UE IDEA, verso una nuova integrazione

Abbiamo sentito parlare spesso di “Europa a più velocità”, “Europa a geometria variabile”, “Europa a cerchi concentrici” e sappiamo, oramai, quasi tutti cosa significano queste espressioni: sono le varie tipologie di integrazione differenziata con sfumature di significato differenti tra loro e specifiche, ma ciascuna esprime la volontà di conciliare le diversità esistenti tra i differenti Stati comunitari sia sul piano economico (Unione economica e monetaria) che politico (Politica di sicurezza e difesa; Spazio di libertà, sicurezza e giustizia; controlli alle frontiere).

Per integrazione differenziata si intende la possibilità che appartiene agli Stati membri di poter attivare forme di collaborazioni su basi eterogenee e finalizzate, in funzione alle differenti capacità ed esigenze di ciascun Stato, al raggiungimento di obiettivi diversificati.

Ma è solo con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht (Trattato UE) e del Trattato di Amsterdam (Trattato quest’ultimo che ha inoltre formalizzato e regolamentato la facoltà deli Stati membri di procedere ad integrazioni differenziate attraverso un altro strumento, quello della Cooperazione rafforzata) che si è applicato effettivamente il principio previsto dal legislatore europeo, e concesso ai Paesi UE, dell’integrazione differenziata.

Previsto fin dalla primissima istituzione della CEE nel 1957 anche nel Trattato di Roma, che già contempla una certa asimmetria di partecipazione al processo di integrazione in sede comunitaria tra i diversi Stati e prevede delle deroghe che rappresentano nei fatti una prima acerba forma di integrazione differenziata anche se limitata come ambito, ma significative come impatto, soprattutto economico a favore di alcuni Stati.

Tra integrazione differenziata e processo di integrazione europeo si è stabilito un legame funzionale: gli Stati partecipano in gradi diversi al processo di integrazione pur restandone parte integrante a pieno titolo: ha consentito di fronteggiare eterogeneità di bagaglio storico, politico, culturale, di caratteristiche socio-economiche, soprattutto negli ultimi tempi, quando il processo di integrazione europeo ha vissuto una forte accelerazione e può tornare utile anche nel periodo contemporaneo in cui viviamo e stiamo affrontando le conseguenze e i problemi prodotti dalla Brexit del Regno Unito (ricordiamo per puro dovere di cronaca come fu proprio il Governo del Regno Unito che al tempo non volle l’armonizzazione della Legislazione bancaria nell’Unione, frenò lo sviluppo di un diritto societario europeo a causa delle differenti culture giuridiche di provenienza dei singoli Stati).

Le premesse e il quadro di contesto in cui si inserisce, per essere compreso, “EU IDEA”, progetto pluriennale dell’Unione Europea è questo. Si tratta di un progetto finanziato dalla Commissione Europea nello scenario, appunto, dell’integrazione differenziata, che vuole offrire un’analisi accurata e puntuale del contesto politico, istituzionale, giuridico e sociale della UE, consolidando le “Reti” esistenti e migliorando le best pratices a livello europeo.

Il fine ultimo di EU IDEA sarebbe quello di imprimere un’accelerazione al processo di integrazione puntando sulla flessibilità in funzione di esigenze e problemi specifici dei singoli Paesi membri da risolvere, sviluppando nuovi possibili orizzonti di sviluppo per l’Unione e facendo leva sulla creatività e inventiva dei singoli e differenti Paesi che, comunque, promuovano e semplifichino il processo di integrazione comunitario, allettati da una possibile soluzione dei propri problemi polito-economico nazionali più celere e soddisfacente.

La flessibilità, la fusione delle tante diversità esistenti nell’Unione che non sia “omologativa” e di livellamento, ma di reciproco rispetto, che offra soluzioni mirate a problemi di governance differenti, nella valorizzazione delle singole eccellenze e specificità nazionali, nella differenziazione delle soluzioni offerte ed escogitate, mirate e funzionali alle differenti realtà politico-economico-sociali: questa potrebbe essere la strada, che non tradisce lo spirito che animò ai suoi albori i Padri fondatori, che potrebbe dar vita a una Unione Europea che sia veramente rispondente alle esigenze della Società contemporanea, le assicuri un ruolo di primo piano nello scenario politico internazionale futuro, non la faccia restare ancorata a modelli del passato non più rispondenti alle esigenze mutate del tempo presente.

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