Dal Bilancio UE nuovi corridoi per l’Europa
Lo scorso novembre il Parlamento europeo ha approvato le nuova mappa economica della Trans European Network Policy, per il periodo 2014-2020. Una riorganizzazione delle priorità dell’UE in materia trasporti e una riconsiderazione importante degli interessi infrastrutturali nel masterplan europeo che guarda al 2020.
Nove i Corridoi paneuropei selezionati, per lo più ferroviari e marittimi (due corridoi nord-sud, tre est-ovest e quattro diagonali), che andranno a definire la nuova rete europea dei trasporti. L’architettura su cui viaggeranno merci e passeggeri, studenti e professional di un mercato europeo sempre più concreto e integrato.
Dei nove macro-progetti fanno parte il Corridoio Baltico-Adriatico, importante asse ferroviario tra i due mari, che attraverserà diverse aree industriali dell’Europa continentale; il Corridoio Mediterraneo, che unirà la penisola iberica con l’est Europa – Ungheria e Ucraina in testa – passando per il Nord Italia; il Corridoio Atlantico, tra la Spagna e i porti del grande Nord: Le Havre e Rouen; il Corridoio Baltico-Mare del Nord, che connetterà porti e vie dei due mari, connettendo Finlandia ed Estonia e fornendo strade e ferrovie tra i tre stati del baltico e Polonia, Germania, Belgio e Paesi Bassi.
Importanti finanziamenti saranno veicolati anche sul Corridoio tra Scandinavia e Mediterraneo, uno dei più importanti assi dell’Europa dei mercati che, passando da Germania, Alpi e Italia – partendo dal Baltico – costruirà un link importante tra le maggiori aree industriali d’Europa. Non da ultimo, l’Ue ha considerato strategici anche il Corridoio tra l’Oriente e l’East Med, che connetterà le aree marittime dei mari del Nord, Baltico e Mediterraneo, ottimizzano l’uso dei porti e delle “autostrade del mare”. E proprio per non far mancare nulla, troveranno spago anche il Corridoio tra il Reno e il Danubio e quello tra il Reno e le Alpi, quest’ultimo interessante per la connessione che produrrà tra i porti di Rotterdam e Anversa e quello di Genova, via Svizzera, passando per Milano. Gli ultimi euro della Politica Europea dei Trasporti finiranno sul Corridoio tra il Mediterraneo e il Mare del Nord, i tratti tra l’Irlanda e il nord dell’UK verso l’Olanda, Belgio e Lussemburgo, fino al sud della Francia e allo sbocco sul mare.
Una nuova rete dei trasporti in una nuova Europa targata 2020, che costituirà la principale arteria della mobilità nel mercato unico e permetterà di eliminare le strozzature (i colli di bottiglia), di ammodernare l’infrastruttura esistente (attraverso l’ICT) e di snellire le operazioni transfrontaliere di trasporto per passeggeri e imprese in tutta l’UE.
Il core network della nuova geografia connetterà 94 porti alle principali linee ferroviarie e stradali e 38 aeroporti alle linee ferroviarie che portano alle principali città. 15 mila saranno i chilometri di linee ferroviarie convertite ad alta velocità e 35 i progetti transfrontalieri destinati a ridurre le strozzature dovute ai grandi transiti commerciali che interessano le dorsali del commercio internazionale.
La nuova politica infrastrutturale europea prevede, infine, di triplicare i finanziamenti concessi dall’Unione al settore dei trasporti portandoli a 26 miliardi di € al 2020 e concentrandoli sulla nuova rete centrale. L’80 all’85% di questi fondi finanzieranno, oltre ai nove Corridoio paneuropei, anche importanti progetti orizzontali legati all’IT come il SESAR (Single European Sky Air Traffic Management System) o l’ERTMS (European Rail Traffic Management System), che verrà usato su tutti i principali corridoi.
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