La bellezza del somaro (Film, 2010)
La bellezza del somaro è il miglior film diretto da Sergio Castellitto per valenza metaforica e stringente attualità dei temi trattati, pur costretti in una sceneggiatura grottesca ed eccessiva, da commedia surreale. La trama è semplice, sono le valenze introspettive, i rapporti familiari e amicali che rappresentano a dovere la complessità dei temi trattati. Marcello (Castellitto) e Marina (Morante) sono una coppia borghese romana con due figli, il marito ha una turbolenta relazione con una giovane spagnola (Ponce), mentre la moglie è piuttosto nevrotica, nonostante il lavoro da psicologa. Il momento fondamentale del film è il compleanno del marito, festeggiato in un casolare della campagna toscana, insieme a molti amici, dove la coppia incontra il fidanzato della figlia: Armando (Jannacci), che ha cinquant’anni più della ragazza. L’irruzione dell’imprevisto, della variabile imponderabile e incomprensibile, produce effetti devastanti nel quotidiano della vita borghese, facendo deflagrare scontri sopiti e vecchie incomprensioni.
La bellezza del somaro è un film grottesco, ricorda molto il cinema di Marco Ferreri (la presenza di un anziano Jannacci fa tornare alla memoria L’udienza) e al tempo stesso cita Teorema di Pasolini, dove l’irruzione di un’entità metaforica (in quel caso giovane, bella e quasi divina) mandava in frantumi la monotona vita borghese. Il somaro che ritorna in numerose scene campestri è una metafora di un elemento insolito che improvvisamente scuote il quotidiano e risveglia i protagonisti dal torpore. Castellitto e Mazzantini analizzano con tratti marcati i rapporti di coppia, il tradimento, il cambiamento di rapporti con i figli, puntando il dito accusatore sulla nostra generazione che ha lasciato in eredità un mondo vuoto, pieno di vecchi valori incomprensibili ma privo di futuro per i giovani. Emblematica la frase di un amico: Sono nato in un mondo dove i figli non contavano niente e adesso mi ritrovo genitore a non contare niente.
Armando è l’imprevisto che provoca reazioni inattese nei rapporti familiari, un fidanzato settantenne non facile da accettare per una figlia non ancora maggiorenne che cerca in un uomo un rapporto maturo, forse quel padre che non ha mai avuto. Vediamo i figli che prendono il sopravvento sui genitori, allevano serpenti e si fanno le canne, ma non devono essere rimproverati perché la loro psicologia potrebbe essere turbata. Ci sono le accuse dei giovani ai padri, colpevoli di aver inquinato e distrutto, di non aver costruito un mondo migliore ma un luogo incomprensibile dove non è facile vivere. Abbiamo un ambiente familiare dove i genitori spesso sono più immaturi dei figli, tra tradimenti e nevrosi, angosce quotidiane, debolezze, paura di morire e inadeguatezza al ruolo.
Un film girato molto bene da Castellitto, con stile secco e asciutto, impaginato con movimenti di macchina nervosi che staccano da un primo piano a un altro senza soluzione di continuità, per rappresentare caratteri volubili e incerti. Ottima la fotografia di Corticelli, pur convenzionale, che immortala una stupenda campagna toscana, tra cieli stellati, colline bruciate dal sole e lunghi filari di cipressi. Bravi gli attori, soprattutto Jannacci, nel ruolo del vecchio saggio che irrompe nella fragile famiglia borghese; bene Castellitto e Morante come coniugi nevrotici, come non sono da meno Giallini e Bobulova. Parte della critica ha visto luoghi comuni e facili intellettualismi, da parte nostra – che non amiamo Margaret Mazzantini – abbiamo apprezzato le citazioni di Bergman (Il settimo sigillo), il tono da teatro dell’assurdo di Beckett e i temi dei racconti di Cechov sulla borghesia inetta e fallita, che fanno bene al cinema italiano perché lo rendono meno provinciale. Da vedere.
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Regia: Sergio Castellitto. Soggetto: Margaret Mazzantini. Sceneggiatura: Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini. Fotografia: Gianfilippo Corticelli. Montaggio: Francesca Calvelli. Musiche: Arturo Annecchino. Produttori: Roberto Cicutto, Luigi Musini, Sergio Castellitto. Case di Produzione: Cinemaundici, Alien Produzioni, Toscana Film Commission. Durata: 116’. Genere: Commedia. Distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia. Interpreti: Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Barbora Bobulova, Gianfelice Imparato, Nina Torresi, Emanuela Grimalda, Lidia Vitale, Renato Marchetti, Lola Ponce, Erika Blanc, Svetlana Kevral, Pietro Castellitto, Christopher Hayston Gandola, Valerio Lo Sasso, Enzo Mele, Valentina Mencarelli, Riccardo Russo, Lucilla Morlacchi.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]