Questione di karma (Film, 2017)
Il cinema italiano non finisce mai di stupire, soprattutto la commedia, ché ne vedi una (Beata ignoranza) e ti dici: peggio non si può fare. Ma ti rendi conto quasi subito che non è vero, che al peggio non c’è mai fine. Ti era sfuggita Questione di karma. Edoardo Falcone – regista e sceneggiatore – viene persino candidato al Globo d’oro per la miglior commedia – Calvesi per la fotografia (dignitosa) – ma per fortuna non vince alcun premio, pure se certa critica continua a incensarlo come un promettente regista.
In sintesi la trama, che non merita un riassunto più ampio. Giacomo (De Luigi) è un giovane erede di una famiglia industriale rimasto scioccato dal suicidio del padre che preferisce studiare e dedicarsi a fantasticherie piuttosto che alla sua azienda, curata dalla sorella (Ragonese) e dal patrigno (Pagni). Un esoterista (Leroy) convince Giacomo che esiste la reincarnazione del padre, un certo Mario Pitagora (Germano), imbroglione matricolato. L’incontro tra i due darà vita a una singolare amicizia, fino a quando Giacomo scoprirà se stesso e deciderà di affrontare la realtà.
Il film è sceneggiato male, la storia fa acqua da tutte le parti, priva di ritmo e di battute comiche memorabili. Un prodotto anonimo e imbarazzante, impaginato in una confezione televisiva, pronto per gli immancabili passaggi sul piccolo schermo, ma inferiore per qualità a molte fiction. Interpretazioni risibili. Naufraga non solo Fabio De Luigi – sfoggia sempre la stessa espressione imbambolata – ma anche un ottimo attore come Elio Germano, in evidente difficoltà nel ruolo scritto per lui. Persino Stefania Sandrelli sembra una dilettante perché il ruolo della madre è davvero caricaturale, così come cadono nel ridicolo un patrigno arcigno come Eros Pagni e una sorella bonaria come Isabella Ragonese. Unico motivo di interesse rivedere il vecchio Philippe Leroy nei panni dell’esoterista che indica la reincarnazione del padre a Giacomo. Riprese avvolgenti, televisive, fotografia dignitosa ma anonima, location romana con molti interni, direzione di attori inesistente.
La storia parte da un assunto fantastico che poco a poco si stempera fino a una spiegazione finale che sfiora il ridicolo, così come i personaggi sono così fumettistici e caricaturali da non consentire alcuna immedesimazione. Film come Questione di karma non andrebbero neppure recensiti, sono un segnale preoccupante per il precario stato di salute della nostra commedia, genere nel quale eravamo maestri e che non riusciamo più a fare con la convinzione d’un tempo. I nostri registi confondono commedia con farsa, sembrano non sapere neppure che cosa stanno girando, mettono in scena storie improbabili che fanno soltanto irritare. Non crediamo che il pubblico chieda simili prodotti, almeno gli amanti del vero cinema, non parlo degli abituali fruitori di fiction televisiva. Trovate il film su RaiPlay, ma non è consigliabile vederlo.
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Regia: Edoardo Falcone. Soggetto e Sceneggiatura: Edoardo Falcone, Marco Martani. Fotografia: Maurizio Calvesi. Montaggio: Luciana Pandolfelli. Musiche: Michele Braga. Scenografia: Massimiliano Sturiale. Costumi: Luigi Bonanno. Produttori: Lorenzo Mieli, Mario Gianani. Case di Produzione: Wildside, Rai Cinema (Mibact). Distribuzione: 01 Distribution. Genere: Commedia. Interpreti: Fabio De Luigi, Elio Germano, Daniele Virgilio, Valentina Cenni, Massimo De Lorenzo, Corrado Solari, Isabella Ragonese, Philippe Leroy, Eros Pagni, Stefania Sandrelli.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]