Il dilemma di Conte
Indicando Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio dei Ministri, Salvini e Di Maio hanno fatto, tutto sommato, una buona scelta. Nel modo in cui il Premier si è mosso in questi giorni si può rilevare un po’ di ingenuità, dovuta all’inesperienza, ma nell’insieme la sua immagine non ne ha tratto danno. Credo che egli sia sinceramente moderato e capisca dove stanno gli interessi veri e a lungo termine degli italiani, al di là di posizioni contingenti anche legittime. A Parigi si è mostrato moderato e sicuro di sé, una specie di “volto umano” e presentabile del populismo, e senza troppi complessi nei confronti di Macron, che ha dalla sua parte di essere il leader indiscusso del suo Paese per i prossimi quattro anni. Ne avrà altrettanti Giuseppe Conte?
Penso che il Presidente del Consiglio abbia un delicatissimo equilibrio da rispettare: utilizzare i poteri che gli attribuisce l’art. 95 della Costituzione in modo il più possibile autonomo e autorevole, senza però entrare in aperto contrasto con la sua maggioranza o con i due leader che la controllano, soprattutto con un Salvini scatenato e pronto a tenere il centro della scena con la politica dei pugni sul tavolo (cosa che, se si guarda ai sondaggi, appare pagante). Compito non facile. È umano che Conte desideri mantenere il posto, ma dovrà prima o poi chiedersi se vale la pena averlo se si riduce a pura facciata, a semplice figurazione.
Qualche carta in mano ce l’ha. Sicuramente il vigile sostegno di Mattarella, probabilmente quello di Di Maio, se il leader 5 Stelle non vuole farsi divorare dallo squalo legista (mantenere l’equilibrio tra i due partiti e i due leader è del resto parte della difficoltà del Premier). Ma soprattutto il fatto che i due partiti della maggioranza non possono permettersi di rischiare a breve scadenza, dalle elezioni, una crisi di governo che rimetterebbe tutto in questione (che Salvini se lo proponga a medio termine, avendo l’occhio ai sondaggi, è un’altra questione).
Conte è un buon avvocato e una persona preparata. Per il bene di tutti dobbiamo augurargli di riuscire a tenere in mano il timone con pragmatismo ma con la necessaria fermezza, giocandosi su questo il suo posto di fronte al Paese.
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