Orgoglio e pregiudizio

«Mi rendo conto che le notizie possono essere interpretate. Leggo questa su “The National”, un giornale di Abu Dabhi e penso, che orrore, si fa propaganda alla guerra. Poi leggo commenti deliranti e insulti gratuiti.

L’articolo dice in sostanza: “Pistole e fucili d’assalto con lanciagranate della Beretta e siluri della Wass esposti negli eleganti stand del “made in Italy” militare allestiti a bordo della portaerei Cavour, oltre agli elicotteri da guerra della AgustaWestland tirati a lucido e parcheggiati in bella mostra sul ponte di volo insieme a una fiammante Lamborghini per attirare i ricchi clienti emiratini”.

Ma la realtà non è proprio così. La missione commerciale della portaerei Cavour, che costerà ai contribuenti italiani 7 milioni di euro (altri 13 li mettono le aziende partecipanti), si concluderà ad inizio aprile dopo aver fatto scalo in tanti paesi come il Bahrein, il Congo, l’Angola, il Ghana o la Guinea. Contro questa operazione, battezzata dal Ministero della Difesa “Sistema Paese in movimento“, si è schierato compatto tutto il mondo del volontariato e del pacifismo italiano, inviando un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Peccato però che il caro giornalista del “The National”, non abbia detto che nello stesso spazio dove ci sono questi Stand, ci sono anche quelli di Federlegno che riunisce un pool di aziende italiane che cercano nuovi mercati, portando la loro grande competenza e l’eleganza delle loro idee in un mercato così promettente; peccato che il giornalista non abbia parlato dell’Operation Smile, del progetto “Un mare di sorrisi”, che vede insieme la Marina Militare e i medici volontari della Fondazione Operation Smile Italia Onlus, con l’obiettivo comune di aiutare bambini ed adulti affetti da labiopalatoschisi e da malformazioni o esiti di malformazioni della testa e del collo.

Peccato che il giornalista abbia dimenticato di scrivere che sulla portaerei ci siano due camere operatorie pronte alle emergenze e dove vengono eseguite molte operazioni che rendono a questi bambini la speranza di una vita migliore.

Peccato che quando si parla di Italia si declini spesso al negativo, che non si tenga conto delle eccellenze italiane nel mondo e di quello che davvero rappresentiamo.

Peccato che il giornalista non abbia colto questo aspetto, non abbia capito l’entusiasmo di questi equipaggi così motivati, di persone con un grande senso del dovere che sono eroi tutti i giorni ma che lo sono in modo naturale e silenzioso.

Io sono stata sulla portaerei Cavour ferma nella tappa in Bahrain e mi sono emozionata. Peccato per chi non ha provato tutto questo. Peccato davvero.»

©Futuro Europa®

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