Italia delle Regioni

Sulla disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali si è instaurato un confronto tra regioni e parlamento.  L’assessore Gian Paolo Manzella (assessore alle Attività Produttive della Regione Lazio) ha illustrato  nei giorni scorsi nel corso di un’audizione alla Camera la posizione della commissione Attività Produttive sulle diverse proposte di legge relative agli orari di apertura degli esercizi commerciali. Una posizione che sarà poi elaborata nella sua forma definitiva dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

“Diverse sentenze della Corte Costituzionale hanno sottolineato – ha detto Manzella parlando di fronte alla Commissione attività produttive, commercio e turismo di Montecitorio – che la materia degli orari e delle deroghe domenicali e festive delle attività commerciali è di esclusiva competenza dello Stato, perché attiene alla materia ‘tutela della concorrenza’. Per cui le Regioni – ha proseguito Manzella – non possono e non devono essere delegate ad assumersi l’onere di fare scelte che spettano direttamente allo Stato” come sembrerebbero suggerire alcune delle proposte di legge all’esame della Commissione.

Se questo è il punto di partenza occorre però che lo Stato eserciti tale competenza senza delegare alle regioni l’individuazione delle deroghe domenicali e festive, le zone del territorio, gli accordi con gli enti locali e anche con le regioni confinanti onde evitare criticità tra città di confine”.

Altri temi toccati dall’Assessore Manzella sono stati quelli relativi al rischio di sfruttamento del lavoro domenicale e festivo, alla mancanza di retribuzione integrativa, le esigenze delle piccole attività commerciali ed artigianali che di fatto evitano la desertificazione del centro storico ed il depauperamento dei piccoli comuni, soprattutto montani. “Su quest’ultimo tema – ha detto Manzella – si impone una riflessione: non è con la chiusura domenicale e festiva delle attività commerciali che si riesce evitare la crisi del piccolo commercio. Servono invece incentivi, anche finanziari, importanti, occorre trovare soluzioni alternative sinergiche, proporre nuove forme di aggregazione soprattutto nei centri storici e nei piccoli comuni come i centri di via o i centri commerciali naturali”.

“La preoccupazione di molte Regioni – ha concluso Manzella – è che un provvedimento statale che imponga una chiusura generalizzata per un certo numero di giorni festivi e di domeniche possa produrre una “desertificazione” dei luoghi cittadini nei giorni festivi, considerando che l’apertura dei negozi costituisce certamente un importante fattore di attrattività per i cittadini e i turisti, e che, al di là delle intenzioni del legislatore, possa anche avere taluni effetti negativi sui livelli occupazionali”.

Ancora aperta la controversia tra comuni e governo sul congelamento delle risorse per la riqualificazione delle periferie. Ancora una volta la disponibilità a risolvere il problema, assicurata a parole dal governo, non trova riscontro nei fatti. Ma è arrivato il momento di concretizzare l’impegno. I fondi per le periferie devono essere restituiti”. Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, al termine dell’incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e i viceministri all’Economia Laura Castelli e Massimo Garavaglia, al quale ha partecipato con il vicepresidente vicario dell’associazione, Roberto Pella.

“Durante l’incontro – riferisce Decaro uscendo da Palazzo Chigi – abbiamo registrato disponibilità. Tanto che abbiamo discusso della possibilità di finanziare anche quei Comuni che non hanno partecipato al bando periferie ma hanno comunque bisogno di investire nelle zone in cui si concentra un maggior rischio per la sicurezza e la qualità della vita dei residenti. Adesso però le parole non bastano più. Noi aspetteremo fino al 18 ottobre, data in cui confidiamo di avere una risposta formale che consenta ai Comuni di continuare con i lavori programmati. Fino ad allora  resta la rottura delle relazioni istituzionali: non partecipiamo alle riunioni della conferenza unificata né della Stato Città. Una rottura che ci costa ma che è inevitabile senza un atto concreto: un’intesa in Unificata o una norma all’interno di un decreto legge, che restituisca ai Comuni quelle risorse”.

La riunione con il governo ha riguardato anche la prossima manovra economica. “Abbiamo chiesto il ristoro ai Comuni del taglio applicato nel passato ai trasferimenti e che adesso è scaduto, 560 milioni di euro in più dal prossimo anno, e il contributo compensativo del passaggio dall’Imu alla Tasi che ammonta a 300 milioni”, conclude Decaro. Il vicepresidente Pella ha evidenziato agli esponenti dell’esecutivo la necessità di semplificare le procedure amministrative e contabili per i piccoli Comuni. “Non ha senso imporre lo stesso iter a strutture non paragonabili, per risorse economiche e umane, come il Comune di una metropoli e quello di un paesino”.

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