Festival della scienza 2018

E’ dello scorso mese di luglio l’ultimo Rapporto biennale reso noto dall’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema universitario) da cui emerge che la produzione scientifica italiana è terza per qualità in Europa e che siamo i primi al mondo per produttività dei ricercatori; ma non solo: considerato l’investimento nel nostro Paese in Ricerca in nessun altro Stato europeo, stando al Rapporto, si hanno risultati altrettanto buoni. L’eccellenza della nostra Ricerca fa sì che l’Italia sia ai primi posti nei contesti europei e internazionali.

La Ricerca, lo sappiamo tutti, è il volano dello sviluppo socio-economico, scientifico e culturale di uno Stato, permette di superare i confini e le barriere culturali e linguistiche, un fattore di primo piano nella crescita competitiva di una Nazione e, in particolare, i ricercatori italiani, stando ai dati, sono riconosciuti sul piano internazionale, per le loro capacità, creatività, ambasciatori del nostro patrimonio culturale, della “consuetudine” speciale tutta italiana di perseguire conoscenza, innovazione, valori civili, qualità della vita, amore per la bellezza e la modernità, congiuntamente alla valorizzazione delle tradizioni culturali di ciascun italiano, il tutto in un connubio indissolubile.

E, parlando del “Festival della Scienza 2018”, appena conclusosi, non si può non parlare di tutto questo. Ma la Ricerca, per arrivare a tutti e divenire patrimonio condiviso e di ciascuno, deve essere comunicata e divulgata in modo idoneo e questo, in definitiva, è il senso del “Festival della Scienza 2018” con l’appuntamento di Viterbo (24/29 settembre) patrocinato dal Comune di Viterbo, Fondazione Carivit e Provincia di Viterbo, di “ScienzaInsieme” e della costituzione dell’Alleanza italiana per la divulgazione scientifica.

Quella che si è conclusa a Viterbo è stata una settimana densa di appuntamenti di divulgazione scientifica, culminata nella “Notte Europea dei Ricercatori” (28 settembre u.s.) la più importante manifestazione europea di comunicazione scientifica, voluta e promossa fortemente dalla Commissione Europea, che da tredici anni vuole contribuire alla divulgazione della cultura scientifica tra i cittadini dell’Unione, alla conoscenza delle professioni della ricerca, al dialogo tra ricercatori e cittadini, per mezzo di modalità di trasferibilità e divulgazione stimolanti, innovative e interattive, che utilizzano l’elemento della curiosità per la promozione e il radicamento di valori e principi alla base della cultura scientifica: rigore della ricerca e condivisione delle conoscenze. Comunicazione scientifica che, anche perché sono utilizzate risorse pubbliche per finanziarla, dovrebbe essere una “linea strategica” su cui tutte le istituzioni dovrebbero convergere e puntare, un’azione di sensibilizzazione che dovrebbe scaturire dal tessuto economico e imprenditoriale di un Paese per consentire alla ricerca italiana di uscire dal “limbo comunicativo” in cui spesso e volentieri viene a trovarsi.

Laboratori, attività con bambini, attività con le scuole, esperimenti outlab, caffè scientifici, conferenze e seminari, mostre, eventi e spettacoli, tour scientifici, workshop, sentieri della conoscenza, laboratori, iniziative di CitizenScience e isole tecnologiche, visite guidate ed esperimenti dimostrativi questi i principali momenti e modi in cui ha preso vita in 340 città europee la Notte Europea della Ricerca e in Italia con otto grandi progetti nazionali: “B-Future, Bees, Bright, Ern Apulia, Meet, Sharper, Society, Super Science Me”.

Sono stati coinvolti in 116 città migliaia di ricercatori, istituzioni di ricerca e Università, che sono stati gli attori che hanno dato vita, in un dialogo strettissimo con i cittadini, ma soprattutto i più giovani al Festival e ai suoi “progetti”, finanziati dal Programma quadro di ricerca e innovazione della Commissione Europea H2020 (2014-2020) nell’ambito delle azioni Marie Sklodowska-Curie.

ASI, CINECA, CNR, ENEA, INAF, INFN, INGV, ISPRA con il coordinamento delle Università La Sapienza di Roma e della Tuscia di Viterbo hanno preso vita le giornate del Festival e di ScienzaInsieme, che nasce per creare un “Polo istituzionale di riferimento per la divulgazione scientifica” che assolva quella che viene indicata come la “terza missione”: la valorizzazione della scienza nel panorama nazionale e internazionale, per una migliore costruzione di un nuovo modello di Società, unendo le competenze trasversali delle diverse istituzioni di ricerca. Un “Polo” costituito da un network che, operando in sinergia, sia in grado di confrontarsi con Istituzioni, Enti, PA svolga, oseremmo dire, quasi la funzione di “incubatori di progetti e di idee” oltre a essere elemento propulsivo per l’organizzazione di manifestazioni ed eventi di divulgazione scientifica, operando in sinergia con le principali Istituzioni culturali nazionali e internazionali.

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