Corpo e anima (Film, 2017)
Corpo e anima di Ildikó Enyedi è cinema d’autore che ricorda i migliori lavori di Bergman, per introspezione psicologica e tempi di montaggio, colonna sonora, parti oniriche e metafore poetiche. Vince l’Orso d’oro alla 67° edizione del Festival di Berlino, da sempre rassegna attenta al miglior cinema impegnato, aliena da compromessi con la parte spettacolare e commerciale. On Body and Soul – questo il titolo internazionale – è stato scelto per rappresentare l’Ungheria agli Oscar 2018 e ha partecipato in concorso al Festival di Berlino.
Un piccolo film, dal soggetto poetico e in parte surreale che racconta una singolare storia d’amore, sbocciata per caso, tra le atrocità quotidiane di un mattatoio ungherese. Mária (Borbély) e Endre (Morcsányi) lavorano in un mattatoio, la ragazza è una pignola responsabile del controllo qualità, l’uomo è il direttore finanziario. Sono due personaggi solitari quanto diversi, la prima autistica incapace di provare sentimenti ed emozioni, il secondo reduce da un passato da seduttore impenitente. Per caso scoprono di avere un sogno in comune: di notte si ritrovano immersi tra conifere, acqua sorgiva e neve sotto forma di cerva e cervo. Una psicologa indaga e scopre il collegamento che produce un cambiamento insperato nella vita dei due personaggi, con conseguenze a tratti drammatiche ma che spesso sfociano in commedia grottesca.
Non sveliamo il finale ma diciamo che la regista racconta una storia d’amore in maniera non convenzionale e che la metafora poetica dei cervi – inserita come parte onirica – è una delle cose più azzeccate, insieme a una colonna sonora struggente e passionale. Punto di partenza la poesia di Agnes Nemes Nagy dove si narra in forma lirica la vicenda di un cuore catturato tra spesse nubi di neve che riesce comunque a consumare il suo volo. La regista scrive una storia d’amore complessa, quasi impossibile, a tratti drammatica, tra due persone che non si sarebbero mai potute incontrare se non avessero scoperto un sottile legame sotto forma di sogno. Ottima la fotografia ungherese, sia la parte cittadina tra tristi casermoni sovietici e case solitarie come la stupenda parte tra boschi di conifere che vive nei momenti onirici. Disturbante il crudo realismo delle sequenze realizzate in un vero mattatoio, sotto forma di denuncia sociale. Sceneggiatura perfetta, senza tempi morti, nonostante una lunghezza quasi eccessiva per una trama ai minimi termini. Tecnica di regia sopraffina ma semplice, senza virtuosismi eccessivi, lineare e tradizionale, alla Bergman.
Un film da camera, teatrale, interpretato benissimo dai due attori principali, che hanno i volti giusti e le movenze richieste per dare vita a un’insolita storia d’amore. Da scoprire. Noi l’abbiamo visto grazie al Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica.
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Regia: Ildikó Enyedi. Soggetto e Sceneggiatura: Ildikó Enyedi. Fotografia: Máté Herbai. Montaggio: Károly Szalai. Scenografie: Imola Láng. Musiche: Adam Balazs. Produzione: Inforg – M&M Film Kft. Distribuzione: Movies Inspired. Paese di Produzione: Ungheria. Genere: Commedia, Drammatico. Durata: 116’. Titolo Originale: Testről és lélekről. Titolo Internazionale: On Body and Soul. Interpreti: Géza Morcsányi, Alexandra Borbély, Zoltán Schneider, Ervin Nagy, Tomás Jordán, Zsuzsa Járó.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]