Cronache dai Palazzi

Manovra coraggiosa ma rischiosa. L’Unione europea non promuove quella che dovrebbe essere la prossima legge di Bilancio dell’Italia e focalizza l’attenzione sul rialzo dello spread. Se gli incrementi dei rendimenti dei titoli di Stato saranno “elevati e persistenti”, le conseguenze saranno ovviamente molto serie. Secondo il Rapporto di Bankitalia i rincari dei rendimenti “ostacolano il calo del rapporto debito/PIL, riducono il valore della ricchezza delle famiglie, frenano e rendono più oneroso il credito al settore privato, peggiorano le condizioni di liquidità e la patrimonializzazione di banche e assicurazioni”. Quest’ultime, in particolare, risultano essere a rischio più di altre realtà, “in ragione degli investimenti necessari a coprire gli impegni presi con la clientela e dell’elevata quota di titoli di Stato in portafoglio”. Le famiglie invece risultano solide, “benché il calo delle quotazioni dei titoli abbia già determinato una contrazione del valore della loro ricchezza”. Per quanto riguarda le condizioni “patrimoniali delle imprese sono migliorate negli ultimi anni, anche se il rallentamento ciclico frena la crescita degli utili”.

In definitiva secondo Bankitalia i rischi per la stabilità finanziaria del Bel Paese per la maggior parte “derivano dalla bassa crescita e dall’alto debito pubblico”. A questi elementi ormai “storici” del tricolore si somma inoltre una dato di fatto che non favorisce la ripresa: “L’incertezza sull’orientamento delle politiche economiche e di bilancio ha determinato forti rialzi dei rendimento dei titoli pubblici” e “le condizioni di liquidità del mercato secondario dei titoli di Stato sono più tese rispetto ai primi mesi dell’anno”. Nello specifico l’effetto sulla crescita e sul rapporto debito/Pil “dipenderà dunque dalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori”.

Da Firenze – durante l’inaugurazione della quinta edizione del progetto di alfabetizzazione economico-finanziaria “Young Factor” –  il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha affermato che “i mercati sono utili se funzionano bene e la responsabilità nostra è quella di partecipare a Bruxelles dove non ci sono i burocrati nemici del popolo, le regole vanno applicate in un mondo interdipendente perché ciascuno di noi è debole se è solo”.

Di fronte al’aula di Montecitorio il premier Giuseppe Conte ha nel frattempo ribadito: “Con più crescita si può rimodulare la manovra. Ma i contenuti restano”. Il presidente del Consiglio non ha, in pratica, manifestato preoccupazione per la procedura di infrazione da parte dell’Unione europea e a proposito della manovra ha sottolineato: “Per ogni passaggio sono previsti tempi non definiti in modo certo, in ogni caso chiederemo tempi di attuazione molto distesi. Questo ci servirà per consentire alla manovra di produrre effetti sulla crescita e ridurre il debito pubblico”. All’Unione europea, e nello specifico a Jean Claude Juncker, Giuseppe Conte intende sottolineare il lavoro del suo governo, le “misure votate alla crescita”, “il vasto piano di revisione e di semplificazione dell’assetto normativo che regola i rapporti fra i privati e fra privati e pubblica amministrazione”. L’ampio disegno di legge delega a  proposito di contratti pubblici.

Nonostante le impennate dello spread e la bocciatura della manovra da parte dell’Europa il premier Conte è fiducioso delle possibilità del nostro Paese: “Faremo capire di aver messo in campo azioni finalizzate a favorire una rapida discesa del debito, attraverso la dismissione di asset non strategici già nel 2019, per un valore pari a circa l’1% del Pil”. Il governo ha inoltre “previsto strumenti di stretto monitoraggio – con cadenza infrannuale – della spesa”. Il governo di Roma non avrebbe infine assecondato i suggerimenti della Commissione Ue perché “le raccomandazioni in materia le riteniamo non compatibili con lo stato congiunturale della nostra economia, più orientato alla crescita che non all’austerità”, ha sottolineato il premier Conte.

Nessuna alterazione dei contenuti in vista, quindi, bensì “ribadiremo che ci sarà un’accelerazione degli investimenti”, ha dichiarato l’esecutivo prevedendo inoltre una opportuna “rimodulazione di alcuni interventi” in Parlamento.

A Juncker Conte illustrerà “i programmi e le decisioni” del governo di Roma e in caso di persistente procedura di infrazione “chiederemo tempi di attuazione molto distesi”, ha affermato il premier. Pierre Moscovici ha ribadito la necessità di “un accordo sulle regole” con l’Italia e anche il ministro Tria è sembrato preoccupato a proposito di spread e mutui. Per Conte però “con un clima rasserenato lo spread scenderà, siamo responsabili – ha  affermato il premier – nessuna presunta ribellione all’Ue”. Per il vicepremier Salvini “non può esserci una trattativa da mercanti”, mentre il vicepremier Di Maio dice “No al muro contro muro” e sottolinea la necessità del “dialogo ad oltranza” con l’Europa. “Rimodulare significa fare più tagli alla spesa pubblica” ha aggiunto il leader pentastellato.

Nel dettaglio la manovra prevede delle spese per circa 19,9 miliardi di euro: 6,7 per quota 100; altri 6,7 miliardi per il reddito di cittadinanza; 3,4 per investimenti; 0,5 per il pubblico impiego; 2,5 miliardi per altre spese. Per quanto riguarda le cosiddette “coperture” il governo prevede delle entrate per circa 7,9 miliardi grazie alle misure sulle banche, la svalutazione dei crediti, il condono. In programma c’è pure un taglio spese per 3,6 miliardi dei quali 2,5 legati alla spending review e 1 miliardo per la riprogrammazione di fondi. In totale sarebbero 11,6 miliardi di coperture che sommati ai 21,7 miliardi di deficit coprirebbero i 33,4 miliardi conteggiati dal governo per la nuova manovra.

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