dei dati satellitari altri strumenti come l’imaging ottico, per capire se le incongruenze corrispondono a livelli di distruzione più o meno gravi. La tecnica di imaging ottico utilizzata da sola, è paradossalmente meno precisa quando si tratta di misurare distruzioni su larga scala, e, come afferma Emmanuel de Dinechin, “può dare una visione piuttosto distorta”.
Finora, malgrado un considerevole sforzo bellico, la coalizione non è riuscita a cacciare dalla capitale yemenita i ribelli sciiti, appoggiati dall’Iran. Ryad e i suoi alleati vengono frequentemente accusati di bombardare mercati, ospedali e altri obbiettivi civili come le zone residenziali. Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso, lo scorso Settembre, di inviare degli esperti internazionali per indagare sulle accuse di crimini di guerra commessi nel Paese. Il conflitto in Yemen ha avuto un effetto devastante in campo sanitario, dove un’epidemia di colera di ampie dimensioni ha provocato, secondo le Nazioni Unite, “la peggiore crisi umanitaria del mondo”. Siamo entrati nel quarto anno di conflitto.
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