Italia delle Regioni

Il presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini in difesa  delle emittenti radio televisive locali, a rischio per ridimensionamento dei fondi per l’editoria, con deleteri effetti sul pluralismo territoriale dell’informazione:   “Ho scritto oggi al Sottosegretario Crimi e al ministro Di Maio, su mandato della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in relazione a due iniziative del Governo che riguardano il mondo dell’informazione e che destano allarme e preoccupazione nel settore e nei territori”.

“La lettera inviata al ministro Luigi Di Maio – ha spiegato Bonaccini – si riferisce alla norma del decreto Milleproroghe con cui si prevede che l’assegnazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali avvenga sulla base di una graduatoria unica nazionale. Tra i parametri previsti per l’elaborazione della graduatoria, oltre al numero di dipendenti, rientrano i dati di ascolto come rilevati da Auditel. Dati che sono assegnati senza essere rapportati al bacino demografico di riferimento delle emittenti, ossia non risultano parametrati alla popolazione regionale”.

“Siamo di fronte – ha continuato Bonaccini – ad un approccio che determinerà un grave pregiudizio per le emittenti che operano in alcune realtà territoriali e, in particolare, nelle Regioni meno popolose, penalizzandole nel punteggio raggiunto e quindi nell’importo del contributo pubblico conseguito”. “Abbiamo chiesto al ministro Di Maio un incontro su questo tema perché si possano rivedere i criteri di riparto di questo Fondo, avendo come obiettivo la tutela del pluralismo dell’informazione e dell’occupazione nel settore”.

Nella lettera inviata invece al Sottosegretario Vito Crimi, Bonaccini ha “espresso preoccupazione per le riduzioni dei contributi per l’editoria”. Infatti, scrive il Presidente della Conferenza delle Regioni, “i tagli del prossimo triennio, secondo quanto appreso dagli organi di informazione, porteranno all’azzeramento dei contributi attualmente previsti”. Ciò “colpirà – oltre che testate storiche che hanno assicurato un contributo al pluralismo dell’informazione – anche numerosi settimanali e periodici particolarmente seguiti in singole aree territoriali o indispensabili punti di riferimento per alcune minoranze linguistiche”. “Anche in questo caso – ha concluso Bonaccini – ho chiesto al Sottosegretario un incontro con le Regioni per approfondire il tema ed evitare che molte realtà editoriali locali possano andare incontro alla cessazione delle loro attività”.

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