Loving Vincent (Film, 2017)
Un film straordinario che dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, come il cinema di animazione non sia più un territorio di esclusiva competenza nordamericana. Sono lontani i tempi in cui polacchi e inglesi producevano noiosi cartoni animati – soprattutto i primi – che facevano fuggire il pubblico a gambe levate non appena si pronunciava il nome del paese di origine.
Dorota Kobiela e Hugh Welchman sceneggiano e dirigono un lavoro interessante, distribuito nei cinema italiani per tre soli giorni, dal 16 al 18 ottobre 2017, con una replica il 20 novembre. Io che vivo in provincia l’ho visto al cinema il 19 dicembre, perché in una grande sala cittadina è stato programmato il 18 e il 19, come spettacolo evento, dato che in tre giorni aveva totalizzato ben 130 mila spettatori sul territorio nazionale. Mica poco in questi tempi barbari e incolti, se si pensa che non è un cartone animato commerciale, né un film per bambini, ma animazione per adulti, pensata per narrare vita, opere e morte di Vincent Van Gogh.
In sintesi la trama. Francia del 1891, pochi mesi dopo la morte per suicidio di Vincent Van Gogh. Armand Roulin deve recapitare una lettera al fratello del pittore, Theo Van Gogh, su incarico del padre postino. Il film procede alternando poetici flashback in bianco e nero e coloratissime sequenze in tempo reale, seguendo i diversi punti di vista dei protagonisti, che narrano la complessa vicenda di un pittore folle e geniale. La trama si dipana come una sorta di giallo atipico sulle cause della morte dell’artista, mentre le sequenze ricalcano lo stile, i soggetti delle tele e le immagini che hanno accompagnato la tormentata vita di Van Gogh (girasoli, campagne in fiore, giornate di pioggia, autoritratti, figure femminili e maschili).
Un film originale, impensabile fino a pochi anni fa, dipinto su tela, sulla base di mille dipinti rielaborati da 125 artisti provenienti da ogni parte del mondo. Un omaggio all’arte di Vincent Van Gogh, un atto d’amore che il pubblico ha dimostrato di apprezzare, persino in provincia, dove abbiamo avuto il piacere di vedere una sala piuttosto affollata. Colonna sonora straordinaria, in perfetta sintonia con le immagini, montaggio rapido ed essenziale, privo di tempi morti, fotografia e scenari che sono una gioia per gli occhi, da deliziare ogni appassionato di arte e pittura. Sceneggiatura e dialoghi poetici, con la stupenda trovata finale che inserisce in una sorta di libro da sfogliare i titoli di coda e le pitture utilizzate per comporre le sequenze.
Tutto questo dimostra che il cinema potrebbe ancora svolgere una funzione culturale, indirizzando il gusto degli spettatori verso prodotti alti, invece di assecondare gli istanti più bassi, seguendo – in un gioco al massacro – le fiction televisive. Se avete perso Loving Vincent correte a ordinare il DVD. Non è la stessa cosa della visione su grande schermo, ma sempre meglio che lasciarsi scappare un simile capolavoro.
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Regia: Dorota Kobiela, Hugh Welchman. Sceneggiatura: Dorota Kobiela, Hugh Welchman, Jacek Dehnel. Fotografia: Tristan Oliver, Lukasz Zal. Montaggio: Dorota Kobiela, Justyna Wierszynska. Effetti Speciali: Scott McIntyre, Eddy Popplewell. Musiche: Clint Mansell. Costumi: Dorota Roqueplo. Trucco: Sallie Jaye. Art Director: Daniela Faggio. Produttore: Sean Bobbitt, Cleone Clarke, Tim Dennison, Jonathan Feroze, Richard Londesborough, Ivan Mactaggart, Hug Welchman. Casa di Produzione: Break Thru Productions, Trademark Films. Distribuzione (Italia): Adler Entertainment, Nexo Digital.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]