Kosovo-Montenegro, accordo sui confini
Lo scorso 21 marzo, al quinto tentativo, l’Assemblea del Kosovo ha raggiunto gli 80 voti su 120 necessari per ratificare l’accordo sui confini con il Montenegro. Una votazione che si è svolta in un clima di profonda tensione contrassegnata persino dal lancio di lacrimogeni dai banchi dell’opposizione. In conseguenza dei fatti accaduti sono stati espulsi dall’aula13 parlamentari appartenenti a Vetëvendosje. La coalizione di governo composta da PDK, AAK, Acey, AKR e 6 + ha votato a favore dell’accordo, congiuntamente al partito d’opposizione LDK. Il partito Vetëvendosje ad AAK, NISMA ed i fuoriusciti del “gruppo dei deputati indipendenti” hanno assunto posizioni fortemente avverse come si è visto.
La storia ebbe inizio il 26 agosto 2015 a Vienna, quando i rappresentati diplomatici di Montenegro e Kosovo (già provincia serba dichiaratasi indipendente da Belgrado nel 2008) firmarono un accordo per definire il confine tra le due neo-nate repubbliche, sul crinale delle cosiddette “Montagne Maledette” (Prokletije). All’epoca si erano dichiarati contrari l’attuale primo Ministro Ramush Haradinaj ed il partito d’opposizione Vetëvendosje, questo comportò la veloce ratifica da parte dell’assemblea di Podgorica già a fine 2015, ma non da parte del parlamento kosovaro. A parere delle opposizioni gli 80 chilometri che solcano la linea di demarcazione concordata a Vienna attribuirebbero al Montenegro 8.200 ettari che sarebbero invece toccati a Pristina. Il motivo sarebbe stato l’errata decisione di basarsi, non sulle mappe stabilite dalla costituzione jugoslava del 1974, ma su quelle successive imposte dal leader nazionalista serbo Slobodan Milošević del 1996.
Il problema confini si è sommato alla questione della creazione di un’Associazione delle Municipalità Serbe in Kosovo, parte fondamentale nel processo di adesione del Kosovo alla UE nel quadro della stabilizzazione dei rapporti internazionali nei Balcani, coinvolgendo quindi Kosovo, Montenegro e Serbia. Gli accordi in tal senso raggiunti nell’aprile 2013 a Bruxelles hanno incontrato un deciso diniego da parte dell’opposizione kosovara. Tensione che è degenerata ai massimi livelli arrivando il 4 agosto 2016, due giorni dopo l’ennesima seduta dedicata alla demarcazione del confine, al lancio di una bomba contro la sede del parlamento a Pristina. Pochi giorni dopo seguì un altro attentato dinamitardo a Murat Meha, direttore della commissione statale che si occupa della definizione del confine. Questo fu sventato all’ultimo dalla polizia con il conseguente arresto di sei attivisti di Vetëvendosje.
La situazione si è però sbloccata nel febbraio di quest’anno quando il capo di stato Hashim Thaci ha incontrato il Presidente montenegrino Filip Jovanovic. Al termine del meeting fu pubblicata una dichiarazione congiunta che modificava l’accordo originale, presentando un articolato di 12 punti, con una nuova divisione dei confini territoriali, il tutto normato da coordinate ben precise. Inoltre si è ribadito il rifiuto della forza per la risoluzione di controversie tra i due paesi, che eventualmente verranno risolte con mezzi pacifici. L’accordo sui confini è stato reso immune dai cambiamenti che possono verificarsi a causa di fattori naturali o artificiali.
Il voto del 21 marzo spinge il Kosovo in direzione di un’Europa più unita, e risulta fondamentale verso la liberalizzazione dei visti per i cittadini kosovari da parte dell’UE. Al momento infatti i cittadini kosovari, sono gli ultimi nella regione a dover chiedere un visto d’ingresso per poter viaggiare nei paesi dell’Unione europea. Proprio questo aspetto aveva sottolineato il premier Ramush Haradinaj invitando i parlamentari ad approvare l’intesa, e dichiarando anticipatamente che “Il voto per questo provvedimento, è un voto per il Kosovo e per la libertà di movimento”. condizione fondamentale per l’eliminazione della necessità del visto la risoluzione della disputa sui confini. Il problema dei visti ai kosovari era un macigno che tutti volevano rimuovere, Bruxelles aveva fortemente sostenuto l’accordo tra Montenegro ed il Kosovo, ed a seguito del voto favorevole l’Alto Rappresentante dell’UE Federica Mogherini ha esultato, affermando “Anche le situazioni più complesse possano essere risolte. Noi quindi non solo apprezziamo questi sforzi nello spirito di un buon rapporto di vicinato, ma siamo pronti a supportare la piena implementazione di questo accordo, nella direzione della rimozione dell’accesso alla zona di Schengen senza necessità di visto”.
Kadri Veseli, Presidente dell’assemblea della Repubblica del Kosovo, si è congratulato con in membri del parlamento affermando: “Congratulazioni per il primo giorno di primavera. Oggi, il lungo inverno politico per i cittadini del Kosovo finisce. Oggi inizia una primavera di libera circolazione”. Il Presidente della Repubblica Kosovara, Hashim Thaçi, ha aggiunto che “Il parlamento del Kosovo ha concluso l’inutile ambiguità politica intorno al confine con il Montenegro. La ratifica odierna dell’accordo interstatale, che ha ostacolato per tre anni la liberalizzazione dei visti per i nostri cittadini, è stata una mossa giusta della maggioranza parlamentare. E’stata un’azione che garantisce e rafforza il futuro euro-atlantico, aprendo la strada a molti importanti processi per il nostro paese. Abbiamo adempiuto ai nostri obblighi, così presto i nostri cittadini si sposteranno liberamente nello spazio Schengen perché sono certo che l’UE farà il suo lavoro senza perdere tempo”. Uniti nel plauso il primo ministro albanese Edi Rama ed il capo dell’opposizione Lulzim Basha, “Super! Il voto sulla demarcazione è tardivo ma comunque significativo per il Kosovo che si dimostra serio nei suoi impegni. Ora l’Unione Europea si atterrà al suo impegno senza indugio: viaggiare senza visti in Europa per i cittadini del Kosovo”, ha postato Rama su Facebook.
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