Etiopia, chi è il Premier Abiy Ahmed

È la carta che la coalizione ha deciso di giocare. Gli Etiopi, che chiedono da ormai tre anni profonde riforme, si aspettano grandi cose da Abiy Ahmed.

Un nuovo leader per l’Etiopia. Dopo le dimissioni di Hailemariam Desalegn rassegnate lo scorso 14 Febbraio, è Abiy Ahmed a prendere le redini del secondo Paese più popolato dell’Africa. Il Primo Ministro di 42 anni è stato scelto martedì 27 Marzo dal Fronte democratico rivoluzionario dei popoli etiopi (EPRDF), la coalizione al potere, con 108 preferenze su un totale di 180. Confermata l’elezione dal Parlamento il 2 Aprile, Ahmed è puro prodotto di regime, ma è il primo Oromo a diventare capo del Governo. Il suo compito sarà soprattutto quello di gestire una grave crisi politica che va avanti dal 1991. Di origini Oromo, la prima domanda che ci si pone è se sarà in grado di tranquillizzare almeno i membri di questa etnia maggioritaria nel Paese, ma che afferma da tempo essere sotto rappresentata nelle cerchie governative e di potere. Altri dossier spinosi che si sono aggiunti negli ultimi tempi alle loro rivendicazioni sono una più funzionale ripartizione delle entrate economiche e un’apertura democratica delle istituzioni , richieste a cui partecipano anche gli Amhara del Nord, seconda etnia del Paese. Gli Oromo e gli Amhara, che rappresentano il 60% della popolazione, hanno anche espresso la loro frustrazione nei confronti dell’influenza della minoranza dei Tigrini in seno al EPRDF che ritengono esagerata. Rivendicazioni alle quali aveva risposto con la forza i Governo di Hailemariam Desalegn.

Le migliaia di arresti e i 940 morti frutto di quelle contestazioni hanno ravvivato ancor più il risentimento di gran parte della gioventù etiope nei confronti di un regime percepito come troppo autoritario. Primo Ministro oromo dall’arrivo al potere del EPRDF nel 1991, Abiy Ahmed dovrà anche decidere se mantenere, o meno, dello stato d’urgenza decretato all’indomani delle dimissioni di Desalegn. Altra decisione molto attesa, è la sorte degli oppositori arrestati il 31 Marzo scorso subito dopo le elezioni, tra i quali il giornalista Eskinder Nega e l’uomo politico Andualem Arage, liberati solo agli inizi di Marzo dopo più di sei anni di detenzione. Ex combattente della lotta armata contro la dittatura di Menghitsu  Haile Mariam, è un cristiano protestante – nato da padre oromo musulmano e madre cristiano ortodossa – che ha seguito prima un ciclo di studi militari, per poi proseguire gli studi in Etiopia e Africa del Sud. E’ entrato in politica in seno all’Organizzazione democratica dei popoli oromo (OPDO). Viene eletto deputato nel 2010 ed entra a far parte del Governo di Hailemariam Desalegn come Ministro delle Scienze e della Tecnologia nel 2016. Tra i fondatori dell’Agenzia etiope per la sicurezza delle reti di informazione (INSA), uno degli organi di intelligence del Paese, Abiy Ahmed è ormai in prima linea. Per molti osservatori Ahmed era l’unica figura politica capace di dare impulso al cambiamento in seno ad una coalizione minata dal peso di centinaia di morti frutto delle contestazioni del 2015-2016. Nel suo discorso di investitura, Abiy Ahmed non ha solo teso la mano verso il nemico di sempre, l’Eritrea, ma ha anche definito i partiti dell’opposizione “fratelli” e non “nemici”.

Nonostante i segnali di apertura, Ahmed rimane il portavoce di un sistema che lo ha plasmato dall’adolescenza. Ma se qualcuno si preoccupa per il legame indissolubile del nuovo Premier con l’EPRDF, altri ritengono al contrario che la sua vicinanza al potere gli permetterà di dar vita al cambiamento dall’interno. Lo scorso due Aprile, nel suo discorso di insediamento, Abiy Ahmed ha si teso la mano all’Eritrea e all’opposizione, ma ha prudentemente evitato di menzionare lo stato d’urgenza, che dallo scorso 16 Febbraio ha portato all’arresto di più di 1100 persone. Un lavoro immenso lo attende per portare a termine la missione per la quale è stato eletto: la riconciliazione.

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  • Sembra essere una speranza per un futuro migliore per l’Etiopia e ,forse,per tutto il corno d’Africa

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