Senatori estratti a sorte?
Essere presenti sulla rete vuol dire esistere; anzi chi non è in rete non esiste e non ha la possibilità di essere trovato in pochi secondi da chiunque disponga di un computer, smartphone, tablet. È lapalissiano anche senza che lo dicano guru e consulenti di marketing e immagine. Farsi trovare sul motore di ricerca significa esistere. Essere in alto nell’elenco dei risultati significa vivere, guadagnare, crearsi un nome, un’immagine, una credibilità o anche portare avanti idee che, purtroppo, prescindono dai contenuti. Non importa come arrivi in cima ai motori di ricerca: basta arrivarci.
Poi, a suon di click, condivisioni, visualizzazioni, questo primato si rafforza e la rete decide chi è degno di guadagnarsi anche la prima pagina. Per un giornalista, chi raggiunge il numero massimo di visualizzazioni fa notizia: si tratti di un atto di generosità ripreso da qualcuno e divulgato in tutto il mondo o un milionario che balla su uno yacht, magari non pagato. Abbiamo chi si è inventato il mestiere di fashion blogger e chi trascorre la sua giornata sui videogame, visualizzato dai suoi fan, fino agli ormai banali youtuber che offrono alle aziende un potenziale di milioni di follower / consumatori e muovono un mercato con cifre da degne di una multinazionale.
Elementi richiesti? Appeal. Semplicemente. Contenuti semplici, facili da comprendere. Concetti di facile assimilazione che l’utente medio (la massa), recepisce nei pochi istanti di una frase, di una clip, di un jingle di facile presa e semplice comprensione, che non richieda sforzi particolari e permetta all’utente di continuare la sua navigazione verso altri contenuti semplici. In tal senso è stato lungimirante Beppe Grillo, precursore del sistema, che è riuscito a far nascere un partito usando follower che si sono lasciati attrarre da concetti facili come “mandiamoli a casa” e “vaffaday”. Qualcosa che è giunto alla pancia della gente e che in TV non si poteva dire, se non al prezzo di querele e allontanamenti, ma che su una piazza aperta trova il spazio e i suoi destinatari naturali.
L’ex comico, consumato affabulatore, è tornato sulle prime pagine proprio con questo sistema, con la proposta per estrarre a sorte i parlamentari. Nel suo ruolo di blogger può dire ciò che vuole nel suo spazio privato. Addirittura permettersi di bypassare la Costituzione, secoli di democrazia, il concetto di meritocrazia, di rappresentatività e anche un minimo di ritegno. Chissà se il suo scopo sia quello di sdoganare il sistema usato per l’elezione dei suoi attuali rappresentanti selezionati non sulle capacità ma sulla base dei click dichiarati da una piattaforma web il cui e controllo è demandato a chi dispone delle chiavi di accesso. Una versione adattata ai 5Stelle del Grande Fratello. In ogni caso niente a che vedere con il sistema opportunamente strumentalizzato ad arte e distorto da Grillo, e mai applicato in Grecia, ancorché ipotizzato da Clistene, salvo per l’elezione degli strateghi che, guarda il caso, non venne utilizzato nella battaglia di Maratona quando tutti gli altri comandanti rinunciarono a favore di Milziade con il risultato che ben sappiamo. Ma Grillo ha voluto far credere che il popolo che ha inventato la democrazia permettesse l’ingresso nelle assemblee di soggetti che, come citava Platone, non sapevano né leggere né nuotare.
Il punto però, è che ormai la portata e la potenza della rete hanno spostato completamente il modo di pensare e di agire: di chiunque. Un consumatore, prima di comprare anche solo una bottiglia di acqua minerale, cerca in rete quelle migliori o più economiche o, e qui il dramma, sceglie sulla base di caratteristiche lette in un sito accattivante o scritte nel modo più semplice. Allo stesso modo un elettore non ha voglia di leggere più giornali, informarsi e documentarsi o assistere alle vecchie Tribuna Politica o Tribuna Elettorale dove i leader si confrontavano a forza di argomenti e non di insulti.
Oggi all’elettore non devono essere offerti contenuti, ma solo un packaging accattivante, che faccia credere di risolvere i propri problemi o mandare a casa un parlamentare; anche se fosse una proposta irrealizzabile perché incostituzionale o contraria ad un trattato europeo. L’importante è avere un voto allo stesso modo di una visualizzazione o di un like.
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