Due sotto il burqa (Film, 2017)
Sou Abadi (Rasht, 1968) è una coraggiosa regista iraniana naturalizzata francese, alla sua prima vera fiction dopo SOS Teheran (2000), alcuni documentari e molti lavori di montaggio.
Titolo francese Cherchez la femme, che in italiano diventa Due sotto il burqa ed esce alcuni mesi dopo la prima visione transalpina, per far divertire e riflettere, secondo la lezione di Menandro, vecchia come il mondo. Ridendo castigat mores, mai è stato coniato adagio più calzante come in questo caso, con una regista iraniana che pare aver studiato l’arte della comicità abbeverandosi alle fonti della commedia all’italiana, fatta di scambi di persone, travestitismo, pochade, gag slapstick e surreali. Una comicità che a tratti sconfina nella farsa, tutta giocata sul filo dell’equivoco e del malinteso, ma che a volte lascia il posto al breve ricordo drammatico, alla riflessione sincera, al momento di commozione. Ecco che assistiamo a una vera e propria lezione di cinema comico, quella commedia che in Italia non riusciamo più a fare, soprattutto che non siamo capaci di rendere internazionale, confinati come siamo negli angusti spazi dei television movie.
Due sotto il burqa è una storia d’amore interraziale, che parla di radicalismo islamico e condanna i fondamentalismi, cercando di far capire agli europei che il Corano non afferma quel che dicono i Fratelli Musulmani e i guerriglieri dell’Isis. Due famiglie molto diverse – una di profughi iraniani e l’altra di emigrati arabi – con i rispettivi figli innamorati che vivono una storia contrastata e complessa. Il fratello della donna è un fondamentalista convertito che decide di rinchiudere la sorella in casa, mentre il ragazzo innamorato si trucca da donna araba, indossa il burqa e frequenta la sua casa grazie a un improbabile sotterfugio. Equivoci a non finire, con il fratello che si innamora della finta donna che impartisce a tutti lezioni di vero islamismo e riesce a far passare la mania fondamentalista che aveva coinvolto il fratello.
Questo Due sotto il burqa è vero cinema comico, girato con tempi rapidi, senza sbavature di sceneggiatura, con un meccanismo a orologeria. Tecnica di regia matura che alterna piani sequenza, primi piani e dialoghi teatrali a inseguimenti roboanti che ricordano il poliziesco alla Melville. Fotografia intensa e a tratti poetica, messaggio politico immediato e condivisibile, anche se i paesi arabi non l’hanno capito, visto che il film è stato bollato come offensivo e di fatto vietato nelle nazioni di religione musulmana. La regista riversa nelle immagini tutte le sue inibizioni del passato e racconta il dramma della sua vita e della sua famiglia, narrando con sincerità tutto quello che ha reso difficile la sua crescita culturale e spirituale.
Due sotto il burqa è la miglior risposta possibile agli attentati, al terrorismo folle e a ogni forma di scriteriato fondamentalismo. Se riuscite a vederlo, è un film da non perdere.
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Regia: Sou Abadi. Soggetto e Sceneggiatura: Sou Abadi. Montaggio: Virginie Bruant. Fotografia: Yves Angelo. Musiche: Jérome Rebotier. Scenografia: Denis Gautelier. Costumi: Justine Pearce. Durata: 88’. Genere: Commedia. Produttore: Michael Gentile. Titolo Originale: Cherchez la femme. Case di Produzione: The Film, France 2 Cinéma, Mars Films. Distribuzione: I Wonder Pictures. Paese di Produzione: Francia. Interpreti: Félix Moati, Camélia Jordana, William Lebghil, Anne Alvaro, Pedrag Manojlovic, Carl Malapa, Larent Delbecque, Oscar Copp, Oussama Kheddam, Walid Ben Mabrouk, Mostafa Habibi, Hamidreza Djavdan, Behi Djanati Atai, Leli Anvar.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]