Al-Manāmah, Bahrain
«Le donne arabe sono belle! Hanno una pelle liscia e curata, le sopracciglia folte ben curate che incorniciano occhi grandi e sguardi profondi. Si truccano bene e con cura, le loro mani sfoggiano manicure attenti e alla moda. Quando camminano, sia esse con il velo o senza, emanano profumi costosi, lasciano scie delicate e intriganti. Spesso indossano le vesti lunghe e nere che accompagnano passi lenti e misurati; non vanno di corsa le donne del Bahrain. Sono sempre in gruppo, mai sole; le loro borse firmate e originali, nessuno potrebbe, come a Roma , pensare che siano tarocche; qui, o vera o niente.
Le ho guardate parlare e ridere; ciascuna con almeno due telefonini ultima generazione rigorosamente “no-apple”, perché così funziona da queste parti, scherzano e scrivono, fotografano e ridono. Il telefono ha preso il posto del vecchio caro eunuco, quello che le intratteneva nelle lunghe ore in cui erano tutte sole in qualche bel luogo. E loro stanno bene così, noi occidentali vogliamo sempre vedere un lato negativo; pensiamo che loro siano infelici perché è impedito loro di esprimersi, di poter fare quello che fanno le donne occidentali; e cioè passare tutta la giornata in un ufficio facendo magari un lavoro che non amano, oppure vivendo in una casa grande come la cantina delle nostre amiche.
Le ho viste felici, quella è la loro cultura, chi siamo noi per dire se sia giusto o sbagliato? Il Bahrein e davvero un piccolo stato, un’isola; in questa piccola monarchia la popolazione sciita è in netta maggioranza, circa il 70% ma ha pochissimo potere nonostante qui, a differenza dell’Arabia Saudita, esista un parlamento eletto. La minoranza sunnita, la casa reale e, in particolare, la sua fazione conservatrice hanno gestito i tentativi di dare al Bahrein un sistema semi-parlamentare in modo tale da frustrare negli anni le speranze degli sciiti.
Si sentono sicuramente gli echi della primavera araba, ma forse fa troppo caldo per una vera rivoluzione e la vita scorre molle, si cena alla 23 e si comincia a lavorare alle 11 del mattino. E le donne vestite di nero al fianco di uomini vestiti di bianco accudiscono le loro famiglie aiutate da schiere di filippine e cingalesi, perché qui la fascia dei lavoratori più umili è coperta da queste persone. Tutto sommato sono dei privilegiati i Barheniti e per non farsi mancare nulla hanno anche il petrolio, oltre che deputati ad essere la futura scintillante perla del Golfo Arabico.»
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