Lettera aperta a Barbara Palombelli

Gentile Dottoressa Palombelli, non credo lei comprenda il danno che la Sua trasmissione e l’immagine che viene data della Giustizia arrechino proprio a quest’ultima, oltre a fornire una grave disinformazione sull’argomento. Diversamente rivedrebbe la Sua linea editoriale.

Comprendo che le esigenze di audience impongano linee guida dei programmi che privilegino la spettacolarizzazione, magari del dolore o di personaggi improbabili, per creare interesse, specialmente quello morboso che fa maggior presa su un ascoltatore ormai abituato ai talk show, alla televisione urlata, agli opinionisti di occasione e agli umori di un pubblico addomesticato che, negli studi televisivi, ulula e applaude a comando nel momento più opportuno.

Ma la Giustizia resta una cosa seria, perlomeno dovrebbe esserlo, e lo dico indossando idealmente quella toga che mi onoro di portare e che indosso non solo nelle aule di tribunale, ma già nel momento in cui un cliente mi chiede un consulto, un parere, un’opinione.

Ho avuto occasione di vedere alcuni spezzoni del Suo programma, ammetto non è il mio show preferito, ed ho sempre pensato che non sia Giustizia, ma credo che nella puntata dello scorso sabato sia stato superato ogni limite quando un “giudice” ha affidato un bambino in tenera età ai servizi sociali con in quanto la nonna del piccolo riteneva la madre dello stesso (cioè sua figlia), incapace a crescerlo correttamente.

Prescindendo dalla poca credibilità dei personaggi in studio e da una storia ai confini dell’inverosimile (spero completamente inventata ad uso del Suo pubblico e che non esista quel povero bambino), dove prendono posizione ex fidanzati, esperti, un blogger e, ovviamente il pubblico, mi permetto di ricordare, a Lei, ai suoi autori e collaboratori, che in materia di famiglia, e più in particolare di minori, non è ammessa alcuna deroga alla competenza dei Tribunali. E altresì che la riforma dell’articolo 38 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile, ha stabilito una rigorosa ripartizione delle competenze tra Tribunale Ordinario e Tribunale dei Minori su ogni singolo argomento che veda al centro della decisione, appunto, un minore.

Ergo, non è ammissibile che sia un giudice privato a decidere su una materia così delicata. Una decisione nulla, illegittima o, più correttamente, inesistente. Un programma che ha creato una Fake news.

Al termine del consueto teatrino di urla di una parte contro l’altra e, per quello che mi è stato dato comprendere dalla visione, senza minimamente coinvolgere il padre (ma spero di sbagliarmi), il giudice ha affidato il figlio agli assistenti sociali su richiesta della nonna, contornando la decisione con generiche indicazioni sulle successive modalità di svolgimento della questione.

In sintesi, il Suo programma, che dovrebbe essere divulgativo e forse informativo, ha lanciato il messaggio secondo cui una nonna, non contenta del modo in cui la figlia cresce il suo figlio, nipote della prima, invece di rivolgersi al competente Tribunale, può chiedere giustizia in uno studio televisivo o un giudice privato. Con buona pace dei codici, delle procedure, del ruolo della Magistratura e, magari, anche quello del Pubblico Ministero, che perlatro deve intervenire in molte fattispecie in cui oggetto di provvedimenti giudiziari sono i minori,

Adesso non ci sarà da meravigliarsi se tra il suo pubblico qualcuno si rivolgerà a un avvocato, o direttamente in Tribunale, chiedendo appuntamento al giudice di turno, invocando un provvedimento immediato, magari nello spazio di venti minuti o poco più, come accade nel Suo programma.

Forse dal punto di vista dell’Audience, Lei, ha raggiunto grandi risultati; ma se parliamo di far conoscere la Giustizia, questi sono pessimi. Da anni ci troviamo a combattere con clienti che pretendono ragione perché: “lo hanno detto a Forum.” Adesso, grazie a Lei, dovremo anche combattere quelli che, invece di capire che in molte materie, in particolare quelle che riguardano i minori, devono seguire un percorso giudiziario, con i necessari tempi processuali, risponderanno candidamente: “No avvocato, basta nominare un giudice come fanno a Forum”. Verrà lei a spiegargli che non è così che funziona?

Gianni Dell’Aiuto – Avvocato

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