Nasce “Rete Siti Unesco” per il Sud Italia

Mentre nel nostro Parlamento si costituisce un inter-gruppo parlamentare dedicato ai “Siti Unesco Italia” con lo scopo di “creare – come si legge nella mail di adesione inviata dalla deputata Emanuela Rossini ai senatori e deputati – una rete tra noi parlamentari, attraverso cui approfondire e conoscere maggiormente la cultura Unesco, così da essere interlocutori sia presso la commissione Unesco Italia che presso il Governo e i Ministeri, al fine di valorizzare maggiormente il Paese Italia come destinazione Unesco con tutti i risvolti sul turismo nei nostri territori…”  mentre, nel giovane Governo Conte, è stato istituito un Ministero per il Sud, come segnale di rinnovato interesse per il nostro Mezzogiorno, all’indomani della scomparsa della parola “Mezzogiorno” dal testo della nostra Costituzione con la riforma del Titolo V e della contemporanea scomparsa della “questione del Sud” dall’agenda politico-economica del nostro Paese, nei giorni in cui sono aperte, nel Lazio, le autocandidature per selezionare la “Città della cultura del Lazio 2019” (dal 2016 la Regione Lazio, con l’obiettivo di stimolare i piccoli comuni a considerare la cultura come fattore fondamentale per la promozione del territorio, per la crescita  e lo sviluppo dell’imprenditoria locale e della coesione sociale, ha indetto un Avviso Pubblico per aprire la selezione che resterà aperta fino al 10 settembre 2018 per l’acquisizione delle candidature) la nascita della “Rete Siti Unesco” per il Sud Italia è un segnale di straordinaria importanza, ennesima testimonianza di quanto il valore della cultura e la difesa del patrimonio culturale da cui ciascuno di noi proviene rappresenti un qualcosa di imprescindibile, rappresentativo non solo delle nostre radici, ma anche del nostro futuro.

I Siti Unesco prescelti saranno protagonisti e oggetto di seminari, spettacoli di teatro-musica, concerti, convegni, eventi, “invasioni digitali”: questi i modi in cui le cinque Regioni italiane che li ospitano si racconteranno e racconteranno la propria storia, sempre guardando al futuro e calate nel presente, valorizzando il proprio passato.

“Rete Siti Unesco” per il Sud Italia intende configurarsi come un’iniziativa di “forte appeal internazionale” per la realizzazione di un progetto di promozione culturale che vuole trarre il meglio dall’apporto integrato di pubblico e privato, e si colloca nell’Anno Europeo del patrimonio culturale, che – come disse qualche tempo fa Tajani – deve e vuole essere “un’occasione che non possiamo e non vogliamo perdere per riscoprire la straordinaria diversità culturale su cui si fonda l’Europa. Solo riprendendo consapevolezza e mettendo al centro la dimensione culturale possiamo evitare la fine del sogno europeo”.

Del resto quando i nostri Padri costituenti nell’art 9 della Costituzione sottolineavano il ruolo e l’importanza del “Valore culturale”: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” era questo lo spirito in cui si muovevano. Patrimonio culturale che è “forza vitale dell’economia e bene comune da proteggere, occasione unica per rafforzare i legami culturali con i Paesi dell’Unione Europea” queste le parole usate da Tibor Navracsic, Commissario Europeo per la Cultura e l’Innovazione, chiudendo a Bruxelles l’International Perspectives Forum (organizzato dalla piattaforma europea per la diplomazia culturale con l’obiettivo di esaminare i temi principali dell’Anno Europeo del patrimonio culturale da una prospettiva internazionale).

Il cuore del progetto “Rete Siti Unesco” è costituito dalla multimedialità, nuove tecnologie, comunicazione, promozione di percorsi personalizzati e dal Festival itinerante: “#UNESCOfestivalexperience”, primo festival dei Siti Unesco del Sud, dal 21 luglio al 14 settembre 2018. Un festival in cui ad ogni spettacolo è abbinato un tema preciso, in base al Sito in cui si svolge la giornata di festival, partendo dal passato, dalla sua storia, leggende e tradizioni, si passa alla narrazione in chiave moderna di nove temi: la fede, la festa, il potere, il mito, l’amore, l’orgoglio, l’arte, la memoria e l’origine, che appartengono tutti alla storia della civiltà, ai personaggi che hanno animato le vicende storiche e mitologiche.

Il fine di “Rete Siti Unesco” è quello di amplificare la conoscenza dei “Siti” dei territori del network Unesco, affinché possano diventare occasione di sviluppo economico e non solo della Regione di cui fanno parte. Con il progetto si vuole realizzare una sinergia tra i territori del Sud Italia e facendo affidamento anche sulla “capacità attrattiva del brand Unesco”, utilizzando le nuove tecnologie, sfruttare al meglio le risorse del territorio: paesaggistiche, storico-culturali, museali, enogastronomiche, artistico-culturali e creare un’offerta turistica integrata e unica nel suo genere.

Si tratta di un progetto, cofinanziato dal Ministero per i beni culturali, che prevede un investimento complessivo di 1.080.000 euro e realizzato grazie alla collaborazione dell’Associazione Province Unesco Sud Italia e promosso dall’Upi (Unione delle Province d’Italia), presentato qualche giorno fa in Basilicata, a Matera (Capitale della Cultura 2019), è partito, ufficialmente, dalla Puglia.

Ad essere interessati sono 14 Siti Unesco del Sud, patrimonio dell’umanità: i Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera, la Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, i Siti archeologici di Paestum, Velia, la Certosa di Padula, il Complesso monumentale di Santa Sofia, la Reggia di Caserta con il Parco, l’Acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio, Palermo araba-normanna, le Cattedrali di Cefalù e Monreale, Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica, le Città tardo barocche del Val di Noto, la Villa romana del Casale di Piazza Armerina, l’Area Archeologica su Nuraxi di Barumini, i Trulli di Alberobello, Castel del Monte, il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo, la Foresta Umbra.

Parlavamo del forte apporto dato dalla multimedialità, dalle nuove tecnologie, dalla comunicazione: la realizzazione del portale internet www.unesconet.eu, un’App dedicata che fornisce, in tempo reale, servizi e informazioni aggiornate per i turisti, la possibilità di visitare virtualmente i luoghi patrimonio dell’Umanità selezionati, conoscendo, così, le caratteristiche specifiche dei diversi luoghi con la possibilità di costruire itinerari personalizzati usando “Unesco Trip planner” e la “virtual card”, card turistica virtuale integrata che permette l’accesso a un sistema integrato di agevolazioni, sconti e promozioni oltre a offrire, indirettamente, visibilità agli operatori che hanno aderito alla “Rete” sono le diverse possibilità di cui il progetto si avvale e in cui si specifica.

La straordinaria ricchezza ed eccezionalità del nostro patrimonio storico, artistico, culturale per il quale rappresentiamo in Europa il Paese culturale per eccellenza e per cui, in Europa, ci troviamo in una “posizione di forza” per la quale dovremmo trovarci alla “guida di questi percorsi” e la necessità della sua valorizzazione, come leva, anche, ma non solo, di sviluppo economico-sociale, di cui quest’iniziativa è solo un esempio sono i motivi che hanno spinto Alberto Bonisoli, il nuovo Ministro dei Beni Culturali, nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni congiunte di Camera e Senato, a chiedere, nella prossima finanziaria, in discussione in autunno, più risorse da destinare alla cultura.

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