I diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

“Nessuno mette i propri figli su una barca, a meno che l’acqua non sia più sicura della terraferma”. Queste parole della poetessa somala nata in Kenya Warsan Shire inducono a riflettere sul dramma di chi prende la decisione di mettere il proprio figlio su un barcone guidato da trafficanti senza scrupoli o pirati.

Anche l’Unicef si è mossa in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza celebrata lo scorso 20 novembre, chiedendo la sottoscrizione di una petizione on line inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano nella quale, ricordando come 174.235 bambini e adolescenti abbiano cercato asilo in Europa tra gennaio e agosto 2015, si chiedono misure specifiche per questo popolo che sfugge anche all’attenzione dei media, più focalizzati sugli adulti.

La situazione dei bambini nei Paesi nel mondo è molto più che drammatica. L’Unicef elabora periodicamente rapporti molto articolati sull’universo dell’infanzia: i réportage hanno analizzato le morti premature; lo stato dei servizi presenti nelle scuole primarie; la situazione dei bambini in fuga dalle guerre. Infine è stato steso un elenco dei Paesi che non tutelano o comunque non a sufficienza i diritti dei fanciulli.

I numeri fanno paura, sono «Più di 6 milioni i bambini che muoiono prima del loro 15esimo compleanno», dice Timothy Evans, direttore senior e capo del gruppo della Banca Mondiale per salute, alimentazione e popolazione. Il dato che fa più accapponare la pelle, però, è quello che oggi viene allontanato con fastidio in Italia ma in generale nei paesi occidentali: il rapporto Unicef rileva che un bambino su cinque tra i 15 ed i 17 anni che vive in uno dei Paesi in guerra non ha mai conosciuto una scuola mentre due su cinque non hanno mai completato il ciclo di istruzione primaria.

«Quando un paese è colpito da conflitti o disastri – afferma Henrietta H. Fore, direttore generale Unicef – i suoi bambini e giovani sono vittime due volte. Nel breve periodo, le loro scuole vengono danneggiate, distrutte, occupate da forze militari o anche deliberatamente attaccate, a causa di ciò vanno ad aggiungersi ai milioni di giovani che non vanno a scuola e con il passare degli anni raramente ritornano».

Ecco il motivo per cui, con questa petizione, “l’Unicef ha richiamato l’attenzione sul bisogno di  strutture a misura di bambino all’arrivo, con accesso alle cure sanitarie, sostegno psico-sociale, attività ricreative e attività scolastica. (…) Queste misure di protezione discendono dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che prevede la protezione di tutti i bambini e gli adolescenti, siano essi al di fuori dei loro paesi, in mare, sulla terraferma o sulle coste dei paesi di destinazione”.

L’Italia ha approvato una legge – nota come Legge Zampa, dal nome della firmataria della legge 47/2017, Sandra Zampa – nata per proteggere i minori stranieri non accompagnati. Una legge davvero ambiziosa che pure, nonostante tutto, ancora non è riuscita a far entrare nel cuore delle persone la necessità di proteggere l’infanzia. Qualunque colore abbia la sua pelle e qualunque lingua parli.  Perché un bambino è prima di tutto un bambino.

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