Brexit, sempre più labirinto
Scrivendo sul voto previsto per l’11 dicembre alla Camera dei Comuni sull’accordo UE-GB, avevo immaginato vari scenari possibili, in vista di quella che appariva come una sicura bocciatura: dimissioni della May, nuovo governo conservatore, elezioni, o referendum sull’accordo.
Ma la realtà e la politica hanno più fantasia di chi scrive e la signora May ha trovato una strada imprevista e quasi disperata: rinviare il voto parlamentare e tentare di riaprire con Bruxelles un negoziato di emergenza. Per questa tenace signora abbarbicata alla sua poltrona, è evidente l’obiettivo di ottenere qualche concessione che attenui i sentimenti pro-Brexit, soprattutto sul punto più controverso, cioè la frontiere tra Irlanda del Sud e Irlanda del Nord.
La palla sembra dunque passata nel campo europeo. Cosa accadrà ora? A prima vista, pare difficile che l’UE superi l’irritazione e sia disposta ad aprire un negoziato durato tanto a lungo e già dimostratosi così complesso. Se così fosse, cosa farebbe il Governo inglese? La May ha fatto capire che si preparerebbe ad un’uscita dall’Europa, a marzo prossimo, senza alcun accordo. Un divorzio brutale, insomma, delle cui conseguenze economiche e finanziarie, soprattutto per la Gran Bretagna, che alcuni prevedono catastrofiche, è presumibile che la May sia consapevole.
A questo punto, il labirinto è sempre più contorto ed è davvero impossibile prevedere i seguiti. Cosa augurarsi? Il cuore porta a desiderare che l’Europa si mostri intransigente con un Paese così irritante, la Gran Bretagna impari che non può sbattere le porte in faccia all’Unione ma mantenerne i vantaggi, ed entrare ed uscire dall’Europa come per una porta girevole, e gli inglesi paghino il prezzo del loro superbo isolazionismo. La ragione porta invece a sperare che un lume di buonsenso torni a prevalere da ambedue le parti. Una Gran Bretagna impoverita e indebolita e un’Europa remissiva e timida non giovano a nessuno in Europa e nel mondo e solo Trump (e magari Salvini) possono fregarsi e mani per vederle litigare.
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