Premio Guido Carli 2018

“Devo molto a mio nonno Guido Carli. Ma non soldi, beni o proprietà. Come mi ha insegnato lui, quando si vive del proprio lavoro nell’interesse della collettività, non si accumulano fortune materiali. Al contrario, si spargono generosamente i semi del merito, dell’onestà e della competenza contro le tante e variegate forme di ignoranza e illegalità che assillano l’Italia”: queste le parole della Presidente della Fondazione Guido Carli e nipote dell’economista, Romana Liuzzo, nel raccontare il progetto alla Cerimonia di consegna del “Premio delle eccellenze Guido Carli 2018”, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e che ha avuto come media partner il Corriere della Sera e Mediaset. Diffondere i valori di Guido Carli dell’etica, della meritocrazia, della competenza, dell’impegno sociale: questo il fine delle Fondazione.

A Montecitorio, che ha ospitato la consegna del Premio sono state consegnate quattordici onorificenze, ovvero una medaglia in bronzo che è stata consegnata ai vincitori, coniata per l’occasione dal poligrafico con la firma dell’ex Governatore della Banca d’Italia, Presidente di Confindustria e Ministro del Tesoro.

La giuria, presieduta da Gianni Letta, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e presidente onorario della Fondazione, e composta, tra gli altri da Monica Maggioni, Presidente Rai, e dal Direttore Generale sempre Rai, Mario Orfeo; Antonio Patuelli, Presidente ABI; Giovanni Lo Storto, Direttore Generale Luiss Guido Carli; Francesco Starace, Amministratore delegato Enel; Urbano Cairo, Presidente Rcs; Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset.

E Gianni Letta nel suo intervento di apertura della Cerimonia alla Camera dei Deputati: “in questi giorni di attesa per il nuovo Governo, l’ex Governatore della Banca d’Italia Guido Carli assistendo allo spettacolo che tutti stiamo vedendo, ci direbbe di continuare il progetto della Comunità europea. Correggendo le disfunzioni e le manchevolezze, guardando al disagio sociale”.

“La Repubblica deve molto alla sua intelligenza, alla sua opera, al suo rigore morale” queste le parole del nostro Presidente della Repubblica lo scorso 23 aprile quando lo commemorò nel giorno del suo anniversario. Carli ha voluto lasciare anche un insegnamento di “intelligenza manageriale” oseremmo dire: sull’importanza del “lavoro di squadra”. Anche i più recenti Studi e Ricerche in campo medico e psicologico, come quello dell’American Psychological Association oltre che Studi e dati provenienti dal campo del management e in Teoria dell’Organizzazione dimostrano che la mancanza appunto di una metodologia di lavoro e di organizzazione ispirata al lavoro di squadra aumenta anche gli infortuni sul lavoro riconducibili a stress in ragione del 60-80% oltre a innumerevoli problemi per la salute.

Infatti un ambiente e condizioni di lavoro fortemente autoritarie e d’impronta marcatamente competitiva potrà garantire l’impegno e l’interesse dei dipendenti per un certo periodo di tempo, Studi scientifici dimostrano che lo stress che si andrà ad accumulare inevitabilmente porterà, nel lungo periodo, alla mancanza di coinvolgimento: ogni persona, infatti, associa strettamente l’impegno e la motivazione nel lavoro alla sensazione di essere valutata, sostenuta e rispettata. Il benessere per la prestigiosa Harvard Business Review può provenire unicamente da una cultura di lavoro positiva dal clima di coinvolgimento che si riesce a creare oltre che dalla un’equilibrata consapevolezza di sé stessi e del proprio valore. Consapevolezza che scaturisce dal “coraggio di ascoltare la propria coscienza e decidere chi vogliamo veramente essere. In assenza di consapevolezza saremo tutti soggetti ai venti del cambiamento o alle mutate condizioni della cultura aziendale.

“Un Premio anche al lavoro di squadra, per un economista che ha voluto o insegnarne la forza e il valore”: questa è la lezione di Carli, l’eredità culturale che ci ha lasciato, le “linee guida” a cui si è ispirata la giuria del Premio. E’ stato infatti dimostrato che è nella misura in cui, qualunque sia il nostro ruolo in un’azienda o la veste che ricopriamo nella vita, saremo in grado di essere dei “team player”, facendo squadra con chi ci è vicino riusciremo a trasformare la nostra “azione” in vincente, traendone anche benefico personale oltre che gratificazione psicologica ed emotiva e a guadagnarne sarà anche il lavoro, in senso lato oltre che di immediato ritorno personale. Salirà la motivazione, la produttività, l’entusiasmo, la propositività, la proattività, saremo “più coraggiosi nell’esprimere il nostro pensiero, più capaci di accogliere le opinioni altrui anche quando contrastano con le nostre”, si amplierà la nostra cultura oltre che il nostro quoziente intellettuale. Saremo in grado di comprendere e apprezzare il valore e il significato della lealtà e dell’etica, di desiderare di essere degni di stima e a dare il meglio di noi perché questo avvenga; abili a sostenere le nostre tesi, ad accettare che possano essere messe in discussione, senza che per questo nascano conflitti insanabili; sicuri, aperti alle diversità, più produttivi; a contribuire con il “nostro sistema di valori” al successo dell’impresa comune; a comprendere il senso profondo dell’interdipendenza dell’uno con il tutto e del tutto con il singolo.

“Un Premio che vuole unire e non dividere – come dichiara Romana Liuzzo – per una sera almeno le differenze di pensiero coesistono e le divergenze vengono messe da parte. Tutto nel nome di un uomo che ha reso grande l’Italia, come dimostrano i nostri premiati e il parterre bipartisan. Occorre unire le diversità, l’Italia è capace di crescere quando trova la sintesi di posizioni inconciliabili…sono le parole che diceva mio nonno e quanto mai attuali oggi” dice la Liuzzo.

Quest’anno più che in passato il Premio ha voluto premiare eccellenze nel mondo dell’imprenditoria, della finanza, del giornalismo che si sono sempre distinte per etica e impegno sociale. “Personaggi diversi che in comune hanno dimostrato di credere in un’Italia migliore, mettendo da parte le divergenze, con un atteggiamento di pacificazione” conclude Romana Liuzzo.

Il Premio dedicato a uno dei “padri nobili dell’Europa” e tra i protagonisti del Trattato di Maastricht nel 1992, è stato consegnato, tra gli altri, a: Alessandro Profumo Ad di Leonardo; Claudio Descalzi Ad di Eni; Vittorio Colao di Vodafone; al presidente di Fincantieri Giampiero Massolo; a personaggi televisivi come Maria De Filippi; a personaggi della moda come Maria Grazia Chiuri di Dior; al direttore dell’ANSA Luigi Contu, a Massimo Gilletti; al Rettore della Luiss Paola Severino.

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