Slovacchia, dimissioni del Premier dopo l’omicidio di Kuciak
Jan Kuciak è un nome probabilmente sconosciuto al grande pubblico, ma è anche uno dei tanti giornalisti che vengono uccisi nel mondo ogni anno colpevoli solo di svolgere il loro lavoro con encomiabile impegno e passione. Attivo anche nel gruppo Irpi (il consorzio di giornalisti investigativi in Italia), nel suo paese, la Slovacchia, il 27enne Jan era reporter per il giornale Aktuality. Si era fortemente impegnato nelle indagini sulla corruzione dilagante nel paese dell’est europeo e sui legami tra potere e mafia. Apparvero evidenti i fili che univano la bellissima modella, già Miss Universo, Mária Trošková, ex-assistente del premier Robert Fico, che ha governato per 10 degli ultimi 12 anni con due mandati, ed un imprenditore calabrese in odore di ‘ndrangheta trasferitosi in Slovacchia, Antonino Vadalà. In particolare si era soffermato sulle attività di Marian Kocner, imprenditore slovacco su cui gravano molte ombre, Jan aveva denunciato le minacce ricevute da Kocner alla polizia “Comincio a dedicarmi specialmente a lei, a sua madre, a suo padre e ai suoi fratelli” era stato l’avvertimento, ma l’esposto fatto non aveva avuto nessun seguito da parte delle forze di sicurezza.
Altri fili conducevano Mária Trošková a Viliam Jasaň, segretario di stato per la sicurezza ed ancora al Vadalà; l’indagine di Kuciak verteva su affari tra criminalità del posto con la ‘ndrangheta per lucrare sui fondi europei nel campo dell’agricoltura, del fotovoltaico, biogas ed immobiliare. “Hanno cominciato a svolgere attività imprenditoriali qui, a sfruttare i fondi europei, ma soprattutto a costruire rapporti con importanti persone degli ambienti politici, fino all’ufficio del governo della Repubblica slovacca” scrisse il povero Kuciak.
Jan Kuciak è stato ucciso insieme con la sua fidanzata, Martina Kusnirova nell’ultimo weekend di febbraio all’interno della propria abitazione, un colpo al petto per lui ed uno alla testa per lei. Il giornalista è stato freddato nel suo appartamento nel comune di Velka Macia, nei pressi di Trnava, nell’ovest della Slovacchia. Si tratta del primo omicidio di un giornalista nella storia del paese, Reporters sans Frontières mette la Slovacchia al 17° poste nella classifica sulla libertà di stampa con tendenza ad un netto ribasso.
Di fronte alle accuse provenienti da ogni parte il premier Fico inizialmente si è chiuso a riccio, “Non potete connettere le persone con un assassinio premeditato senza presentare una prova rilevante“, ebbe a dichiarare. Ma la rabbia e l’indignazione sono continuate a montare sempre più portando 50.000 persone furenti in piazza con tanto di candele accese davanti alla foto dei due ragazzi assassinati e l’apposizione di una taglia da un milione di euro fatta dal premier Fico non ha sortito effetti rilevanti malgrado le sue dichiarazioni: “Accettiamo anche le informazioni anonime. Qualsiasi cosa che possa contribuire all’arresto del responsabile o dei responsabili di questo omicidio premeditato sarà preziosissima.
A seguito della sollevazione popolare, unite ai partiti dell’opposizione e delle istituzioni internazionali, sono arrivate le dimissioni del ministro della Cultura Marek Madaric (Smer, democratici sociali) che ha aggiunto “Il ministero della Cultura il dicastero più vicino ai media. Dopo quello è che successo, non riesco ad immaginare di rimanere a fare il ministro. La mia decisione connessa con l’assassinio del giornalista“, peraltro mai lambito dalle indagini giornalistiche di Kuciak. Sono seguite quelle del ministro dell’interno Roberto Kalinak e dello stesso premier Robert Fico che ha posto come unica condizione il mantenimento del risultato elettorale. In Slovacchia governa una coalizione di tre partiti (oltre ai socialdemocratici, l’alleanza include il Partito nazionale slovacco Most-Hid e La Rete).
Il presidente della Repubblica Andrej Kiska, rivale di Fico alle presidenziali del 2014, ha affidato all’attuale vice-premier Peter Pellegrini, con l’interim al Ministero della Cultura, l’incarico di presiedere il governo al posto di Fico. Non hanno fatto mancare il loro intervento le istituzioni europee, di cui la Slovacchia è membro, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha twittato che “La Ue non può accettare che un giornalista sia ucciso facendo il suo lavoro. Chiedo alle autorità slovacche di aprire un’inchiesta approfondita con il sostegno internazionale se necessario per Jan Kuciak. Come con Daphne Caruana Galizia, il parlamento europeo non si fermerà finché non sarà fatta giustizia”. In un altro tweet il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans ha scritto “Sono scioccato dall’assassinio di un giornalista nell’Ue. Nessuna democrazia può sopravvivere senza la stampa, motivo per cui i giornalisti meritano rispetto e protezione. I nostri pensieri vanno ai parenti e amici di Jan Kuciak e della sua ragazza Martina Kusnírova. Giustizia deve essere fatta”.
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