La Terza Repubblica

Luigi Di Maio ha proclamato, un po’ trionfalisticamente, che con l’incarico a Giuseppe Conte  è nata la Terza Repubblica. Sarà? Gli elementi ci sono: al potere salgono partiti nuovi, con programmi e filosofie politiche diverse dal passato. Resta da vedere se i difetti, ma anche le virtù, della Prima e Seconda Repubblica, resteranno o cambieranno radicalmente.

Che cosa dire a caldo? La prima osservazione è che la nuova maggioranza nasce dalla volontà liberamente espressa dagli elettori, non da un golpe o da una manovra di palazzo. Può piacerci o no (e ci sono varie ragioni contrarie) ma in democrazia la volontà della maggioranza è legge. La seconda osservazione riguarda la scelta del Presidente del Consiglio. Una scelta a tavolino, che contraddice tutte le fiere dichiarazioni sul “Premier scelto dagli italiani” (dire, come ha fatto Di Maio, che siccome Conte era nella squadra dei Ministri indicata dai 5 Stelle prima delle elezioni, sarebbe stato “votato dagli italiani” è ovviamente una barzelletta). Ma alla fine, al di là del metodo, quello che conta è la persona prescelta e la sua effettiva capacità di condurre il Paese.

Lasciamo da parte le storie sul curriculum gonfiato, esagerate ogni misura. Conte ha evidentemente ceduto alla tentazione abbastanza diffusa di abbellire un po’ il proprio Cv, utilizzando probabili frequenze di qualche seminario all’estero per darsi un prestigio del quale, in realtà, non aveva bisogno. Al peggio, un peccato veniale di vanità. Anche la storia delle tasse non pagate, tirata fuori da “Libero”, non mi pare rilevante. Chi non ha avuto prima o poi problemi col Fisco? L’importante è che questi problemi siano stati risolti col pagamento del dovuto. Può, invece, rimproverarsi al Premier designato la completa mancanza di esperienza politica. Altri  Premier come Dini ,Ciampi e Monti, avevano curricula impressionanti nel servizio pubblico, ma nessuna esperienza politica diretta, eppure sono stati ottimi Capi dell’Esecutivo.  Quello che conta alla fine sono le capacità personali, che permettono di maturare nell’esercizio delle responsabilità. Le possiede Conte? È presto per dirlo ma anche per negarlo.

Ed infine, la vera obiezione: un Premier senza nessuna forza, nessun retroterra politico personale, rischia di essere debole e di non poter svolgere le funzioni che la Costituzione gli attribuisce. Queste funzioni, pari a quelle di un direttore d’orchestra all’interno del Paese, sono dirette e personali in campo internazionale. Nei Consigli europei o atlantici, nei rapporti con i Capi di Governo stranieri, il Presidente del Consiglio deve poter parlare in prima persona. I due azionisti di riferimento del governo glielo permetteranno. È da pensare che nel colloquio inusualmente lungo avuto con lui al Quirinale, il Capo dello Stato abbia chiarito questo punto e ne abbia avuto, per quanto possibile, le assicurazioni richieste.

Le dichiarazioni di Conte dopo ricevuto l’incarico sono state corrette e rassicuranti, specie sul piano europeo. Ma una conferma degli orientamenti del Premier e della sua capacità di leadership dovrà venire dalla scelta dei Ministri, specie del titolare dell’Economia, dal discorso programmatico al Parlamento e, più concretamente, dai primi passi in capo europeo.

Insomma, la pagina che si apre è ancora tutta da scrivere. Si capisce la posizione negativa di Berlusconi, il vero sconfitto, e del PD (che però dovrebbe interrogarsi sui propri enormi errori e comunque smettere di dilaniarsi al suo interno, se no va diritto all’estinzione).

Chi osserva le cose sena passione di parte ha il dovere, non facile, di evitare giudizi affrettati e pregiudiziali. Giudicheremo governo e maggioranza dai fatti. E lo stesso atteggiamento prudente e non preconcetto abbiamo il diritto di richiederlo ai partner europei e a Bruxelles.  Si tratta di un elementare rispetto per un Paese come l’Italia, che non vi è ragione che sia sottoposto a scrutinio speciale a differenza di altri delle stesse dimensioni e importanza. Non siamo la Grecia, e speriamo di non esserlo in futuro. Le interferenze di questo o quel commissario europeo o leader straniero possono essere solo controproducenti.

Intanto, facciamo auguri sinceri alla probabile neonata Terza Repubblica. Se avrà successo, sarà un bene per tutti.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

Ventiquattro maggio, il Piave

successivo

CV, chi è costui?

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *