Italia delle Regioni

Un documento per un “Patto per la crescita” è stato esaminato il 21 marzo dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. “Il documento è stato condiviso dalle regioni all’unanimità, ora aspettiamo che ci sia un governo per avviare un confronto, cosa che chiediamo da almeno un triennio”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti. “Questo  documento – ha aggiunto Toti, che è anche Presidente della Liguria – contiene una serie di punti, tra cui la necessità di maggiori investimenti e crescita e la necessità di coinvolgere le regioni e svincolare gli investimenti pubblici, che sono fermi”. Insomma, maggiori investimenti e di crescita, coinvolgimento delle Regioni e svincolo degli investimenti pubblici per far crescere il Paese”.

“Credo che il prossimo Parlamento debba affrontare il tema della apertura dei cantieri, una fase ancora troppo lunga. Poi c’è il tema della Protezione civile, è evidente che nell’ultima legislatura un pezzo di strada è stata fatta, ma bisogna continuare a efficientare e integrare i nuclei di Protezione civile”. A dirlo è stato il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, intervenendo nel corso del convegno alla Camera per la presentazione del “Rapporto ambiente di sistema -annuario dei dati ambientali – dell’Ispra”. “Siamo alla vigilia della nuova programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione  Fsc  – ha aggiunto Toti – allora bisognerà lavorare anche perché queste risorse vadano orientate alla tutela del nostro territorio. In tema di bilancio, inoltre, credo si debba ragionare sul fatto che alcuni investimenti di alta qualità dovrebbero essere escluse dal patto di Stabilità o gestiti nell’ambito degli avanzi di bilancio”.

“Si apre un quinquiennio importante sia per il Parlamento italiano che per quello europeo – ha concluso Toti – e credo che tutte le forze politiche abbiano acquisito la consapevolezza di cosa voglia dire parlare di ambiente. Certamente lo hanno fatto le Regioni. Abbiamo davanti a noi obiettivi difficili, uno su tutti le discariche, ma penso che consapevolezza sia ormai radicata e profonda e che oggi ci siano tutte le condizioni per un buono e proficuo lavoro. Credo sia cresciuta la consapevolezza che investire sull’ambiente  porti un investimento proficuo per il Paese, non solo perché l’ambiente è un asset importante, anche per il sistema turistico e  per la tutela del paesaggio, ma anche perché’ tutti gli  amministratori locali sanno benissimo quanto e’ costoso intervenire dopo, prevenire è un lavoro assai più economico e serio che non curare”.

In Italia la consapevolezza sui temi ambientali “è maturata molto. Le istituzioni hanno imparato a collaborare, ma c’è ancora molto da fare. Oggi il tema dello sviluppo sostenibile è al centro dell’agenda, mi auguro, di questo parlamento, del prossimo parlamento europeo e certamente delle Regioni. L’ambiente e un’opportunità di sviluppo, un asset da curare con grande attenzione. Siamo sulla strada giusta ma il cammino è ancora lungo”. Più in generale sui temi ambientali “bisogna trovare un equilibrio tra le oscillazioni, talvolta molto vaste, che ci sono state tra il disinteresse e l’intervento in modo spropositato che rende difficile le opere e gli interventi necessari”, ha aggiunto Toti e “l’equilibrio dello sviluppo sostenibile a cui si è arrivati è quello su cui lavorare. Il tema ambientale – ha concluso – è sempre più verticale per il ruolo svolto dall’Europa e dal mondo ed è sempre più orizzontale per le politiche concorrenti. Prevenire è assai più economico e serio che curare dopo i terremoti, le alluvioni e il dissesto idrogeologico”.

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha affrontato il “tema ambiente” partendo dalle grandi problematiche: “in cima alle preoccupazioni globali c’è la questione climatica: abbiamo visto direttamente, famiglie e cittadini, come questa non sia solo una questione globale che riguarda l’Africa o i mari artici”, “i cambiamenti climatici sempre piu chiaramente” hanno “conseguenze visibili e misurabili nel nostro Paese.  Abbiamo in particolare sperimentato l’alternarsi e il combinarsi assieme di precipitazioni inusuali per violenza e intensità – ha sottolineato Gentiloni – e contemporaneamente periodi di intensa siccità nel nostro Paese”. Condizioni, queste ultime, “che hanno fatto decidere al governo svariati stati di emergenza per la questione siccità, da ultimo in Sicilia, ma numerosissimi nell’ultimo periodo”, dice il presidente del Consiglio, verificatisi per di più “contemporaneamente a precipitazioni nevose come quelle del  febbraio 2017 con le tragedie che ricordiamo”. “Dalla Green economy viene un’innovazione speciale: perché‚ non distrugge posti di lavoro e anzi potenzialmente ne può creare. E l’altro aspetto è che si tratta di un settore in cui l’Italia è molto competitiva”.

