Nati stanchi (Film, 2001)
Nati stanchi non resterà nella storia per essere uno dei due film firmati da Dominick Tambasco (l’altro è Giorni dispari, 2000), regista misconosciuto da sembrare un nome de plume. In realtà esiste, ché ha fatto pure l’aiuto regista di Rubini, Zeffirelli, Fulci e Tognazzi, oltre a essere un autore teatrale e sceneggiatore. Non è questo il problema, Nati stanchi è un film di Ficarra e Picone, in tutto e per tutto, deriva dalle loro prime prove teatrali (Certe notti di notte, Vuoti a perdere…) e televisive (inviati per Quelli che il calcio), anticipando il successo e le sceneggiature compiute e risolte di molti lavori successivi. Chiedimi se sono felice (2000) è un film di Aldo, Giovanni e Giacomo che segna il debutto della coppia sicula al cinema, ma la loro partecipazione si limita a un piccolo ruolo, mentre in questo caso sono protagonisti assoluti di una vicenda bislacca e surreale. Servono sette anni per rivedere Ficarra e Picone sul grande schermo, con il riuscito Il 7 e l’8, per continuare con prove sempre più mature (La matassa, 2009) e persino drammatiche (Baaría di Tornatore), nella maggior parte dei casi registi di loro stessi, a volte aiutati da Giambattista Avellino, spesso da soli (L’ora legale, 2017).
Tutto questo prologo per affermare – se ancora non si fosse capito – che a noi Ficarra e Picone piacciono molto (con buona pace dei puristi), perché ci ricordano la comicità scanzonata di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e perché le loro commedie hanno una qualità perduta da gran parte del cinema italiano: l’originalità. La classe e la bravura di Ficarra e Picone si nota sin da questo primo film, di sicuro non risolto, senz’altro ingenuo, ma fresco e divertente, ricco di personaggi assurdi e sopra le righe, di situazioni surreali e di qui pro quo tipici della pochade.
In breve la trama. Salvo e Valentino vivono da nullafacenti in un paesino della Sicilia, partecipano ai concorsi solo per fare la bella vita in continente, ma un giorno, con loro grande sorpresa ne vincono uno a Milano e i giorni da vitelloni sembrano finire. Il loro mondo è il bar di Gino Passalacqua (bersaglio di scherzi feroci), gli amici e due fidanzate che non vogliono sposare. Molto divertente la parte milanese con alcune sequenze comiche davvero spassose all’interno della discoteca e in metropolitana, oltre al rapporto conflittuale con il commissario di polizia e i mafiosi locali. Finale imprevedibile, che non sveliamo, perché il film è visibile sul portale Rai Play e su Rai Movie, ma anticipiamo che le donne sicule vengono presentate in modo del tutto atipico.
Pellicola girata in Sicilia, a Palazzolo Acreide, provincia di Siracusa, ben fotografata da Roberto Forza e sceneggiata con cura dalla coppia comica, che si fa aiutare da Francesco Bruni e Giambattista Avellino. Da recuperare per capire l’evoluzione comica di due cavalli di razza.
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Regia: Dominick Tambasco. Soggetto: Ficarra e Picone. Sceneggiatura: Ficarra e Picone, Giambattista Avellino, Francesco Bruni. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Alessio Doglione. Musiche: Lello Analfino & Tinturia. Scenografia: Emanuele Giliberti. Costumi: Stefano Giovani. Durata: 80’. Genere: Commedia. Casa di Produzione: Rodeo Drive, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti: Salvatore Ficarra (Salvo), Valentino Picone (Valentino), Stefania Bonafede (Loredana), Marica Coco (Sandra), Luigi Maria Burruano (Don Ciccio Milazzo), Gilberto Idonea (padre di Valentino), (Maria Paola Abruzzo (madre di Salvo), Aurora Quattrocchi (madre di Valentino), Massimo Olcese (bigliettaio metropolitana), Marcello Perracchio (padre Renzino), Gianni Nanfa (avvocato Pisauro), Gino Astorina (candidato sindaco Valco), Costantino Carrozza (commendatore Di Fatta), Antonio Sarasso (esaminatore).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]