Tutto quello che vuoi (Film, 2017)
Francesco Bruni firma il suo terzo film da regista, il più maturo e convincente, tornando sui livelli di Scialla, abbandonando le secche di Noi 4, il suo unico lavoro poco riuscito. Forse per il regista e sceneggiatore romano (livornese di adozione) è più congeniale il racconto generazionale, il contrasto vecchi-giovani, il romanzo di formazione che indaga le difficoltà dei ragazzi a crescere nella società contemporanea e il modo di porsi nei confronti delle generazioni che li hanno preceduti.
Tutto quello che vuoi è un film scritto e sceneggiato senza alcun punto debole (Nastro d’Argento a Bruni più che meritato!), recitato benissimo da uno straordinario Giuliano Montaldo (un grande regista prestato alla recitazione, pure lui Nastro d’Argento) e da un gruppo di convincenti ragazzini, su tutti Andrea Carpenzano. La storia narra le vicissitudini familiari e di borgata di Alessandro, un ragazzo come tanti, sbandato e orfano di madre, che manda avanti una relazione assurda con la mamma di un amico e vive in una famiglia problematica con il padre che ha una relazione con una ragazza rumena. Alessandro non studia, non lavora, rifiuta di dare una mano al padre, passa giornate inutili al bar e con gli amici, conduce un’esistenza senza sbocchi, evita di impegnarsi in qualsiasi cosa, persino nell’amore. La sua vita cambia quando il padre gli trova un lavoro come accompagnatore di un anziano professore, un poeta che ha perso la memoria, ma ancora capace di slanci umani e di trasmettere amore e passione.
Il rapporto tra il vecchio e il ragazzo farà bene a entrambi, spingerà il gruppo di giovani alla ricerca di un fantomatico tesoro sepolto in tempo di guerra sull’Appennino tosco emiliano, un tesoro sui generis, soltanto un paio di scarponi, importanti solo nella situazione contingente. La poesia del vecchio (le liriche del poeta sono scritte da Simone Lenzi) contamina il ragazzo, persino i suoi amici che sembrano avere la scorza più dura, il rapporto tra i due si fa sempre più intenso nonostante le difficoltà generazionali. Alessandro giunge a chiedere consigli su come dichiarare il proprio amore a una ragazza, Tommi vorrebbe far leggere al vecchio le sue poesie, insomma Bruni dipinge un quadro esatto del mondo giovanile, mostrando i ragazzi come sono e come fingono di essere quando si trovano con i coetanei. “Nella poesia si ama chi vuoi, nella vita solo chi hai accanto”, dice il poeta. E subito dopo aggiunge che quando si ama una ragazza si capisce di essere corrisposti se lei ride, solo allora si potrà baciare, ma chiedendo il permesso. Questo paterno e galante consiglio torna utile nello stupendo finale quando Alessandro si trova al bar con la coetanea che da tempo ama in segreto.
Bruni scrive un film realista, attingendo alla memoria storica familiare, oltre al racconto di Calamini, visto che il lavoro è dedicato al padre. Fotografia di una Roma solare e livida, notturni giallo ocra, musica suadente, tra chitarra e tonalità romantiche (bravo Carlo Virzì!), buone panoramiche delle montagne pistoiesi e dei lungarni pisani, quando la commedia metropolitana si modifica in cinema on the road. Il rapporto con il vecchio poeta che ha ancora molto da dare prima di morire farà crescere i ragazzi che non saranno più gli stessi, matureranno una nuova consapevolezza, saranno in grado di spiccare il volo e di affrontare la vita. Un film importante, poco diffuso nelle sale cinematografiche, che oggi torna a nuova vita grazie a Rai Tre e RaiPlay. Imperdibile.
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Regia: Francesco Bruni. Soggetto: Cosimo Calamini (liberamente tratto dal romanzo omonimo), Francesco Bruni. Sceneggiatura: Francesco Bruni. Fotografia: Arnaldo Catinari. Montaggio: Cecdilia Zanuso. Musiche: Carlo Virzì. Scenografia: Roberto De Angelis. Costumi: Cristina La Parola. Produttore Esecutivo: Rita Rognoni. Casa di Produzione: Pupkin Movie. Interpreti: Guliano Montaldo (Giorgio Ghelarducci), Andrea Carpenzano (Alessandro), Arturo Bruni (Riccardo), Emanuele Propizio (Tommi), Rivcardo Vitiello (Leo), Donatella Finocchiaro (Claudia), Antonio Gerardi (padre di Alessandro), Raffaella Lebboroni (Laura), Andrea Lehotská (Regina).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]