“La fotografia che il rapporto ci fornisce – ha aggiunto Gentiloni – testimonia l’impegno delle autorità nazionali e locali e della consapevolezza dei nostri cittadini che ci ha permesso di fare dei passi in avanti. E questa fotografia ci dice anche che l’allarme non è cessato e che i cittadini hanno ben chiaro questo tema e la sua centralità. E’ importante per chi ha responsabilità di Governo, sia nazionale che locale, abbia la consapevolezza non solo dell’allarme ma anche della grande opportunità che questi temi rappresentano”. “Sono certo che la ricostruzione” delle zone colpite dai terremoti “resterà in cima all’agenda di Governo, come lo è stata in questi mesi e anni, per i prossimi mesi e i prossimi anni”.

Dal rapporto Ispra emerge “una foto in chiaroscuro anche sui rifiuti, il nostro Paese è contemporaneamente tra i più avanzati per l’economia circolare, l’utilizzo di materie seconde come prime, ma ancora non sono stati raggiunti i target sulla differenziata, con differenze tra varie parti d’Italia”. Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, lo dice intervenendo alla presentazione del rapporto Ispra, oggi alla Camera. Ad esempio portare il conferimento di rifiuti nelle “discariche sotto il 10% 2035 è un traguardo europeo che “Il panorama che riguarda il suolo, l’assetto idrogeologico, il consumo di suolo – ha aggiunto – registra una consapevolezza accresciuta, i Governi hanno destinato molte risorse al risanamento” ma “i dati sul consumo di suolo ci dicono che ancora non abbiamo capito la lezione”.

“In questi anni abbiamo impostato un lavoro serio, quel lavoro non va solo continuato ma va migliorato. La mia speranza è che il ministro che verrà dopo di me sia molto più bravo di me. A chi verrà chiedo solo di fare quello che abbiamo fatto noi e di continuarlo”. A dirlo è stato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nel corso del convegno, citando, tra i vari temi, quello della qualità dell’aria e quello dei rifiuti. Su quest’ultimo punto Galletti ha dichiarato: “Abbiamo ancora il grande problema delle discariche, siamo passati dal 40% di ricorso in discarica al 25% ma è ancora troppo. Per continuare a scendere c’è bisogno di dotarsi di una impiantistica adatta. C’è poco da fare, e invito le regioni ed adottare tutte le misure per chiudere il ciclo dei rifiuti. “Sull’acqua abbiamo fatto molto, soprattutto a livello di governance – ha proseguito Galletti – e abbiamo ristrutturato l’intero sistema, siamo passati da 35 a 7 distretti idrografici”.

Non siamo riusciti a fare la legge sul consumo del suolo. Quella legge andava fatta, probabilmente non c’erano le condizioni politiche per farla, perlomeno questa è stata la sensazione, e io credo che il prossimo Parlamento debba farla subito. Ma non chiamiamola più consumo di suolo, perché‚ spaventa, chiamiamola legge sulla rigenerazione urbana, perché dobbiamo incentivare a usare le aree dismesse”.

“Abbiamo iniziato un percorso per cambiare radicalmente i sistemi di controllo sull’ambiente, la governance dei sistemi ambientali è determinante, le nostre Arpa sono adatte a fare questo mestiere, ma si devono mettere nelle condizioni di poterlo fare”, ha aggiunto Galletti. “Il rapporto ci dice che andiamo bene, i dati sono in miglioramento ma dobbiamo fare di più” ha aggiunto Galletti, “abbiamo impostato un lavoro serio, vero, e quel lavoro non va solo continuato ma anche migliorato, la mia speranza è che il prossimo ministro dell’Ambiente sia molto più bravo di me.

Sui rifiuti il dato della raccolta differenziata ci dice che e’ partita a macchia di leopardo, ci sono delle zone ancora indietro, abbiamo ancora il problema grande delle discariche, siamo calati dal 40 al 25% con i rifiuti in discarica, ma è ancora troppo soprattutto in certe regioni il ricorso alle discariche non è più tollerabile.  Un’altra legge che mi sarebbe piaciuta fare è quella sui parchi. Ci siamo andati ad un un centimetro. E’ una legge che porterebbe vantaggio all’Italia, perché abbiamo i parchi e le aree marine più belle del mondo. Dobbiamo essere in grado di mettere le nostre aree protette nelle condizioni non solo di tutelare il territorio, ma anche di essere dei grandi sistemi di crescita del Paese, non solo per il turismo ma anche per la green economy. Ci vuole – ha concluso Galletti – un salto di qualità”.

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