Il Principe William in Israele
Anche se che la storia della famiglia Windsor porta con sé poco apprezzabili tracce di antisemitismo, Elisabetta II non si è mai recata in visita ufficiale nello Stato Ebraico per recuperare il rapporto tra i due Paesi. Ecco perché sono in molti a definire “un evento” il viaggio del Principe William in Israele nella prossima estate.
La Regina è sicuramente la cittadina britannica ad aver più di tutti viaggiato per il Mondo, macinando chilometri senza passaporto visto che ne è esentata. Durante questi tour de force ufficiali, Elisabetta II ha visto di tutto, cose belle e cose meno belle. Si è recata in tutte le ex colonie britanniche, eccezion fatta per Israele. Il viaggio ufficiale del Principe William nello Stato Ebraico (e nei territori palestinesi) previsto per l’estate prossima è per questo considerato un evento straordinario per un membro così in vista della famiglia reale. Senz’altro, la visita di suo nipote ha riportato l’attenzione sul comportamento ambiguo di Elisabetta II nei confronti di Israele, e non solo, anche nei confronti della comunità ebraica britannica, seconda in Europa per importanza. Sicuramente la famiglia reale non può essere accusata di antisemitismo, visto che si pone è al di sopra di qualsiasi religione, classe sociale e razza. Rimane il fatto che la regina è sempre rimasta molto vicina all’alta aristocrazia protestante. Le persone a lei più vicine, le sue dame di compagnia, provengono esclusivamente dalla nobiltà più alta. In un Paese dove le divisioni tra classi si percepiscono più che altrove, la comunità ebraica (come tra l’altro i cattolici) non è mai stata a stretto contatto con il Palazzo reale. Alcuni appartenenti alla famiglia Windsor, come la Principessa Margaret o la stessa Regina Madre, hanno espresso in privato commenti scortesi sugli Ebrei. Durante il suo divorzio con il Principe Carlo, la Principessa Diana, aristocratica di alto lignaggio, ha riconosciuto che il suo avvocato, Anthony Julius, era stato il primo ebreo che avesse mai frequentato. In un Regno dove la comunità ebraica ha avuto un ruolo di primo piano, nessun ebreo ha mai avuto incarichi rilevanti a Buckingham Palace.
La storia della famiglia Windsor, di origine tedesca, è pervasa di antisemitismo. La Regina Vittoria condivideva i pregiudizi di suo marito, il Principe Alberto di Sassia-Coburgo-Gotha. D’accordo con i suoi primi capi di Governo aristocratici, ha per lungo tempo rifiutato di conferire titoli nobiliari a Ebrei illustri. E se il suo Primo Ministro preferito, Benjamin Disraeli, architetto dell’avventura imperiale, al potere dal 1874 al 1880, era di origine ebraica, era stato convertito alla religione Anglicana, religione di Stato. Negli anni ’30, Re Giorgio VI e sua moglie appoggiavano la politica di riconciliazione con Hitler voluta dal Primo Ministro, Neville Chamberalin. Per paura del comunismo ma anche per una venatura di antisemitismo, gran parte della nobiltà non nascondeva le proprie simpatie per le camicie nere del nazista Oswald Mosley, lui stesso legato alle più importanti famiglie della nobiltà britannica per via del suo matrimonio con una delle figlie di Lord Mitford. Edoardo VIII, diventato Duca di Windsor dopo la sua abdicazione nel 1936, appoggiava apertamente il III Reich. Winston Churchill, discendente della famiglia Marlborough, era l’eccezione che conferma la regola in questa alta società dove l’antisemitismo veniva espresso senza troppe remore.
Le condizioni drammatiche in cui nacque Israele nel 1947, hanno profondamente colpito i Windsor, molto legati alle monarchie del Medio Oriente, in particolare l’Egitto, l’Irak e la Giordania. Lo spiccato panarabismo era una chiara reazione alla dichiarazione Balfour del 1917, che aveva gettato le basi per la creazione di uno Stato Ebraico in Palestina. Gli attacchi degli estremisti ebrei, come quelli dell’Irgun contro i militari britannici, perpetrati tra il 1945 e il 1947, e soprattutto la distruzione dell’Albergo King David (91 morti nel Luglio del 1946), quartier generale dell’esercito britannico in Palestina, avevano sconvolto Re Giorgio VI, capo delle forze armate. Per quanto riguarda la Regina Elisabetta, salita al trono nel 1952, non ha mai dimenticato come il suo Primo Ministro, Anthony Eden, gli avesse nascosto i preparativi per la disastrosa operazione franco-anglo-israeliana a Suez nell’Ottobre 1956. Fino alla visita del Principe William, i Windsor hanno limitato al minimo indispensabile i loro contatti con Israele. Ricordiamo tuttavia la significativa partecipazione del Principe Carlo, erede al trono, ai funerali dell’ex Primo Ministro israeliano Rabin nel 1995. E il duca di Edimburgo, marito della Regina Elisabetta II, era andato a pregare sulla tomba di sua madre, Alice di Grecia, sul Monte degli Ulivi. Durante quella visita, il Principe Filippo aveva visitato anche il memoriale Yad Vashem dedicato alle vittime dell’Olocausto, dove sua madre era stata onorata tra i Giusti tra le Nazioni per aver aiutato ebrei vittime di persecuzioni in Grecia.
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