Bardonecchia, molto rumore per poco
L’operato dei doganieri francesi a Bardonecchia è sicuramente antipatico. Dubito però molto che fosse illegale. Spesso ci dimentichiamo che ci sono accordi europei che abbiamo liberamente accettati fin dal 1960, che consentono controlli reciproci oltrefrontiera. La stessa nota, piuttosto imbarazzata, del Questore di Genova, lo riconosce. Ma non ce n’era bisogno. Il Trattato di Schengen, al quale abbiamo entusiasticamente partecipato, lo possono leggere tutti.
Può darsi che gli agenti francesi abbiano mancato ad una norma, esplicita o meno, di semplice cortesia, che impone la notifica preventiva alla controparte, notifica che in questo caso pare non vi sia stata. Affrettata arroganza gallica? Mettiamo di sì. Ma quello che risulta ridicolo è il coro di indignazioni che, questa volta, ha riguardato l’intero arco delle forze politiche italiane. Che la Farnesina reagisse chiedendo spiegazioni alla Francia attraverso gli Ambasciatori, è normale e corretto. Ma la rincorsa a lanciare proclami altisonanti prima di conoscere i fatti, è davvero indecente. Fiere dichiarazioni che “così non si fa l’Europa”, che “l’Italia non è una colonia della Francia”, tutto questo per un atto, magari sconsiderato – compiuto da qualche agente a basso livello, non dal Governo di Parigi – rappresenta davvero il peggio di una scompostezza patriottarda che sa di tempi remoti e, pensavamo, superati. Ma davvero il prelievo di urine di un nigeriano deve diventare un affare di stato, tra due Paesi soci, alleati e amici?
Tutti, proprio tutti, hanno detto sciocchezze (il più moderato è stato Di Maio, che ha elogiato la reazione del Governo e chiesto un accertamento dei fatti). Inqualificabile la reazione di LeU (ma si capisce, a loro secca che si controlli un immigrato africano). Ma la peggiore sciocchezza l’ha detta, come sempre, Salvini, dichiarando che si dovrebbero “espellere i diplomatici francesi, non quelli russi”. Mettendo sullo stesso piano un controllo di urine con l’avvelenamento con gas nervino a Salisbury. Dalla Merkel e da Macron, ha dichiarato il fiero allobrogo, l’Italia non accetta lezioni (ma la Lega non è il partito che l’Italia voleva dividerla in due?). Si sa, lui le lezioni le accetta da quei fiorellini della democrazia e del rispetto degli altri che sono Putin e Trump.
L’incidente suppongo, sarà prima o poi chiuso, i rapporti bilaterali sono troppo importanti e il Governo francese ha dato prova di buon senso sospendendo i controlli oltrefrontiera e ricordando che l’Italia “è una nazione sorella”. Personalmente, confido nell’intelligente azione della nostra Ambasciatrice a Parigi, Teresa Castaldo, che ha dato tante prove di abilità a Buenos Aires.
Però, la monumentale stupidità delle reazioni salviniane resta. Un tipo così è davvero pericoloso. Affidare nelle sue mani la politica estera del nostro Paese sarebbe un suicidio.
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3 Comments
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il carattere di un popolo è la sua storia.
Caro giornalista, mi meravigliano un po’ alcune sue dichiarazioni inserite nell’articolo. Forse il caso è stato anche un po’ montato (trattandosi poi di controlli su un extracomunitario saranno in molti a pensarlo) ma non sono assolutamente d’accordo con Lei quando sostiene “gesto magari sconsiderato, compiuto da qualche agente a basso livello, non dal governo di Parigi”. Le spiacerebbe spiegare perché soprattutto in Italia, siamo abituati a dare le colpe ai padri per le marachelle dei figli, a condannare i vertici per i propri subalterni, ad additare i professori per gli alunni scapestrati mentre Lei ritiene che il governo è incolpevole? Dove sta la responsabilità oggettiva?
Le auguro comunque buon lavoro e buona giornata
Luigi