Il fondatore dei New Trolls a Piombino
La serata che non ti aspetti in provincia, forse un piccolo segnale che la Piombino d’acciaio sta cambiando. Non solo ferriere – comunque ripartite, grazie a Jindal, per quel che riguarda il settore laminatoi – ma anche turismo culturale, eventi di qualità, musica dal vivo.
Venerdì sera, Piazza Bovio illuminata da fiochi lampioni, mare e stelle, le isole a far da cornice, Follonica a scirocco, breve sentore di Baratti a maestrale; noi lì ad ascoltare un vecchio poeta del passato come Vittorio De Scalzi, amico di De André, fondatore dei New Trolls, compositore con Umberto Bindi per Oxa, Mina, Vanoni. Cover green – mostra vecchi vinili, per l’occasione dedicati al 1968 – è l’evento che ospita il cantante in una serata di canzoni e parole, condotta da Donato Zoppo, per la regia di Luca Pallini, Andrea Fanetti, Massimo Panicucci e Federico Botti. Un pubblico assorto canta e ricorda brani da Concerto grosso per i New Trolls – musicato niente meno che da Luis Enriquez Bacalov – il loro disco migliore, il successo più grande (un milione di copie vendute), senza dimenticare i più recenti Aldebaran e Quella carezza della sera, intonata con la chitarra e lasciata concludere al popolo della provincia che apprezza con un pizzico di nostalgia.
Vittorio De Scalzi – storico fondatore, voce e chitarra – si accompagna con una pianola elettrica, non fa lo snob nemmeno un pochino, si accontenta dei poveri mezzi tecnici che passa il convento. Bis d’eccezione: Creuza de ma di Fabrizio De André per ricordare i vent’anni – come corre il tempo! – dalla scomparsa del grande cantautore genovese.
Troppo litigiosi i New Trolls per stare insieme, nel tempo si sono divisi un sacco di volte, fondando gruppi collaterali e alternativi, di fatto riuscendo solo a fare danni alla loro immagine e segnando un’impossibile durata nel tempo. Otto volte a Sanremo, comunque, sempre in finale, ma nelle zone basse, popolari ma non troppo, sono sempre rimasti musica d’elite. Vittorio De Scalzi, consapevole di aver contribuito alla storia della musica pop italiana, sa bene che avrebbe potuto lasciare un’impronta più marcata se il gruppo avesse avuto un leader capace di unire le varie anime anarchiche.
Ma questa sera non importa, bastano i ricordi, una carezza che scende con il vento di scirocco sulla magia di Piazza Bovio, tra giovani inconsapevoli e canzoni che hanno fatto ballare innamorati d’altri tempi, avvinghiati in un languido lento. Grazie Cover green, per averci regalato un sogno.
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