Bernardo Bertolucci
Muore dopo lunga malattia Bernardo Bertolucci (Parma, 16 marzo 1941 – Roma, 26 novembre 2018) e noi ricordiamo uno dei suoi film più discussi e celebrati, senza dimenticare opere memorabili come Novecento (1976), La luna (1979), Il tè nel deserto (1990), Piccolo Buddha (1993). Il suo ultimo film è l’anonimo Io e te (2012). Leone d’Oro alla carriera nel 2007. Palma d’onore a Cannes nel 2011.
Un film che provoca grande scandalo e che ricordiamo per l’accanimento dei censori è senza dubbio Ultimo tango a Parigi (1972), poetico e cupo dramma che descrive la solitudine di un uomo e una donna (Marlon Brando e Maria Schneider) che comunicano solo attraverso il sesso all’interno di un appartamento deserto, senza sapere niente l’uno dell’altra, neppure i nomi. I dialoghi sono forti e dissacranti, ma soprattutto ciò che scandalizza i censori è la sequenza in cui Brando sodomizza la Schneider con l’aiuto di un panetto di burro. Il film viene subito sequestrato sotto l’impulso moralizzatore dei critici bigotti e reazionari, mentre la critica più accorta grida allo scandalo. La cosa assurda è che quattro anni dopo il film è addirittura condannato al rogo, in un clima da caccia alle streghe e da tribunale inquisitorio.
Marlon Brando è Paul, uno straniero a Parigi sconvolto dall’improvvisa morte della moglie, che nelle prime sequenze del film vediamo camminare da solo per strada. Marlon Brando veste con un cappotto marrone e una maglietta nera, la sua caratterizzazione del personaggio squallido e disperato è perfetta. Viene raggiunto e notato dalla giovane Jeanne, interpretata da una convincente Maria Schneider. Per caso i due si ritrovano in un appartamento vuoto da affittare e lì dentro comincia un lungo viaggio predestinato tra maestro e discepolo. Nell’appartamento, che alcuni critici hanno paragonato a un tempio per la sacralità dell’iniziazione erotica che vi si consuma, si celebrano riti di amore e di libertà. Il Maestro però, dopo aver visitato per l’ultima volta la camera ardente della moglie Rosa, porta a termine il suo tragico viaggio dopo aver ballato l’ultimo tango con Jeanne.
Il film si aggiudica il Prix Raoul Lévy a Parigi, il Nastro d’argento 1973 per la migliore regia, la Grolla d’oro 1973 e ottiene alcune nominations agli Oscar 1974 per la migliore regia e il migliore attore protagonista. Da citare la stupenda musica di Gato Barbieri che sottolinea la drammaticità della trama. Marlon Brando è fantastico nei panni del protagonista che rende perfetto e credibile, mentre Maria Schneider resta vittima del suo personaggio e dopo il film della sua vita non interpreta molti film. Ultimo tango si conquista la fama di film maledetto anche per queste cose, inoltre Marlon Brando dichiara che il film lo lascia svuotato e devastato e che mai più si farà coinvolgere emozionalmente in un modo così distruttivo. Ultimo tango è un’opera d’arte perfetta e irripetibile, tutte le sue componenti (la fotografia di Storaro, la musica di Gato Barbieri, il montaggio di Franco Arcalli) confluiscono in un lavoro ben diretto dal regista. Pauline Kael, critica cinematografica del settimanale New Yorker, scrive: “Questo è un film del quale la gente discuterà fino a quando ci saranno dei film”.
In Italia Ultimo tango viene bocciato dalla Commissione Ministeriale. In appello la censura italiana concede il nulla osta al film, in cambio di otto secondi di tagli. Nel dicembre del 1972, a Parigi, avviene la prima europea in versione integrale e il 15 c’è la prima proiezione italiana al festival di Porretta Terme. Fra il 16 e il 20 il film esce a Roma e Milano registrando incassi record. Il 21 il PM romano Niccolò Amato ordina il sequestro con l’accusa di “esasperato pansessualismo fine a se stesso” e va notato che lo stesso giorno, a Parigi, il film riceve il premio Raoul Lévy. Una nuova denuncia per oscenità viene presentata da uno spettatore di Porretta Terme e il processo è trasferito al tribunale di Bologna. Comincia per il film e il regista, un lunghissimo iter giudiziario che si celebra in un clima da caccia alle streghe. Infatti, nel gennaio del 1976 si arriva alla assurda condanna definitiva che prevede il rogo di tutte le pellicole. Per fortuna tre copie di Ultimo tango vengono salvate dal rogo e conservate alla Cineteca Nazionale, di modo tale che oggi il film si può ancora vedere in tutta la sua sconvolgente bellezza.
La cosa assurda è che Bertolucci viene condannato a due mesi più la condizionale per aver girato un’opera d’arte. Per la sentenza, il regista è colpevole di avere offeso il comune senso del pudore e ne consegue che viene privato dei diritti civili e per ben cinque anni non può votare. La vicenda ha dell’incredibile e adesso possiamo solo constatare che, passata l’ondata moralistica e cambiati i tempi, per fortuna abbiamo potuto apprezzare senza troppi tagli il film di Bertolucci. Le peripezie del film vengono spiegate in modo originale nel libro di Gabriella Pozzato intitolato Ultimo tango: il mistero svelato (Cucinema.com, Milano 2004). Nel libro si percorre un viaggio iniziatico dentro al film. Dietro l’intenso Marlon Brando, lo straniero a Parigi, sembra nascondersi un personaggio scomodo e rivoluzionario, portatore di un nuovo linguaggio.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]