Tragedie e responsabilità
Le ricorrenti tragedie in mare disturbano gravemente la nostra coscienza e la nostra sensibilità di esseri umani e di cristiani. Però, piangere e pregare per i troppi morti o addossarne la colpa a indistinti fattori come l’Europa o la razza bianca è un semplice esercizio di ipocrisia, un modo tutto sommato comodo per evadere il problema. E anche invocare un’azione europea o internazionale per lo sviluppo dell’Africa è un risaputo sistema per evitare la verità: alla radice del problema c’è un traffico di esseri umani, praticato da criminali cinici e sfruttatori. Sentirci colpevoli perché questi banditi caricano centinaia di innocenti, compresi donne e bambini, su imbarcazioni precarie e inadatte e li espongono al rischio altissimo di morte, non è giusto. La nostra Marina fa quel che può, ma non può intervenire sempre e dovunque.
Dubito anche che sia giusto colpevolizzare, come fa Salvini, la ONG che prestano soccorso in mare. Sono certo che alcune di esse operano in malafede e per scopo di lucro (lo ritiene un magistrato siciliano, non un qualsiasi leghista), ed è probabile che se le loro navi sparissero dal Mediterraneo, il traffico diminuirebbe. Diminuirebbe, ma non cesserebbe: i trafficanti di carne umana continuerebbero la loro opera scellerata, incuranti del rischio di morte quasi certa delle vittime del loro losco traffico.
È dunque venuto, credo, il momento di guardare in faccia al problema e cercare di risolverlo combattendo con tutti i mezzi possibili, anche con la forza, i trafficanti. Se l’Europa o l’ONU non ne sono capaci, che operi la NATO, tanto forte nel Mediterraneo. Un intenso e attento pattugliamento delle coste libiche, con l’accordo di quelle Autorità, dovrebbe portare al fermo dei barconi, al rimpatrio dei rifugiati e all’arresto dei trafficanti, da deferire al Tribunale dell’Aja. Lo ha detto, molto correttamente, il Premier Conte. Speriamo che le sue non siano solo parole di circostanza.
In questa tragedia e nella ricerca di soluzioni serie e finalmente efficaci, sin è inserita l’incredibile, allucinante dichiarazione del Vicepresidente del Consiglio Di Maio, che rigetta la colpa della povertà africana alla Francia e alla permanenza in 14 Paesi africani del cosiddetto “Franco coloniale”, aggiungendo la enorme panzana che così la Francia finanzierebbe il suo deficit. Che un individuo qualsiasi dica una stupidaggine così enorme, passi. Ma che la dica un Ministro della Repubblica, riferendosi a un Paese alleato, socio e, si ritiene, amico, è un fatto assai grave.
E poiché queste sparate mettono in grave rischio le nostre relazioni internazionali più importanti (come prevedibile Parigi ha convocato la nostra Ambasciatrice per chiarimenti), sarebbe imperativo che intervenissero a fare chiarezza il Ministro degli Esteri, a cui spetta gestire i nostri rapporti coll’estero, il Presidente del Consiglio e il Capo dello Stato in persona (e che magari l’altro azionista di maggioranza del Governo prendesse le distanze dal suo socio). Sarebbe veramente ora di smetterla con questi gesti irresponsabili, dannosi per i nostri veri interessi e tutto sommato inspiegabile anche alla luce di interessi elettorali.
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