Diario di un vizio (Film, 1993)
Diario di un vizio è il penultimo film di Marco Ferreri – regista che in Italia andrebbe rivalutato e studiato – girato subito dopo La casa del sorriso (1991) e poco prima di Nitrato d’argento (1996). Ferreri ha da poco vinto l’Orso d’oro a Berlino nel 1991, finisce quasi per fare il bis ma si accontenta di un premio a Jerry Calà per un ruolo insolito, drammatico e grottesco, in sintonia con il personaggio complesso interpretato sotto la guida di Pupi Avati, nel 1988, nel primo episodio di Sposi. Ferreri compie un’operazione Benigni, come in Chiedo asilo (1979) non prende il personaggio e lo inserisce nel film, ma lo stravolge e lo adatta a uno specifico intento.
Jerry Calà – per me bravo anche nella commedia pura e nella farsa, attore inimitabile nel suo genere – dà uno schiaffo senza mani alla critica ottusa e si cala alla perfezione nel ruolo scritto per lui dal Maestro. Vediamo il geniale gatto di vicolo dei miracoli indossare i panni di Benito, un erotomane che vive da squallido venditore di detersivi e molestatore di donne – soprattutto negli autobus – perennemente in autoanalisi grazie a un assurdo diario che compila, dove annota tutte le sue perversioni. Benito ha una fidanzata per niente fedele come Luigia (Ferilli) che lo tradisce in continuazione con chiunque le capiti a tiro, mentre sogna di fare cinema e lavora come comparsa a Cinecittà.
Il film è girato in una Roma squallida e irriconoscibile, periferica e abbandonata, molti esterni sul mare di Ostia, a Pontinia e Latina, per sottolineare la vita anonima, priva di interesse e piena di frustrazioni erotiche condotta da Benito. Ferreri racconta, senza seguire una sceneggiatura precisa e consequenziale, quasi per brevi flash, le depravazioni di un uomo qualunque, pedinando la sua vita in maniera quasi neorealistica, zavattiniana, con pennellate pasoliniane intrise di squallore decadente. La trama è improbabile, per niente credibile, ma non è importante, perché Ferreri non ha mai voluto scrivere film realistici, quanto creare personaggi che rappresentassero i nostri vizi, i difetti comuni, la difficoltà di vivere in un mondo fatto di apparenza, in preda a consumismo e pubblicità.
Jerry Calà è perfetto nel ruolo, non si poteva scegliere attore migliore, con quella sua espressione allucinata e fanciullesca, persino ingenua, di uomo ancora bambino, sorpreso dalla tragicità della vita. Sabrina Ferilli è bellissima, non ancora famosa, esuberante ed eccessiva, spontanea e basilare nel ruolo della fidanzata infedele che sopporta un uomo immaturo, in preda al complesso di Edipo e a mille turbe psichiche, che le chiede soldi e la deruba per campare. Molte parti oniriche e grottesche; grandi effetti visivi che ricordano il cinema di Antonioni, stupenda colonna sonora latineggiante con aggiunta di ritmi jazz composti da Pezzolla e Barbieri; fotografia nitida e decadente di una Roma abbandonata a sé stessa e periferica.
Molta parte della critica non comprende il senso del film, mentre il pubblico non accetta la svolta drammatica di Jerry Calà – pur bravo e intenso – ormai troppo coinvolto nei ruoli demenziali della commedia anni Ottanta. Nonostante tutto Ferreri firma un lavoro graffiante e polemico, contro la società contemporanea e le convenzioni sociali, soprattutto religiose ed economiche, dipingendo a tinte fosche la vita inutile di un uomo comune che alla fine scompare nel nulla lasciando alle sue spalle soltanto un diario.
Da vedere, anche se serve un minimo di preparazione e una conoscenza di base del regista. Ma da qualche parte si deve pur cominciare.
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Regia: Marco Ferreri. Soggetto: Liliana Betti. Sceneggiatura: Liliana Betti, Marco Ferreri, Riccardo Ghione. Fotografia: Mario Vulpiani. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Durata: 89’. Genere: Grottesco, Drammatico. Scenografia: Tommaso Bordone. Costumi: Camilla Maria Righi. Trucco: Maurizio Silvi. Produttore: Vittorio Alliata. Musiche: Victorio Pezzolla, Gato Barbieri. Produttore Esecutivo: Fulvio Lucisano. Casa di Produzione: Società Olografica Italiana. Distribuzione: IIF, Skorpion Entertainment. Interpreti: Jerry Calà, Sabrina Ferilli, Valentino Macchi, Massimo Bucchi, Cinzia Monreale, Maria Rosa Moratti, Piero Nicosia, Laetitia Ranieri, Anna Duska Bisconti, Luciana De Falco, Doriana Bianchi, Manuela Arcuri, Jessica Rizzo.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]