Machado (Commissione UE): l’impegno contro la pesca illegale

L’implementazione rigorosa delle normative in materia di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) rappresenta un passo importante per impedire che alcuni prodotti ittici asiatici vietati possano giungere sulle tavole dei consumatori europei. In particolare, l’Unione Europea sta lavorando con diversi paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) per articolare gli strumenti di policy necessari affinché questi paesi, che sono tra i più grandi esportatori ittici mondiali, possano implementare le raccomandazioni e mettersi in linea con le richieste di Bruxelles. Tra questi figurano certamente la Thailandia, che ha già ricevuto un ammonimento formale, e il Vietnam che potrebbe essere penalizzato anch’esso dall’UE con un “cartellino giallo” se non aderisce prontamente e pienamente alle raccomandazioni dell’UE. Per capire meglio quale siano le procedure attualmente in corso, Futuro Europa ha parlato con João Aguiar Machado, Direttore Generale della Commissione europea per gli affari marittimi e la pesca (DG MARE).

Quali sono le principali raccomandazioni dell’UE per i paesi dell’ASEAN in merito alle “best practice” da seguire per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN)?

La Commissione europea mantiene dialoghi bilaterali, che rientrano nel quadro degli accordi di pesca stipulati con i paesi extra UE, con una serie di paesi ASEAN che hanno un ruolo importante nella catena di approvvigionamento internazionale. Siamo pienamente consapevoli del fatto che i paesi non possono combattere la pesca illegale senza tenere conto della dimensione globale e regionale. Ciò è particolarmente rilevante nella regione dell’ASEAN, dove si registra una crescente pressione sulle risorse alieutiche e quindi un elevato rischio di attività di pesca illegale. In tale quadro, la Commissione europea sostiene il crescente interesse dell’ASEAN per rafforzare la cooperazione regionale nella lotta contro la pesca illegale.

Possiamo aspettarci che le esportazioni di prodotti ittici dell’ASEAN verso il mercato europeo crescano e soddisfino gli standard ambientali e lavorativi internazionali?

Il rafforzamento del quadro giuridico e amministrativo per combattere la pesca illegale di paesi terzi nel contesto di dialoghi bilaterali ha un evidente impatto positivo sugli standard ambientali dei prodotti della pesca da esportare sul mercato europeo. Le norme sul lavoro in materia ittica non sono direttamente coperta dalle politiche dell’UE, ma sono comunque trattate da altri servizi della Commissione, quali il servizio di azione esterna dell’UE, in stretta cooperazione con la direzione generale per gli affari marittimi e la pesca.

Tra i paesi ASEAN, la Thailandia ha ricevuto un ammonimento da parte dell’UE. Quali sono le misure specifiche che devono essere implementate dal paese per mettersi in linea con le vostre raccomandazioni?

Dall’aprile 2015, abbiamo collaborato strettamente con le autorità thailandesi per attuare il piano d’azione concordato con loro al momento dell’emissione del “cartellino giallo”. Il piano d’azione mira a colmare le lacune riassunte nella decisione di pre-identificazione del paese come non cooperante nella lotta contro la pesca illegale. Queste carenze sono state stabilite in relazione agli obblighi internazionali della Thailandia in quanto paese di costiera, portuale e economia di mercato. Questo mese, una delegazione della Commissione europea visiterà la Thailandia per valutare lo stato d’avanzamento del suddetto piano d’azione. La visita include discussioni che riguardano tutte le aree identificate nella decisione di pre-identificazione.

Ci sono spazi per un miglioramento immediato e la rimozione del ‘cartellino giallo’?

Il dialogo bilaterale con la Thailandia ha portato a miglioramenti significativi nella gestione e nei sistemi di lotta contro la pesca illegale nel paese. Allo stesso tempo, alcune delle riforme avviate devono ancora essere completate e applicate. Questo è il motivo per cui viene mantenuto il “cartellino giallo”. L’obiettivo della politica INN dell’UE è garantire che i paesi terzi dispongano dei sistemi giuridici e amministrativi appropriati per certificare che i prodotti ittici che esportano sul mercato dell’UE non provengono da attività di pesca illegale. Il processo di cooperazione instaurato con paesi terzi come la Thailandia ha un chiaro impatto positivo sulla governance della pesca e riduce lo spazio per gli operatori e i pescatori che desiderano condurre attività illegali.

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