Giornata Internazionale dei Migranti
Il 18 dicembre si celebra la Giornata Internazionale dei Migranti, evento che segue di poco la mancata partecipazione dell’Italia al Vertice di Marrakech in Marocco che si è tenuto – appunto – il 10 ed 11 dicembre scorsi. Di questa Conferenza Internazionale si è parlato come di Global Compact, definizione per che la maggior parte delle persone vuol dire poco quanto niente. Si parla però di un argomento che interessa veramente tutti perché tutti prima o poi potremo acquisire la bistrattata qualifica di “migrante”, che è ben diverso dall’essere “rifugiato”.
Il distinguo è molto importante benché di recente i due aggettivi vengano usati erroneamente come sinonimi. Il migrante è colui che volontariamente lascia il proprio Paese per andare a cercare lavoro e condizioni di vita diverse e migliori. Il rifugiato è un essere umano che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese” (art. 1 delle Convenzione di Ginevra del 1951). A chi si trovi in queste condizioni viene concesso lo status di rifugiato perché se tornasse nel proprio Paese potrebbe essere vittima di persecuzioni. Evidentemente si parla di situazioni legalmente ed umanamente ben diverse.
A Marrakech si è quindi tenuta una Conferenza Internazionale tesa alla sottoscrizione definitiva del Documento noto come Dichiarazione di New York, tesa a garantire condizioni di vita umane a rifugiati e migranti e che ha come incipit il riconoscimento del “contributo positivo fatto dai migranti per una crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile”. Il documento prosegue poi garantendo che sempre saranno rispettati diritti umani di profughi e migranti, che spesso sono costretti a “sradicare sé stessi e le loro famiglie dalle loro case.”
Nel Documento viene riconosciuta la difficoltà di gestire i grandi flussi migratori e la necessità di agire sulla base di una indispensabile cooperazione internazionale tra i paesi di partenza e destinazione, senza dimenticare la condanna di tutte le manifestazioni di razzismo, xenofobia, intolleranza.
“Demonizzare i profughi o i migranti offende profondamente i valori della dignità e dell’uguaglianza per ogni essere umano”. Per questo motivo i Paesi sottoscrittori si impegnano a mettere in campo tutte le strategie atte a prevenire i flussi migratori; a tener conto dei diritti, delle esigenze specifiche, dei contributi e delle voci delle donne e delle ragazze rifugiate.
Si tratta evidentemente di princìpi ormai consolidati nel comune sentire, pertanto la Dichiarazione di New York ha inteso andare oltre: i firmatari l’intesa hanno preso atto del fatto che per la corretta gestione dei flussi migratori e dei richiedenti protezione debbano essere create condizioni che aiutino i rifugiati a tornare in sicurezza e dignità nei loro paesi. Si sottolinea poi la necessità di affrontare le cause principali della violenza e dei conflitti armati e di realizzare le necessarie soluzioni politiche e la risoluzione pacifica delle dispute, così come assistere negli sforzi di ricostruzione. Si riconosce infine che tutti hanno il diritto di lasciare qualsiasi paese, compreso il proprio, e di ritornare al suo paese.
Il Global Compact quindi – che potremmo adesso finalmente tradurre come “accordo globale” – dovrebbe essere fondato su un processo di negoziati intergovernativi miranti ad ottenere i princìpi fin qui elencati. Sta di fatto che l’Italia ha deciso di non presenziare a Marrakech per la sottoscrizione del Documento, sospendendo anche l’adesione allo stesso.
La scelta è stata condivisa da parte dell’ala destra della politica, fortemente irritata dal riconoscimento dell’apporto positivo di migranti e rifugiati allo sviluppo sociale” e dal principio che riconosce il diritto alla migrazione come diritto fondamentale. Secondo questi esponenti politici l’emigrazione non è un diritto e soprattutto non può essere riconosciuta a tutti, poiché ne sarebbero meritevoli solo “le nazionalità che hanno dimostrato di integrarsi più facilmente, che hanno dimostrato di integrarsi più facilmente, che creano meno problemi di sicurezza e che condividono la nostra cultura”. Un atteggiamento di chiusura che appare lontano da una realtà nonostante tutto multirazziale, multietnica e multicolor.
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[…] italiano?”. Ieri parlando della giornata dei migranti e del vertice di Marrakech, il sito Futuro-Europa provava a chiarire la differenza tra migranti e rifugiati, due termini che di recente vengono […]
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https://dentidiferro.wordpress.com/2018/12/19/oxfam-120-mila-migranti-diventeranno-irregolari-nei-prossimi-anni/