Al via il Premio Agenda Digitale 2018
Mentre rimbalza dalle pagine della stampa e tv l’appello dell’opposizione al Governo attualmente in carica di non “azzerare il lavoro fatto” in tema di promozione e sviluppo della digitalizzazione in Italia e, per effetto dell’attuale Manovra, le Imprese del nostro Paese sono in allarme per il dimezzamento subito dagli incentivi previsti e stanziati in passato per Industria 4.0, stanno per scadere i termini per le candidature previsti per concorrere al Premio Agenda Digitale 2018 – promosso dal Politecnico di Milano e dal Ministero della Pubblica Amministrazione – la cui dead-line è fissata per il prossimo 26 ottobre (la Scheda da compilare per inviare la propria candidatura disponibile al link: sono ammessi a concorrere i progetti avviati dopo il 1 gennaio 2015 e che già stanno ottenendo risultati e ad essere oggetto della candidatura potranno essere “soluzioni progettate da P.a. o da Imprese per la PA o, di pubblica utilità (servizi o piattaforme a libero accesso dei cittadini)”. Le Categorie previste: “Attuazione dell’Agenda Digitale, Agende Digitali Regionali, Agende Digitali degli Enti Locali”. I finalisti presenteranno il proprio progetto durante il Convegno finale di presentazione dei risultati della Ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano – “Osservatori Digital Innovation” – che si terrà a dicembre a Roma, durante il quale, saranno scelti i vincitori da parte di una Giuria qualificata, dopo aver esaminato lo “Speech” o i Video di presentazioni richiesti ai finalisti. I vincitori saranno tre: uno per ogni Categoria.
Il Premio, giunto oramai alla sua quarta edizione, si propone di contribuire allo sviluppo e alla promozione della “cultura dell’innovazione digitale” in Italia, favorendo, nel contempo, la creazione di un meccanismo virtuoso di amplificazione e condivisione delle “migliori esperienze di digitalizzazione” e buone pratiche, premiando, valorizzando e offrendo una visibilità, che magari non avrebbero, anche nello scenario europeo ed internazionale, alle aziende e imprese italiane fiore all’occhiello del processo di innovazione e digitalizzazione del nostro Paese, fornendo dati da analizzare, studiare e sviluppare per le finalità di ricerca dell’Osservatorio.
Del resto, è noto, l’attuazione dell’Agenda digitale Europea è uno dei sette pilastri della Strategia Europa 2020. Con l’Agenda la UE intende far leva sull’ICT per favorire l’innovazione, il progresso e la crescita economica dei Paesi dell’Unione, semplificando e accelerando la creazione del Mercato Unico Digitale dell’Unione Europea.
L’Italia raccolse l’imput dell’Unione con la creazione della Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020, perseguendo, quindi, gli obiettivi dell’Agenda Digitale della UE. Ma, nonostante gli sforzi compiuti, dobbiamo constatare, nostro malgrado, che l’Italia è, ancora, tra gli ultimi Paesi UE per la sua attuazione: “terzultima in Europa per fattori abilitanti e quartultima per risultati raggiunti”. Sono i dati estratti dai “Digital Maturity Indexes” che lo dimostrano.
Il Premio Agenda Digitale 2018 e l’attività dell’Osservatorio, intendono, in un contesto politico nazionale, che abbiamo visto, instabile per antonomasia, portare all’attenzione della politica l’attività e il “punto di vista dei diversi stakeholders”, sottolineando l’importanza dello sviluppo digitale e ponendo al centro della propria azione i diversi “attori chiave”: Cittadini, Pubblica Amministrazione, Provider di soluzioni digitali.
La quarta edizione del Premio e il sesto anno di attività dell’Osservatorio del Politecnico di Milano vorrebbero, anche, dare come delle “Linee Guida” al Governo per far sì che tutti i passi avanti e gli sforzi compiuti negli ultimi anni di lavoro non siano buttati alle macerie.
Per qualsiasi Paese moderno che voglia definirsi civile il percorso di digitalizzazione è un qualcosa di ineludibile, ma in Italia, più che altrove, stenta a decollare, richiedendo l’intervento pubblico in misura più ingente, soprattutto a causa della frammentazione di azioni a cui neanche una Strategia Nazionale riesce a sopperire a cui si è andato ad aggiungere un uso inefficiente delle risorse e la non interoperabilità e integrazione dei servizi sviluppati.
Il vero problema dell’Italia e del suo ritardo nei processi di digitalizzazione, come sempre avviene per il nostro Paese, è un problema culturale, generazionale e geografico: stragrande maggioranza di popolazione anziana, bassissima percentuale di conoscenza e padronanza nell’utilizzo degli strumenti di innovazione e tecnologie di comunicazione da parte degli italiani, basso livello di competenze digitali sia per le imprese che per i cittadini specialmente al Sud.
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